Pietro Perziani, Sabato 23 Giugno, http://www.governarelascuola.it
La recente sentenza della Corte Costituzionale, che ha bocciato le norme sul dimensionamento ed ha invece approvato quelle sulle scuole sottodimensionate, ha suscitato un certo scalpore, ma va detto che essa è perfettamente in linea con le numerose sentenze emesse dalla Corte dal 2003 ad oggi; il fatto è che lo Stato continua a legiferare come se la Riforma del Titolo V non fosse stata mai fatta, eppure sono passati 11 anni.
Questa volta, però, lo Stato si è “fatto furbo”; ben sapendo che le norme sul dimensionamento sarebbero state bocciate dalla Corte, ha adottato una specie di norma di salvaguardia che garantisse in ogni caso la riduzione di spesa: la non assegnazione del dirigente e del Dsga alle scuole sottodimensionate.
Il preside Pietro Perziani
Questo endemico conflitto Stato/Regioni ha così portato all’assurda situazione di 1000 scuole che giuridicamente mantengono la loro legittimità istituzionale, ma in realtà non è così, perché sono state rese acefale, con le ovvie, negative, conseguenze sulla funzionalità del servizio.
Non bastasse il danno già fatto dal legislatore, ci si sono messi anche il MIUR e le OO.SS., con il CCIN e la Nota che regolamentano la mobilità (Sic!) dei dirigenti.
E’ ormai evidente che il sistema di istruzione e formazione non può reggere in una situazione dove le competenze dei diversi Enti (Stato, Regioni, EE.LL., Scuole Autonome) non sono ben definite, sia a livello legislativo che a livello amministrativo.
Come abbiamo già avuto modo di evidenziare, finalmente negli ultimi tempi qualcosa si sta muovendo; recentemente, la IX Commissione della Conferenza delle Regioni ha approvato una Bozza di Accordo su “Finalità, tempi e modalità di attuazione” del Titolo V della Costituzione in tema di istruzione e formazione.
L’Accordo dovrà essere approvato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e poi dalla Conferenza Unificata Stato/Regioni; se venisse approvato, dovrebbe andare a regime entro il 30 giugno 2013.
L’accordo è suddiviso in cinque capitoli:
1-Competenze legislative
Vengono definite le competenze dello Stato e delle Regioni in materia legislativa:
- le norme generali di competenza statale saranno raccolte in un Testo Unico
- verranno individuati i livelli essenziali delle prestazioni da garantire sull’intero territorio nazionale
- le Regioni provvederanno ad adeguare la loro legislazione
- verranno stabilite le competenze degli EE.LL.
2-Trasferimento delle funzioni amministrative
Verranno emanati dal Governo i provvedimenti necessari per il trasferimento alle Regioni delle funzioni di amministrazione e di gestione del sistema; in particolare, passeranno alle Regioni i dipendenti e le risorse degli Uffici Scolastici regionali e provinciali
3-Organici
Entro il prossimo 30 ottobre verranno approvati i criteri per la suddivisione tra le Regioni delle dotazioni organiche
4-Dimensionamento
A regime, il dimensionamento verrà effettuato dalle Regioni e dagli Enti Locali entro il 31 dicembre di ogni anno, nell’esercizio delle rispettive competenze e nel rispetto dei vincoli annualmente stabiliti per la finanza pubblica.
5-Trasferimento dei beni e delle risorse
Le risorse (umane, strumentali, finanziarie) della scuola saranno trasferite alle Regioni; in tal senso, verrà modificata a livello legislativo la disciplina del rapporto di lavoro del personale della scuola.
Infine, sono previste anche alcune sperimentazioni, in materia di:
- nuovi modelli gestionali-organizzativi
- forme avanzate di autonomia delle istituzioni scolastiche
- edilizia scolastica
- reclutamento del personale
- nuovi modelli organizzativi, anche valorizzando le reti di scuole.
La carne al fuoco è veramente molta, va però sottolineato che questa è la posizione delle Regioni, bisognerà vedere cosa ne pensa lo Stato.
Contrariamente al passato, le Regioni sembrano comunque essersi attestate su una posizione di gestione diretta del sistema di istruzione e formazione da parte delle Regioni stesse e degli EE.LL., un modello molto vicino a quello già oggi esistente nella Provincia Autonoma di Trento.
Riconfermiamo la nostra posizione: non ci piace una scuola gestita dagli assessori regionali, temiamo una “aslizzazione” del sistema di istruzione.
I conflitti di competenza vanno risolti, ma valorizzando l’autonomia scolastica, allargandola dalla singola scuola alla gestione territoriale del sistema.