Iqbal, assassinato a dodici anni
Data: Luned́, 18 aprile 2005 ore 22:54:17 CEST
Argomento: Opinioni


Dieci anni fa, il 16 aprile 1995, un bambino pakistano di 12 anni, Iqbal Masih, veniva ucciso per strada mentre andava in bicicletta. Una morte violenta fra tante. Quella però era stata una morte speciale che forse ha cambiato un poco il nostro mondo.

Iqbal Masih era un bambino operaio schiavo, affittato dai genitori poverissimi ad un produttore di tappeti. Si era ribellato grazie all’impegno di un sindacalista pakistano che lo aveva liberato e poi trasformato in un piccolo grande testimone della condizione minorile in Asia, come in Africa, in America Latina e anche in parte in Europa e in Occidente. Fu ucciso da sicari degli imprenditori locali che non tolleravano il suo riscatto e soprattutto temevano il movimento sindacale e di opinione che era maturato in Pakistan, in Asia e cominciava ad estendersi in tutto il mondo: Iqbal era diventato un esempio e ormai quasi un piccolo mito. Ma quegli imprenditori fecero male i loro calcoli miopi: la sua morte divenne uno straordinario appello alla coscienza internazionale.

Dal 1995 ad oggi in tutto il mondo la conoscenza del fenomeno dello sfruttamento minorile nei diversi settori economici di molti Paesi poveri e di alcuni Paesi occidentali, si è sviluppata progressivamente fino a coinvolgere la stessa Unicef, l’Ilo (Agenzia del Lavoro delle Nazioni Unite), sindacati di categoria, mondo politico, associazioni imprenditoriali e commerciali. Ovunque sono nate associazioni nel nome di Iqbal, sono state fatte ricerche, analisi, organizzati convegni, realizzati documentari, film, scritti libri, e tante iniziative importanti.

A dimostrazione di quanto la pressione dell’opinione pubblica possa fare sulle multinazionali, qualche giorno fa l’azienda americana di scarpe Nike ha pubblicato per la prima volta un documento sulla responsabilità sociale descrivendo tutto il proprio gruppo nelle svariate componenti produttive sparse in tutti i continenti e svelando i problemi interni di lavoro disumano e di sfruttamento anche minorile in molti dei Paesi coinvolti. Una sorta di “outing” aziendale dopo anni di scioperi, appelli, impegni internazionali di associazioni, sindacati e governi per la denuncia delle condizioni di supersfruttamento del lavoro in molti Paesi da parte di grandi imprese.

Il 16 aprile, dal 1995 al 1998, era diventata in Italia una bella e importante giornata simbolica di mobilitazione, di attività, di impegni in tutti i settori della società , dal Nord al Sud del nostro Paese, grazie all’idea di una piccola associazione per i ragazzi-e di strada nel mondo (l’Associazione Mantovan di Venezia). Erano state coinvolte le massime autorità dello Stato, dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, al governo, dai sindacati alla Confindustria, dal mondo della cultura alla scuola,a decine di associazioni.

Ma "inspiegabilmente" quella Giornata è stata a poco a poco abbandonata dal 1999 in poi fino a sparire dal calendario delle giornate significative. Nel frattempo è stata proposta una data a freddo, senza significati simbolici forti, senza memoria collettiva internazionale, e così il 12 giugno è diventata la Giornata mondiale sul Lavoro Minorile. Ma il sacrificio di Iqbal resta un simbolo che non può essere cancellato.

da "L'Unità"







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