La crisi e la precarietà, hanno responsabili con nome e cognome. Approfondimento: 'Precarietà lunga diritti corti'
Data: Domenica, 21 dicembre 2014 ore 08:30:00 CET Argomento: Sindacati
Ciò che sta accadendo in queste settimane con il governo
Renzi è solo un ulteriore tassello (e probabilmente non l’ultimo, se
non si ferma con una stagione di grande conflitto sociale) di un
progetto scritto a più mani molti anni fa. Riassumere i vari
provvedimenti degli ultimi decenni non è un’operazione “didattica” che
comunque non guasta, ma innanzitutto politica. All’Unione Sindacale di
Base non può essere sufficiente evidenziare la negatività di ogni
singolo provvedimento.
Il nostro compito principale è quello di fornire alla parte più attiva
del mondo del lavoro una chiave interpretativa della fase storica che
stiamo attraversando, fornendo una “cassetta degli attrezzi” per
dimostrare sia sul piano teorico, sia su quello concreto, che
realizzare un’alternativa è possibile e praticabile ma anche per
chiarire che l’attuale situazione economica e sociale, compresa la
crisi e la precarietà, hanno responsabili con nome e cognome.
Dai governi - che dai primi anni novanta inaugurarono le finanziarie
‘lacrime e sangue’ per stare dentro i parametri di Maastricht e
permettere al nostro paese di entrare nella moneta unica, l’Euro, fin
dalla prima ora ma a spese dei settori popolari e del lavoro dipendente
a Confindustria che approfittando delle imposizioni europee premette
per porre un freno alle richieste salariali e asse- stare colpi alle
condizioni di lavoro.
L’Italia in quegli anni conobbe un programma di privatizzazioni e
liberalizzazioni, come nessun altro paese dell’area euro: tutte le
banche pubbliche furono privatizzate, tutte le grandi imprese pubbliche
ENI,ENEL, TELECOM furono in parte o tutte cedute al capitale privato.
Conosciamo fin troppo bene quali interessi difendano padroni e governi,
chi non ha difeso gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici, dei
giovani, dei precari/disoccupati, dei pensionati, sono stati CGIL CISL
UIL che in quegli anni inaugurarono la devastante stagione della
concertazione, a partire dalla legislazione antisciopero del 1990,
continuando con gli accordi di Luglio del 1992, Governo Amato, sulla
politica dei redditi ovvero il patto trilaterale
sindacati/governo/confindustria per contenere le richieste salariali al
di sotto addirittura del tasso d’inflazione reale.
Nel luglio del ’93 arrivò poi l’accordo sulle RSU con la riserva
del 33% ai firmatari di contratto con cui CGIL CISL UIL, visto
l’espandersi del sindacalismo di base e delle massicce contestazioni
alle loro politiche, vollero assicurarsi il monopolio della
rappresentanza sindacale inaugurando la farsa della democrazia sui
posti di lavoro.
Tutti gli avvenimenti successivi hanno visto la loro totale
subordinazione alle necessità dei poteri forti, economici e finanziari,
agli speculatori di ogni risma, assicurando la pace sociale in cambio
di una legittimazione extra democratica e acquisendo funzioni quasi
parastatali, quali commissioni paritetiche, enti bilaterali, istituti
di formazione, ecc.
Siamo poi passati, poiché al peggio pare non esserci mai fine, dalla
concertazione alla complicità, come l'ha definita Sacconi, con scelte
che, imposte dalla Troika, Commissione Europea, Fondo Monetario
Internazionale, Banca Centrale Europea, con la famosa lettera del 5
Agosto 2012 hanno condotto con il governo Monti prima e ora con Renzi
allo sfascio attuale, senza che da parte di questi sindacati ci fosse
neppure la minima reazione.
iovogliosapere@usb.it
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