Una muraglia indecorosa sulla A12 a Marina di Carrara. Un esempio eclatante di rifiuto del bello di natura
Data: Sabato, 30 agosto 2014 ore 08:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


Speravo nell'immediata rimozione della muraglia costruita sull'autostrada A12 nel tratto che dal Viale XX Settembre di Marina di Carrara corre verso Massa, lungo la parete laterale nord-est che si affaccia sullo splendido paesaggio delle Alpi Apuane, indubbiamente tra i fenomeni naturali più imponenti e straordinari al mondo. Ma le mie piccole speranze sono cadute di fronte ai grandi interessi preconfezionati, per i quali si può persino fare sparire un intero paesaggio dietro orribili barriere antirumore.
A guardarlo dai campi di Villa Ceci, il muraglione antirumore edificato con molta disinvoltura e tanti inutili disallineamenti sembra un grosso bastione di contenimento murario costituito da pannelli opachi che specie nel tratto di circa 500 metri, tra i più belli dell'intero percorso, annullano la vista delle Alpi Apuane, determinano una gravissima alterazione del paesaggio e deprimono in modo violento il senso del bello,con conseguenze non prive di pericoli a danno dell'ambiente e dell'immagine complessiva di tutto il territorio. Basta dare un semplice sguardo per capirlo, come invece non si capiscono le continue alternanze di barriere antirumore opache con altre trasparenti una volta superato il tratto che ho indicato.
Non so con esattezza per quale motivo nessuno si sia accorto finora dell'orribile mostruosità, forse perché essa occupa i circa cinquecento metri sporgenti all'interno, verso Villa Ceci, e dunque riesce poco visibile dall'esterno in tutta la sua bruttezza volgare. Neppure gli amministratori locali,gli ambientalisti di professione o di vocazione, sempre attenti con clamore alla tutela del patrimonio artistico e naturalistico,hanno potuto sollevare dubbi né tanto meno contrastare il compimento dello scempio del paesaggio, l'oltraggio all'ambiente e l'offesa inaudita ad un contesto paesaggistico tra i più preziosi ed esclusivi. Soltanto una brava e coraggiosa giornalista de "La Nazione" di Carrara, Cristina Lorenzi, si è assunto il compito ingrato di rappresentare la situazione di fatto e di indicare i pericoli visivi, percettivi e strutturali,venendo incontro alle ragioni della concreta difesa ambientalista. Si ripristini perciò al più presto,da parte di Autostrade per l'Italia, l'ordine logico e naturale delle cose e si utilizzino, se mai, i più validi e moderni dispositivi antirumore per esaltare le bellezze della natura e valorizzare il paesaggio, anziché per offenderlo e distruggerlo. E ciò non può avvenire solo in territorio carrarese e toscano, giacché si tratta di argomento universale.
Il caso carrarese è un vero e proprio rifiuto,da parte di chi ha una visione solamente materialistica, di un bello di natura che dovrebbe coinvolgere tutti gli esponenti di tutte le classi sociali, giacché tutti possiedono un "gusto" verificabile e documentabile. Ogni soggetto ha il proprio "gusto", è vero, e con questo strumento sentimentale egli è in grado di apprezzare in misura maggiore o minore il senso del bello (e di goderne). Se ne viene privato per determinate circostanze, come a Carrara, le operazioni di deprivazione restringono la sfera estetica, intellettuale e morale dell'individuo e abbassano lo stesso livello della sua umanità.
Insomma,il giudizio estetico può essere (ed è) relativo a ciascun soggetto,ma non può essere del tutto cancellato in nessuno,tranne che si perda l'oggetto naturale che lo determina.Qui è la sconfitta del bello di natura.Se scompare l'esserci di un oggetto determinato come a Carrara un intero paesaggio, soffocato in modo astuto tra i pannelli opacizzanti e strazianti di una rozza muraglia, scompare anche l'idea estetica o si riduce notevolmente la possibilità di rappresentazione sul campo di quella che abbiamo chiamato bello di natura e si perde la capacità di gustare il bello nella sua stessa lingua verginale. Questo è in sintesi il senso che attribuisco alla difesa dell'ambiente e del paesaggio,soprattutto da coloro che hanno ricevuto un'educazione estetica accanto a tutte le altre educazioni fondamentali.
Sarebbe davvero un fatto fortemente progressivo se venisse trasformata la vecchia civiltà borghese dell'opportunismo di pochi e delle palizzate carraresi in una nuova civiltà estetica per molti,e addomesticare gli interessi costituiti e le sensibilità cristallizzate per poter meglio proteggere il mondo esterno,custodirne con molta cura le forme e farlo piacere a tutti in quanto vero "cosmo", senza più legarlo ad una determinata utilità economicistica per la quale bisogna sempre ricevere anziché dare. La scarnificazione delle cave carraresi può fornire l'idea della quantità di marmo che è stata ricavata strappandola alla bellezza e dell'utile che alcuni hanno ottenuto senza offrire apprezzabili qualità e visibili conseguenze di bellezza alla comunità. Questo è in fondo il pensiero più generale che si fa strada quando ci si avvia per una riflessione critica,, sia pure sintetica, sulla muraglia della A12 a Marina di Carrara.

Salvatore Ragonesi
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