Un Paese senza cultura geografica non ha futuro!
Data: Mercoledì, 25 febbraio 2015 ore 07:45:00 CET Argomento: Opinioni
Il mondo è
attualmente in rapida evoluzione: cambiano, con enorme rapidità, gli
equilibri politici sulle sponde del Mediterraneo; cambiano gli
equilibri economici e politici nell’ est Europa, al confine con l’
Asia; cambiano gli equilibri dei flussi commerciali e finanziari
internazionali, rendendo peraltro incerto prevederne l’ evoluzione;
cambiano gli equilibri economici e politici anche all’ interno dell’ UE
- il caso della Grecia è il più evidente, ma è un caso isolato o la
punta di un iceberg? E che dire, d’ altro canto, del caso - solo
apparentemente slegato – della decisione della Banca Centrale svizzera?
Cambia - spesso, purtroppo, in peggio - l’ aspetto e l’assetto del
nostro territorio, vittima forse della maggiore incidenza di eventi
violenti, senz’altro dell’incuria e di un uso insostenibile e
irrispettoso che ne è stato fatto e si continua a fare.
Ci troviamo probabilmente di fronte a una radicale trasformazione della
fisionomia del mondo e delle sue relazioni, destinata a mutare
profondamente i nostri modi di vivere e le relazioni internazionali ed
economiche dell’ Italia; si può facilmente prevedere che essa
avrà un impatto diretto non soltanto sulle attuali, ma soprattutto
sulle future condizioni di vita.
Cosa sanno e comprendono i nostri studenti - ovvero, i futuri cittadini
- di quanto sta accadendo (e condizionerà la loro vita presente e
futura)?
Come Coordinamento Nazionale SOS Geografia (www.sosgeografia.it),
temiamo molto poco.
Suscita la preoccupazione di ogni operatore della scuola – un po’ meno
dei decisori politici, almeno stando a quanto riportato da dossier
e dalle dichiarazioni sulla scuola - l’ ignoranza delle
conoscenze geografiche manifestata dagli studenti italiani.
Non si comprende infatti l’ assenza della parola “Geografia” (nell’
accezione di “saperi geografici”) nel dossier di riforma della scuola
allo studio (La Buona Scuola).
Come è possibile trascurare la centralità di un sapere – quello
geografico – tanto antico quanto indispensabile attualmente, in un
mondo globalizzato, capace di attrarre e interessare gli studenti e
necessario per l’ acquisizione di numerose ulteriori competenze?
Analogamente, non si comprende come possa realizzarsi una efficace
“educazione finanziaria” prescindendo anche dalla semplice conoscenza
dei luoghi di provenienza e di destinazione di uomini, beni, servizi,
flussi finanziari; non si comprende come possa realizzarsi una efficace
educazione ambientale e alla sostenibilità prescindendo dalla
conoscenza dell’ assetto territoriale, delle dinamiche demografiche,
delle specificità economiche di ciascuna regione del mondo.
Come Coordinamento Nazionale SOS Geografia non ci limitiamo a una
denuncia di questo stato di cose, che è possibile constatare
quotidianamente nelle scuole italiane; abbiamo anche elaborato numerose
proposte di curricula geografici nelle scuole italiane e abbiamo
sempre offerto la nostra (gratuita) collaborazione ai decisori che
intendessero giovarsene.
Fra queste proposte, che nuovamente sottoponiamo all’ attenzione del
Legislatore:
a) l’ introduzione della disciplina “Geografia economica e politica”,
per complessive 2 ore settimanali per classe, in tutti i bienni della
secondaria di secondo grado;
b) l’ introduzione della disciplina “Geografia economica” in tutti i
trienni liceali, in cui si forma la futura classe dirigente, per non
meno di 2 ore settimanali per classe;
c) la reintroduzione dell’ insegnamento di “Geografia economica” nei
trienni degli Istituti Tecnici – Amministrazione Finanza e Marketing,
al posto dell’ attuale insegnamento di “Geografia” che, destinato ai
bienni, non esplica al meglio tutte le potenzialità formative perché
destinato ad alunni non in possesso dei prerequisiti necessari .
d) la reintroduzione dell’ insegnamento di “Geografia turistica” nel
triennio degli istituti Professionali ad indirizzo alberghiero–
articolazione Accoglienza turistica, per 2 ore settimanali per classe.
Vi è inoltre la necessità di una base geografica per una completa
formazione economica e finanziaria: non è possibile realizzare una
educazione finanziaria che prescinda dalla Geografia economica.
Proponiamo pertanto l’ introduzione di un congruo numero di ore (non
inferiore a 2 ore settimanali per classe) dell’ insegnamento di
“Geografia economica” nell’ ambito dei curricula di educazione
economica e finanziaria.
Va rilevato quindi come troppo spesso la Geografia sia stata in questi
anni vittima dello status di “insegnamento atipico”: questo ha
comportato l’ attribuzione dell’ insegnamento a personale privo di
adeguata formazione, nonché di adeguato aggiornamento per il suo
insegnamento.
Si rileva l’ aspetto paradossale di questa scelta a proposito di un
sapere che riguarda l’ attualità e la contemporaneità, e che richiede
pertanto all’esperto un aggiornamento pressoché ininterrotto.
Per garantire la piena fruizione di una formazione di qualità agli
studenti, come anche per superare il paradosso ricordato sopra, il
Coordinamento Nazionale SOS Geografia ha proposto e continua a proporre
l’ affidamento esclusivo di tutti gli insegnamenti geografici alla
classe di concorso 39/A, composta da professionisti dotati di un’
adeguata formazione specialistica.
Ancora una volta sottoponiamo all’ attenzione di tutti l’ importanza
centrale dei saperi geografici per la formazione dei futuri
cittadini e lavoratori, augurandoci una netta inversione di tendenza
rispetto all’ assenza di dibattito presente e passato.
Un Paese senza cultura geografica non ha futuro!
X il Coordinamento Nazionale SOS
Geografia
prof. Riccardo Canesi (I.I.S.
“Domenico Zaccagna” Carrara)
r.canesi@tin.it
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