Renzi prepara le misure per la crescita, sul piatto anche la scuola
Data: Lunedì, 18 agosto 2014 ore 07:30:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Roma - Le infrastrutture, la giustizia, la scuola. Tre segnali forti, in apertura della stagione più delicata, alla vigilia di battaglie cruciali in Europa e in Parlamento. L’appuntamento è il Consiglio dei ministri del 29 agosto. La tentazione di Matteo Renzi è portare sul tavolo del governo fin da subito la «sorpresa» sulla scuola annunciata per settembre. E aprire una grande consultazione tra cittadini e addetti ai lavori, mentre si cercherà il miliardo di euro di risorse da stanziare per l’educazione nella legge di stabilità.
Dopo un’intensa settimana, segnata dagli incontri con Draghi, Napolitano, il Papa, la visita all’Expo, il “tour” al Sud, Renzi si concede qualche giorno di vacanza. Trascorre il ferragosto in famiglia, a Pontassieve. Il 16 mattina fa un giro in collina in bicicletta poi, dopo un pranzo con i parenti, parte per il mare, alla guida della sua auto, con al fianco la moglie Agnese. Ma non si interrompe, raccontano, il lavoro sui dossier delle riforme, in vista della fitta agenda d’autunno.
I dati sull’economia italiana in recessione, sulla frenata tedesca, sull’Europa in stagnazione, rendono tutto più complicato. Ma proprio il segno negativo davanti al Pil della Germania conferma il premier nella convinzione che le misure del rigore non siano la risposta alla crisi, ma si debba agire su «fattori di crescita» strutturali. Riformare settori cruciali come la giustizia, investire nelle infrastrutture, come si appresta a fare il decreto Sblocca Italia, e scommettere sulla scuola e la ricerca. Con passo svelto e misure ambiziose.
L’idea sarebbe quella di portare in Cdm già il 29 agosto il piano per la scuola, per lanciare prima del via delle lezioni, seguendo il metodo già adottato sulle altre riforme, una consultazione tra insegnanti e cittadini, che potrebbe protrarsi, vista la complessità della materia, anche per due mesi. La proposta del governo potrebbe articolarsi su tre grandi capitoli: i programmi e le competenze, l’autonomia scolastica e i docenti. Non misure a costo zero, come è stato in alcuni degli anni passati, ma interventi coperti, con un segnale «politico» deciso, da un cospicuo stanziamento di risorse («Mettiamo 1 miliardo», ha annunciato Renzi) nella legge di stabilità, che permetterebbero di varare anche un articolato piano assunzioni.
«Il problema non sono quei 4.000 che un lavoro ce l’hanno bensì i milioni che non ce l’hanno», ha detto martedì il premier, a chi gli ricordava che è aperta la questione dei 4.000 insegnanti di quota 96 che non riescono ad andare in pensione. Ma per creare posti di lavoro bisogna, ribadiscono fonti di governo, stimolare la crescita.
La crescita, è convinto Renzi, è «l’unica ricetta» per uscire dalla crisi. Ed è sulla crescita la partita che si giocherà nell’autunno in Europa, a iniziare dal Consiglio straordinario del 30 agosto destinato a decidere gli equilibri tra partito del rigore e partito della flessibilità con le nomine al vertice delle istituzioni Ue. Poi l’Italia, a partire dall’Ecofin informale del 13 settembre a Milano, ingaggerà la sua battaglia per avere maggiori margini di flessibilità per le riforme. Nella convinzione di poter contare adesso non più solo sull’asse con la Francia, ma su una sensibilità maggiore anche a Berlino.

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