Buon compleanno, governo. La scuola cambia!
Data: Giovedì, 26 febbraio 2015 ore 08:00:00 CET
Argomento: Redazione


La data del 22 febbraio resta memorabile anche per la scuola. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in maniera solenne ha celebrato il primo compleanno del suo governo spegnendo la prima candelina che porta la sigla "scuola". Lo aveva promesso nel discorso alle Camere, sostenendo che occorre mettere la scuola al centro per garantire il futuro alla società, lo ha ripetuto nel corso dell'anno presentando anche il progetto della "Buona Scuola"ed ora ecco i decreti attuativi che rendono concrete le promesse dell'immissione nei ruoli di circa 150 mila precari e nello stesso tempo annuncia che a scuola si entra attraverso il portone principale che è il concorso.

Il mega piano straordinario di assunzioni in ruolo si dovrebbe chiudere, in due anni e, mettendo in atto l'organico funzionale si potrebbero avere mediamente 5 insegnanti in più a scuola per infanzia e primaria, e 2 per le secondarie.
Una visione più chiara potrà, forse, derivare, dalla lettura dei 52 articoli in arrivo sul tavolo del Consiglio dei Ministri il 27 febbraio. Al momento non possiamo che accontentarci delle anticipazioni.

Dal 20016 i docenti saranno assunti soltanto per concorso e le eterne graduatorie dei supplenti e dei precari vengono definitivamente chiuse. "Non si può consentire, ha detto Renzi, che gli insegnanti passino i primi anni della loro carriera a perdere l'entusiasmo per questa professione".
Ora le promesse diventano concretezza e sicuramente ci saranno dei malcontenti, ma è necessario mettere una pietra sul passato e progettare il futuro, attraverso un nuovo percorso regolare e funzionale.
La visione sull'istruzione è cambiata, annuncia il Governo. Le proposte e i decreti messi in atto dimostrano che si vuol fare sul serio ed ecco una serie di "buone intenzioni" e progettualità che "Tuttoscuola" ha così elencato: formazione in servizio obbligatoria e valutata per tutti i docenti, legata anche allo sviluppo della carriera;
per l'assunzione dei docenti si terrà conto di tre criteri: formazione, valutazione e carriera, seguendo tre livelli di priorità: nazionale, individuale (basato sulla formazione) e a livello di singola scuola (per la valutazione del sistema nazionale). In particolare la valutazione delle competenze didattiche dei docenti avverrà con vari strumenti, inclusi una "formation card" (un registro dei crediti formativi e professionali?) e questionari compilati dagli studenti e dai genitori; estensione della metodologia CLIL, in inglese, alla quarta e quinta classe di scuola primaria; inserimento di economia e diritto nelle scuole secondarie; predisposizione di un indicatore, costruito in collaborazione tra le banche dati del Miur e dell'Inps, che consenta alle scuole di valutare l'efficacia dell'insegnamento impartito in rapporto ai successivi percorsi di studio e di lavoro degli studenti; una maggiore trasparenza nella gestione della scuola con pubblica rendicontazione; incentivi fiscali e procedure amministrative accelerate per favorire gli investimenti privati nelle scuole e nella didattica; introduzione, già dal 2015, di una piattaforma elettronica nella quale tutte le scuole statali e paritarie dovranno inserire informazioni per il sistema nazionale di valutazione; incremento del numero d'ispettori ministeriali.

La parola "nuova" che ritorna come un ritornello dinamico è "cambiamento" e "innovazione" dando una forte e nobile missione: "La scuola che cambia, cambia l'Italia" e da qui nasce la speranza che non può più essere tradita. Devono cambiare le politiche, la governance e... le persone. Cambiare, cambiare testa e cambiare cultura ... "Speriamo sia la volta buona", ha detto Luigi Berlinguer, ex ministro dell'istruzione.

Il Ministro Giannini, il sottosegretario Faraone hanno ripetuto nei loro interventi le diverse operazioni che sono in agenda: Immissioni in ruolo, scatti di anzianità, scuola digitale, alternanza scuola-lavoro, formazione in servizio, edilizia scolastica.
Si ribadisce ancora una volta l'intenzione di restituire valore all'autonomia scolastica, assegnando maggiori risorse, eliminando gli impedimenti, le mille circolari, i vincoli burocratici perché la scuola possa 'essere rivoluzionata' e aderire alle esigenze del tempo, del nuovo millennio, preparando cittadini socialmente responsabili e capaci di vivere nel tempo e nella storia.
"Bisogna ricominciare dalla scuola, perché la scuola è il futuro e le scuole all'avanguardia vanno valorizzate" ha dichiarato inoltre la presidente della Camera, Laura Boldrini, e si rinforza la necessità di dar vita al cambiamento per una scuola della comunità, capace di investire in solidarietà e tecnologia".

Nella riunione del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio, dovranno essere varati i provvedimenti attuativi della riforma che farà volare la scuola. "Col decreto 'La buona scuola' vogliamo portare la scuola dal '900 al terzo millennio - ha aggiunto Giannini, coautrice di una grandiosa operazione che, secondo le intenzioni dell'attuale Governo dovrebbe dare all'Italia un nuovo progetto educativo.
Lo scetticismo serpeggia e le organizzazioni sindacali si dichiarano insoddisfatte anche per il blocco dei contratti che, di fatto, priva la riforma del benché minimo incentivo che restituisce agli operatori scolastici un piccolo sollievo.
Secondo molti l'operazione del Governo ripropone il modello delle classiche "nozze con i fichi secchi", che si rinnova ogni volta che si parla di rinnovamento della scuola.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-24877355.html