Vincenzo Cuoco, La scuola nello Stato
Data: Lunedì, 26 novembre 2012 ore 07:00:00 CET
Argomento: Redazione


Senza l’istruzione, le migliori leggi restano inutili: esse potranno essere scritte; ma la sola istruzione può imprimerle nel cuore dei cittadini. La sola istruzione può fare diventare volontà ciò che è dovere[…] L’istruzione deve essere pubblica, ma ciò non significa che debba essere eguale in tutte le classi del popolo. Ma, attenzione!; Questo non vuol dire essere d’accordo; con le giacobine teorie dell’uguaglianza universale! Non facciamo inopportuna e perniciosa demagogia! Ricordiamoci che il concetto di gerarchia è concetto intrinseco alla natura umana! Pertanto, è necessario che vi sia un’istruzione per tutti, una per molti, una per pochi.
La prima non deve formare dei sapienti, ma istruire il popolo quanto basta per poter trarre profitto da quanto dicono i sapienti.
L’istruzione dei pochi è destinata a conservare e promuovere le scienze, le quali non si perfezionano se non da persone addette solamente ad esse.
Infine, quella dei molti ha per oggetto di facilitare la comunicazione tra i pochi e i moltissimi.
L’istruzione è un bisogno di tutti i cittadini, di tutto lo Stato: dunque, dev’essere accessibile a tutti. Deve per ciò essere gratuita per tutti? No. Deve essere gratuita a tutti l’istruzione primaria perché è necessaria e utile a tutti. La secondaria e l’alta istruzione, invece, sono utili solo a chi ha i mezzi per potersi dare interamente alle scienze; o a quello che, dotato dalla natura d’ingegno trascendente, promette alle scienze e può per ciò essere fonte di utilità allo Stato. Se uno si destina alle scienze senza avere sufficiente ingegno, lo Stato finisce per avere in lui un cattivo letterato e perdere un utile cittadino. Il governo darà istruzione gratuita all’uomo di molto ingegno e bisognoso; l’istruzione secondaria sarà non gratuita ma pagata discretamente perché l’istruzione deve essere sempre accessibile.
Finalmente l’istruzione deve essere uniforme. Ma questa uniformità non deve mortificare le energie individuali. Quando si parla di uniformità, s’intende dire che nessuno può insegnare senza essere autorizzato dal governo. Ma, si dirà, coll’autorizzazione della suprema potestà non sarà permesso a nessuno l’insegnare? Rispondiamo che sì; ma in modo che gli studi fatti presso un privato non servano mai per ottenere i gradi accademici. Essi possono servire per perfezionare gli studi che si faranno nelle scuole pubbliche, non mai però per dispensarsene.
L’istruzione deve essere completa. L’educazione letteraria è inutile, quando non tende a formare buoni cittadini; e buoni cittadini non si hanno senza virtù politica…

Vincenzo Cuoco, Rapporto al re Gioacchino Murat per l’organizzazione della pubblica istruzione ( 1809).
Pro bono, malum
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