Scuola, Berlusconi modello Cepu
Data: Lunedì, 28 febbraio 2011 ore 06:58:41 CET Argomento: Rassegna stampa
"La scuola
pubblica è nel cuore degli italiani. Da Berlusconi arriva uno schiaffo
inaccettabile" e "se la Gelmini fosse un vero ministro, invece che
arrampicarsi sui vetri per difendere Berlusconi, dovrebbe dimettersi".
Va all'attacco il segretario del Pd, Pierluigi Bersani dopo
l'intervento di Silvio Berlusconi che ieri ha riletto un discorso del
'94 in cui criticava duramente la scuola pubblica. Oggi il ministro
Gelmini ha detto che il premier ha solo "difeso la libertà di scelta
educativa delle famiglie". Ad intervenire anche il Fli: "il vero centrodestra, quello di Fini e di
Fli, sta dalla parte della scuola pubblica, così come prevede la
Costituzione, senza nulla togliere alla scuola privata" dice Italo
Bocchino. Inaccettabile l'attacco contro la scuola pubblica"
anche secondo ItaliaFutura, l'associazione presieduta da Luca Cordero di Montezemolo (da
Paneacqua)
IL giorno dopo è ancora polemica sulla scuola. Il Pd è andato
all'attacco di Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani ha chiesto le
dimissioni del ministro della Pubblica istruzione Gelmini. Secca la
replica del premier, che ha accusato di essere stato travisato ma ha
ribadito l'allarme per "l'influenza deleteria" di "culture politiche" e
"ideologie" nel sistema scolastico italiano.
Intervenuto al congresso dei Cristiano riformisti, il premier ieri
aveva ripreso il discorso della sua "discesa in campo" del 1994 per
sostenere che "gli insegnanti della scuola pubblica inculcano agli
studenti valori diversi rispetto a quelli delle famiglie". Il giornale
dei vescovi 'Avvenire' oggi non ha dedicato alcun editoriale alle
dichiarazioni del premier sulla scuola come su famiglia e coppie gay.
E, dopo le prime polemiche da parte dell'opposizione, è intervenuta
Maria Stella Gelmini per affermare che "il pensiero di chi vuol leggere
nelle parole del premier un attacco alla scuola pubblica è figlio della
erronea contrapposizione tra scuola Statale e scuola Paritaria".
"Se la Gelmini fosse un vero ministro", ha attaccato Pierluigi Bersani,
"invece che arrampicarsi sui vetri per difendere Berlusconi, dovrebbe
prendere atto degli inaccettabili attacchi che il premier ha rivolto
agli insegnanti e alla scuola pubblica e dimettersi". Per il segretario
del Pd le parole del premier sono "uno schiaffo inaccettabile a chi
lavora con dedizione in condizioni rese sempre più difficili dal
governo". Gli ha fatto eco il capogruppo del Pd alla Camera, Dario
Franceschini, che ha invitato "tutti di nuovo in piazza, come le donne
il 13 febbraio senza simboli e bandiere, a difendere la scuola pubblica
dagli insulti a Berlusconi".
Critiche al Governo sono arrivate anche dai finiani. Il vicepresidente
di Fli Italo Bocchino si è domandato: "Possono il centrodestra italiano
e la destra nazionale mortificare così il popolo di insegnanti
sottopagati che ogni giorno forma i nostri figli?". Secondo il leader
dell'Italia dei valori Antonio di Pietro, Berlusconi non può dare
lezioni: "Se c'è qualcuno che è stato l'esempio negativo per i nostri
giovani è proprio il Presidente del Consiglio". Per il segretario di
Rifondazione comunista Paolo Ferrero, infine, "avere Berlusconi
Presidente del Consiglio equivale ad avere il mostro di Marcinelle a
gestire un asilo nido". Anche i Verdi hanno chiesto una manifestazione
di piazza.
Diramata in contemporanea con due distinti comunicati stampa, nel
pomeriggio è arrivata la smentita di Berlusconi e della Gelmini. "Come
al solito anche le parole che ho pronunciato sulla scuola pubblica sono
state travisate e rovesciate da una sinistra alla ricerca, pressoché
ogni giorno e su ogni questione possibile, di polemiche infondate,
strumentali e pretestuose", ha affermato il premier, che ha contestato
di aver attaccato la scuola pubblica, elogiato il "ruolo fondamentale"
svolto dagli insegnanti "in cambio di stipendi ancora oggi
assolutamente inadeguati" e poi ha aggiunto: "Questo non significa non poter ricordare e
denunciare l'influenza deleteria che nella scuola pubblica hanno avuto
e hanno ancora oggi culture politiche, ideologie e interpretazioni
della storia che non rispettano la verità e al tempo stesso espropriano
la famiglia dalla funzione naturale di partecipare all'educazione dei
figli".
E' il solito refrain: attacca a picconate e poi corre ai ripari
smentendo le sue stesse parole. Il capogruppo Pd alla Camera Dario
Franceschini ha replicato così alla dichiarazione del premier: "Come al
solito Berlusconi sostiene pateticamente il giorno dopo di essere stato
travisato ma, facendolo, questa volta aggrava le sue parole di ieri:
Vorrebbe essere lui a dire agli insegnanti quali sono le 'culture
politiche' e le 'interpretazioni storiche' che 'rispettano la verità' e
che possono entrare nelle scuole.
Un'altra prova terrificante della sua concezione di libertà".
"Dire che nella scuola pubblica hanno avuto e hanno tuttora un ruolo
deleterio ideologie politiche contrarie a quelle delle famiglie è
insensato, oltre che irresponsabile", ha detto Anna Finocchiaro,
presidente del gruppo del Pd al Senato.
"La scuola pubblica è un`istituzione fondamentale della nostra
Repubblica democratica, il luogo deputato ad assicurare pari
opportunità di istruzione, e quindi pari condizioni di partenza, a
tutti i cittadini, e il luogo della libertà di pensiero. Un attacco da
parte del Presidente del Consiglio alla scuola pubblica, dunque, è un
fatto di gravità inaudita: è l`attacco a uno dei pilastri della nostra
democrazia", ha affermato in una nota.
"Ma siccome ormai ci stiamo abituando a tutto - ha detto ancora Anna
Finocchiaro - occorre ricordare che purtroppo Berlusconi ha da tempo,
ben prima delle parole, usato fatti contro la scuola pubblica. La
riforma di cui oggi ha parlato l`ha impoverita di anno in anno, le ha
tolto ore di lezione e insegnanti e materie e infrastrutture e sostegno
per l`handicap. Il tempo pieno e tutte le attività che rendono bella la
nostra scuola sopravvivono grazie alla buona volontà di quei presidi e
quegli insegnanti che anche oggi hanno ricevuto un altro destro dal
Premier e di fronte al quale il ministro Gelmini dovrebbe dimettersi.
Ma credo che stia arrivando il momento in cui gli italiani si
libereranno di questo governo e del suo Presidente del Consiglio.
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