Liceo Tassoni: votata quasi all'unanimità la mozione contro la buona scuola di Renzi
Data: Sabato, 15 novembre 2014 ore 08:30:00 CET Argomento: Istituzioni Scolastiche
Nell'accogliere
l'invito del premier Matteo Renzi ad esprimere pareri e proposte in relazione al documento "La Buona Scuola", i docenti del
Liceo Scientifico "A.
Tassoni" di Modena,
premettono che:
1. La scuola pubblica italiana è stremata da oltre un decennio di
pesanti tagli e sta portando a compimento il primo ciclo di una
riforma, la riforma Gelmini, che ha già fortemente modificato il
sistema scolastico e ridotto il quadro orario. Un intervento sulla scuola ulteriormente
peggiorativo ci sembra quantomeno inopportuno.
1. Nonostante il nostro paese sia il
fanalino di coda nell'area OCSE per l'investimento finanziario
nell'Istruzione, la scuola pubblica continua a mostrare resilienza e a
funzionare: i nostri laureati continuano ad essere ricercati ed
apprezzati all'estero.
2. Il lungo documento "La Buona scuola", infarcito di buoni propositi,
ricco di tabelle e scritto in un linguaggio rassicurante che utilizza
le strategie retoriche del marketing, esprime principi che o sono ovvi
o sono già in buona parte messi in atto nella prassi quotidiana.
Nessuno negherebbe, ad esempio, che "la buona scuola debba essere
dotata di un meccanismo permanente di innovazione e sviluppo e qualità
della democrazia" oppure rigetterebbe "una scuola che include chi ha
più bisogno". Frasi come queste sono ricorrenti, ma è necessario
concentrarsi sulla sostanza
del documento, capire che cosa si intende per "cambiamento" e con
quali metodi lo si intende
realizzare.
Proviamo ad esaminare alcuni aspetti:
- L'assunzione di 150.000 precari, ovviamente una buonissima cosa in
se', è stata sollecitata dalla procedura di infrazione aperta dalla
Commissione Europea. Quindi si fa di necessità virtù e si crea un
contingente da utilizzare in modo flessibile per supplenze brevi o
arricchimento dell'offerta formativa, su reti di scuole. Si rischiano
ulteriori instabilità e mobilità.
- Con il tipico linguaggio del "cambiamento", tra metafore calcistiche
ed espressioni dell'inglese economico, si ipotizza l'abolizione
degli scatti di anzianità a favore dell'introduzione
degli scatti di competenza.
La competenza o merito, basata
su crediti didattici, formativi e professionali, è giudicata da un
comitato di valutazione (che in alcuni punti del documento risulta
interno, in altri punti esterno alla scuola, ma è comunque diverso in
ogni scuola) e riservata al 66%
della categoria. Consideriamo profondamente iniquo definire a priori una quota
di "meritevoli", e riteniamo inoltre che l'esperienza acquisita sul
campo sia ancora un valore nel lavoro e quindi nell'insegnamento.
Riguardo alla valutazione del merito, i docenti del
Tassoni non sono contrari ma ritengono loro imprescindibile diritto che
la valutazione sia effettuata da figure imparziali di altissima
competenza ed esperienza sia nella disciplina specifica, sia nella
metodologia e didattica. Ritengono inoltre che la valutazione debba
essere improntata a criteri condivisi.
Stabilire a monte che i meritevoli sono il 66% della categoria, oltre
ad essere ingiusto, instaura una forte competitività
tra i docenti per un modesto avanzamento salariale, un bonus temporaneo
di 60 euro da ridefinire ogni 3 anni. I docenti da un lato sono
invitati a lavorare "in sinergia", dall'altro sono posti in concorrenza
tra di loro.
Il testo prevede che, per accedere al bonus, i docenti "mediamente"
bravi potranno volere spostarsi in scuole dove la media dei crediti
maturati è bassa e contribuire al loro miglioramento. Si evince una
logica basata sulla competitività individuale che, per quanto
convincente, lede i principii cardine della scuola pubblica: la
collaborazione e la condivisione.
- La creazione di "banche ore"
rappresenta un appesantimento del lavoro dei docenti.
- E' previsto un organico
funzionale delle scuole in rete sulla base del quale si
costruisce il registro nazionale dei
docenti della scuola, ovviamente on line, che sarà utilizzato
anche dai dirigenti per individuare i docenti che meglio rispondono al
proprio piano di miglioramento e alle proprie esigenze ( o "scelta
delle persone"). Che garanzie di efficacia e imparzialità offre questo
meccanismo, che oltretutto promette ulteriore mobilità?
Ci preoccupa fortemente la revisione dello status giuridico dei docenti, in
spregio alla contrattazione collettiva. E' accettabile che una materia
così importante e delicata sia oggetto di una consultazione on line?
- Diversi punti del documento risultano non sufficientemente
chiari, quali le previste governance
e leva di governo per i
dirigenti. Quali responsabiltà implicano e con quali organi di
controllo?
- Altri punti oscuri ma preoccupanti sono il ridisegno degli organi collegiali della scuola, la
prospettata sinergia tra risorse nazionali, regionali e private.
In conclusione, il documento manca di una visione complessiva della
scuola e presenta punti oscuri e contraddizioni anche terminologiche.
Il timore è che prevalga una logica
aziendalistica, verticistica e privatistica in un contesto
delicatissimo di formazione di adolescenti. "La Buona scuola", come
proposta, è lontanissima dalla scuola disegnata dalla
Costituzione Repubblicana, luogo di formazione culturale e civile, di
opportunità anche per i più deboli, di buone prassi democratiche.
Pertanto considerati i suddetti
aspetti, il Collegio dei Docenti esprime la propria contrarietà dal
punto di vista didattico, formativo, ed educativo, alla proposta di
riforma del Governo denominata "La buona scuola".
I docenti del Liceo Scientifico "A.
Tassoni" di Modena
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