L’Italia nei dati OCSE-TALIS 2013
Data: Martedì, 15 luglio 2014 ore 07:45:00 CEST Argomento: Ministero Istruzione e Università
Risultati chiave
dall’Indagine Internazionale sull’Insegnamento e Apprendimento (TALIS)
- Gli insegnanti in ITALIA sono soddisfatti del loro lavoro e sentono
di riuscire a motivare gli studenti anche nei contesti più difficili.
Pensano tuttavia che l’insegnamento non sia valorizzato nella società
L’87 % dei docenti Italiani di secondaria di I grado ha fiducia nelle
proprie capacità di saper motivare gli studenti che hanno scarso
interesse per le attività scolastiche (70% Paesi TALIS, 71% Paesi UE);
il 98% sente di saper portare gli studenti a credere nelle loro
capacità di raggiungere buoni risultati (86% Paesi TALIS). La grande
maggioranza degli insegnanti italiani (94%) afferma che tutto sommato è
soddisfatta del proprio lavoro (91% media Paesi TALIS).
In contrasto con queste dichiarazioni, l’88% degli insegnanti italiani
percepisce che l’insegnamento è scarsamente valorizzato nella società
(69% Paesi TALIS, 81% Paesi UE), percezione condivisa dal 92% dei
nostri dirigenti scolastici (56% Paesi TALIS). Invece, in Finlandia,
nei Paesi Bassi, Singapore e Alberta (Canada) una percentuale tra
40-68% dei docenti sente che l’insegnamento è adeguatamente
valorizzato. Questa percezione negativa sembra diminuire allorché
aumenta la partecipazione degli insegnanti ai processi decisionali a
livello di scuola.
Gli insegnanti italiani riportano
bassi livelli di sostegno e scarsi incentivi alla loro partecipazione
ad attività di sviluppo professionale, ma esprimono un forte bisogno di
formazione sulle TIC
La partecipazione alle attività di sviluppo professionale degli
insegnanti italiani in TALIS2013 è una delle più basse tra i paesi
partecipanti all’indagine (75% Italia, 88% media TALIS), con un calo di
10% punti percentuali rispetto al 2008. Altrettanto bassa la
percentuale dei docenti che riportano di aver potuto usufruire di
opportunità di sostegno allo sviluppo professionale nel periodo di
riferimento. Tra gli ostacoli alla partecipazione, il problema della
mancanza di incentivi è avvertito da oltre l’80% dei docenti.
La formazione sulle TIC è diventata una questione di assoluto rilievo
per gli insegnanti italiani. E’ ai primi posti nelle attività di
sviluppo professionale svolte nei 12 mesi precedenti l’indagine. E’ uno
dei bisogni formativi più segnalati dai docenti, sia con riguardo alle
competenze per l’uso didattico di queste tecnologie, sia per l’uso
delle TIC nel contesto lavorativo.
Aumentare la partecipazione dei
docenti ad alcuni tipi di attività di sviluppo professionale può
favorire l’uso da parte loro di pratiche didattiche innovative
docenti italiani, pur utilizzando un’ampia gamma di metodi di
valutazione degli studenti, in modo simile ai colleghi dei Paesi TALIS,
ricorrono prevalentemente all’interrogazione davanti a tutta la classe
come principale modalità di valutazione degli studenti (80% Italia, 49%
Paesi TALIS).
L’appartenenza attiva a una rete d’insegnanti come opportunità di
sviluppo professionale può essere un modo per favorire l'uso di diverse
pratiche di insegnamento. Gli insegnanti italiani che hanno partecipato
a queste attività di networking sono risultati più propensi a
utilizzare le TIC e a far lavorare gli studenti su attività progettuali.
Una minoranza di insegnanti in
ITALIA riceve una valutazione formale del proprio operato, anche se
oltre la metà dichiara di ricevere forme di feedback da una o più fonti
In Italia si conferma che non sono praticati sistemi di valutazione
formale del lavoro degli insegnanti. Solo il 30% degli insegnanti
lavora in scuole dove i dirigenti riportano la pratica di una qualche
valutazione formale (vs il 93% dei docenti dei Paesi TALIS). Oltre
all’Italia sono privi di sistemi di valutazione anche Finlandia e
Svezia.
A livello informale, il 57% dei docenti dichiara di aver ricevuto una
qualche forma di feedback da una o più fonti nella scuola in cui
lavorano (vs 88% dei docenti dei Paesi TALIS)
ALTRI DATI IN BREVE
- Il corpo insegnante italiano è
decisamente più femminilizzato rispetto alla media internazionale.
Infatti, con il 79% di donne insegnanti l’Italia si colloca al quinto
posto nella graduatoria complessiva del tasso di femminilizzazione. Se
poi si considerano solo i paesi più industrializzati, il corpo docente
italiano è quello più femminilizzato.
- Nell’ambito dei 33 paesi TALIS,
l’Italia detiene il primato della classe insegnante più anziana (6 anni
in più rispetto alla media TALIS). Alla maggiore anzianità media fa da
contrappeso un maggior patrimonio di esperienza professionale. Gli
insegnanti italiani hanno in media 20 anni di esperienza di
insegnamento.
- In linea con gli altri paesi, la
maggior parte dei nostri docenti ha condotto studi di livello
universitario. Più distante dalla media internazionale, invece, il dato
che si riferisce alla formazione specifica finalizzata all’insegnamento
(79% Italia vs 90% nei Paesi TALIS). Inoltre, una quota consistente dei
nostri docenti di secondaria di I grado è entrata nell’insegnamento
senza aver ricevuto una specifica formazione nella pratica didattica in
una o più delle materie insegnate ( 52% Italia vs 11% Paesi TALIS).
- La percentuale degli insegnanti
italiani con contratto a tempo indeterminato che riporta la
partecipazione a un programma formale di avvio alla professione in
occasione del primo rapporto regolare di lavoro è sopra la media TALIS
(59 % Italia; 49% Paesi TALIS), mentre è molto più bassa rispetto alla
media TALIS, la percentuale dei docenti a tempo determinato che avrebbe
fruito di questa opportunità formativa (9 % Italia; 46% Paesi TALIS).
- I docenti italiani lavorano in
scuole di dimensioni mediamente più grandi rispetto alla situazione
tipo dei paesi TALIS. A fronte di queste maggiori dimensioni in termini
di studenti e insegnanti, le scuole registrano un numero medio di
personale non docente uguale alla media TALIS (24 unità). In
particolare emerge nelle nostre scuole la carenza di personale di
supporto alla didattica. In Italia c’è 1 unità di personale di supporto
alla didattica ogni 60 docenti, mentre per la media TALIS il rapporto è
1 a 14.
- La proporzione del tempo che i
dirigenti scolastici italiani dicono di impiegare nelle attività di
carattere burocratico-amministrativo è inferiore alla media TALIS (36%
Italia; 41% Paesi TALIS ). Tuttavia, rispetto al ‘dirigente medio
TALIS’, i nostri dirigenti scolastici dichiarano di dedicare una quota
maggiore del loro tempo ad attività legate alla gestione del curricolo
e della didattica (25% Italia; 21% Paesi TALIS).
- La partecipazione dichiarata
alle attività di sviluppo professionale (SP) da parte dei dirigenti
scolastici è piuttosto alta: solo il 5,4% dei DS negli ultimi 12 mesi
non ha partecipato ad alcuna attività specifica di SP, contro una media
TALIS di 9,5%. Quasi tutti i DS italiani, quindi, affermano di
partecipare ad attività di SP soprattutto in corsi di formazione,
conferenze e visite professionali (93% Italia; 83%TALIS) per una media
di 9 giorni l’anno, più bassa della media TALIS di 13 giornate.
Miur
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