Noi precari in vacanza non ci andiamo, in massima parte: molti di noi non possono permetterselo
Data: Giovedì, 16 agosto 2012 ore 20:55:07 CEST Argomento: Opinioni
Lettere in redazione
Signor Ministro,
I Precari della Scuola, docenti, amministrativi, ausiliari e anche
studenti, visto che il loro iter educativo è stato vieppiù precarizzato
dall’“epocale” controriforma basata sulla falcidie di posti di lavoro e
materie portanti che è stata attuata dall’arrogante e incompetente
Gelmini, da Ella molto ammirata, sono spiazzati e si sentono
francamente insultati dal Suo impudente e incredibile “augurio” di
buone vacanze, ulteriore contrassegno della siderale distanza esistente
tra la percezione ministeriale, deamicisianamente stucchevole ed
irenistica, della vita scolastica attuale e prefigurabile, e la
percezione drammaticamente sofferta e conflittuale che della Scuola
hanno i precari, che da anni ci lavorano con passione in condizioni
estreme, e che stanno profondendo tutte le loro energie nello sforzo di
scongiurare la deriva privatistica e la rifunzionalizzazione
antidemocratica di una Istituzione cruciale per i destini del paese,
che gli ultimi governi, del tutto indifferenti ai valori della cultura
e incapaci di riconoscerne la peculiare “produttività”, hanno avuto
l’ardire di degradare a “servizio”.
Controbattere alle Sue affermazioni allegramente parenetiche e alle Sue
rosee prospettazioni significherebbe costringerLa ad uno sforzo troppo
prolungato e articolato di analisi e di meditazione, se non altro in
ragione del fatto che parlare di futuro come se il passato non
concorresse a ispirarne e condizionarne la costruzione è già di per sé
un assurdo storico e teoretico.
Ci limitiamo, perciò, alla sola intestazione della sua surreale
letterina, che a noi suona già come una provocazione. Vorremmo infatti
sapere a quali studenti Ella si rivolga quando dice “Cari studenti ”:
forse a quelli che l’hanno contestata in diverse sedi e che sono scesi
in piazza cento volte, sfidando i Suoi manganelli, per protestare
contro l’azzeramento del diritto allo studio? O a quelli che quest’anno
si sono visti aumentare le tasse regionali del 120% e che Ella ha
insultato e ferito, in Sicilia, pochi giorni fa, attribuendo
esclusivamente a loro, in quanto “fuoricorso”, il tracollo di
un’Università piagata dal baronato, vergognosamente depauperata,
ridotta ad un laureificio seriale e vanificata, nella sua azione, da
una società sempre meno disposta ad accogliere personale altamente
qualificato, trovando più comodo e funzionale brutalizzare i lavoratori
e farli morire precari?
E a quali insegnanti e professori si rivolge quando dice “Cari
insegnanti e professori”, di grazia? A quelli di ruolo, che rischiano
di tornare, a settembre, in una scuola violentata e balcanizzata dalla
Legge “ex Aprea”, il cui passaggio proditorio abbiamo scongiurato con
le nostre recentissime proteste, che si configura come
strumento-cardine della dissoluzione di quell’unità d’Italia tanto
celebrata a chiacchiere e che esautora i docenti, riducendoli a
burattini ricattabili da presidi-padroni e da privati finanziatori
abilitati anche ad espropriarli della dignità professionale, stabilendo
quali argomenti trattare e quali no, allo scopo di creare non più
cittadini consapevoli, ma perfette macchine da sfruttamento aziendale?
Oppure si rivolge a noi precari, decrepiti quarantenni da spazzar via
per far posto a quei “giovani” tenuti tuttavia con tracotanza e per
prudenza fuori da tutti i palazzi del potere; a noi, che siamo inseriti
in Graduatorie faticosamente scalate che Ella vuole capricciosamente e
irresponsabilmente “sparigliare” con un concorso che violerebbe
qualunque norma giuridica sui diritti acquisiti e che cozza contro il
più elementare buon senso?
Noi siamo sgomenti e restiamo davvero basiti, non solo nel constatare
l’illegittimità, la pericolosità e l’inconsistenza delle motivazioni
che La inducono ad annunciare, nelle condizioni in cui i governi dal
’97 ad oggi ci hanno messo, un nuovo concorso (troviamo sia permeato di
pericolosissimo razzismo eugenetico l’assioma assurdo che un “giovane”
sia necessariamente portatore di valori e metodi "innovativi"!), ma
anche nel rilevare l’assoluta strafottenza che Ella ostenta rispetto
alle tremende falle e ai feroci limiti che hanno caratterizzato i
sistemi di reclutamento fin qui posti in essere per “fare cassa” sulla
precarietà, di cui non dobbiamo essere e non saremo certo noi (questo
glielo promettiamo senz’altro!), a pagare definitivamente lo scotto,
facendoci da parte in silenzio dopo anni e anni di attesa, di
esperienza maturata, di dolore patito nel lasciare in sospeso, per
violenza istituzionale, il dialogo appena instaurato con i nostri
studenti e di furto legalizzato delle nostre spettanze.
A chi dice “Cari genitori ”, poi? Alle madri-maestre licenziate e
rispedite a fare le casalinghe perché surroghino quel welfare che il
permanere dei privilegi di pochi speculatori rendono “insostenibile”?
Ai genitori che si sono visti tagliare il tempo pieno e che sempre più
sono costretti a iscrivere i loro figli nelle costose scuole private
del pensiero unico? Alle madri e ai padri degli alunni disabili buttati
fuori dall’aula-Taigeto quando vengono “somministrati” alle classi i
velenosi e stolidi quiz dell’odioso e odiato Invalsi, rigettati dai
loro stessi creatori per la loro inefficacia e da voi adottati a
dispetto dell’opposizione strenua di docenti e famiglie?
E a chi si rivolge, ancora, quando dice “Cari impiegati del personale
amministrativo, tecnico e ausiliario”? Ha forse dimenticato che la
spending review, da Ella certamente approvata con quell’alto senso di
responsabilità che vi impegna moralmente a scaricare i costi della
crisi sui più deboli e a massacrare il settore pubblico, obbliga i
docenti inidonei e i tecnici a svolgere le mansioni degli
amministrativi, che restano, così, senza lavoro?
L’avete chiamata “riconversione”... ricorda? E' quell’infamia con cui
si equipara il lavoro di operatori scolastici specializzati a quello di
fungibili lavapiatti! 10.000 docenti, “in esubero” per i tagli
pregressi, andranno ad insegnare materie che non conoscono e 4000
docenti circa, gravamente ammalati, saranno costretti a improvvisarsi
segretari!
E tutto questo mentre si parla, con retorica melensa ed
"efficientista", di merito e di competitività! Quindicimila lavoratori
tutelati dalla legge e dalla Costituzione verranno barbaramente
umiliati e defunzionalizzati per raggranellare 200 milioni di euro,
cioè poco più del costo di un solo maledetto bombardiere F-135!
Non staremo a rimarcare, per noia e per stanchezza, la fallacia e
vacuità della Sua puerile fede nella biunivoca corrispondenza tra
informatizzazione e “ammodernamento”: Le ricordiamo che anche le
immagini pedopornografiche viaggiano, oggi, attraverso i
“dematerializzanti” canali telematici, e La sfidiamo a sostenere che
anche in questo caso siamo di fronte ad una “modernizzazione”!
Anche noi Le auguriamo buone vacanze, Signor Ministro, senz’ombra di
ironia, dal fondo della nostra angoscia crescente. Le auguriamo un
periodo di riflessione profonda sulla devastazione e sui molteplici
guasti che l’estensione indebita, alla Scuola, del modello produttivo
mercantilistico sta generando, compromettendo l’organicità strutturale
del sistema scuola e rinnegando la finalizzazione disinteressata,
umanistica e civica dei processi educativi, cioè mettendo fortemente a
rischio l’unità del paese, l’uguaglianza costituzionalmente sancita tra
cittadini e, in prospettiva, la pace nazionale.
Le suggeriamo di fare letture proficue, magari di rileggere i passi in
cui Quintiliano, primo professore di “Stato”, elogia la scuola pubblica
e ne illustra i vantaggi rispetto alla privata, o di rileggere quel
passo del Siddharta di Herman Hesse in cui il protagonista dimostra
concretamente, a un imprenditore, quanto una superiore cultura
filosofica e umanistica “implementi” anche il guadagno materiale,
consentendo di anticipare intuitivamente le reazioni dei partner
d’affari,
oppure ancora di leggere qualche libro-testimonianza di Erri de Luca,
scugnizzo assurto al rango di osservatore acuto e geniale delle
dinamiche del vivere e dell’essere grazie alla Scuola della Repubblica,
a quella Scuola statale che, tra le sue mura, come egli ha scritto, ha
fatto “il pari ” dal dopoguerra a oggi, emancipando chi altrimenti
sarebbe rimasto eterna vittima del fattuale e brutale “dispari ”
economico-sociale.
Noi precari in vacanza non ci andiamo, in massima parte: molti di noi
non possono permetterselo; altri non hanno il coraggio né l’animo
predisposto ad andarci, pensando che, dopo anni di abnegazione e di
insegnamento nonostante tutto gratificante, di aggiornamento a proprie
spese e di sacrifici personali e familiari, non riusciranno ad entrare
in classe, forse mai più; altri ancora sono alle prese con la
pianificazione laboriosa ed estenuante delle necessarie azioni di
contrasto al progetto governativo di smantellamento totale della
Pubblica Istruzione, surrogando la quasi inesistente opposizione
parlamentare.
Auspichiamo che Ella, Signor Ministro, che può godersele senza ansie né
timori, torni dalle Sue serene vacanze con un minimo di pudore e con un
massimo di dovuta resipiscenza.
I Precari Uniti
contro i tagli
earbori@tin.it
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