Intervista a Maria Montessori
Data: Domenica, 14 novembre 2010 ore 18:06:20 CET Argomento: Rassegna stampa
A seguito di
una seduta spiritica, in realtà organizzata per conoscere il nome del
nuovo direttore generale dell’USRS, spuntava a sorpresa Maria
Montessori, nata a Chiaravalle il 31 agosto 1870 e morta a Noordwijk
aan Zee il 6 maggio 1952. Pedagogista, filosofa, medico, scienziata,
educatrice, Maria sarà iscritta alla scuola preparatoria comunale di
Rio Ponte in Roma. Gli studi elementari non saranno molto brillanti a
causa di problemi di salute e di una lunga rosolia.
Studia francese e pianoforte, che abbandonerà presto. Verso gli undici
anni comincia ad appassionarsi agli studi.
Passione giovanile è l'arte drammatica. Eccellente in italiano presenta
lacune in grammatica e matematica. Nel febbraio del 1884 si apre a Roma
la “Regia scuola tecnica femminile”. Maria è tra le prime dieci alunne
e si diploma con 137/160.
Subito abbiamo approfittato della sua apparizione per una veloce
intervista.
ASASi: Dottoressa Montessori,
ci parli del suo metodo pedagogico.
Maria Montessori: il metodo montessoriano parte dallo
studio dei bambini con problemi psichici, espandendosi allo studio
dell'educazione per tutti i bambini. Il metodo applicato su persone
subnormali aveva effetti stimolanti anche se applicato all'educazione
di bambini normali. Insomma, il bambino come essere completo, capace di
sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali (come
l'amore), che l'adulto ha ormai compresso dentro di sé rendendole
inattive. Il principio fondamentale deve essere la libertà
dell'allievo, poiché solo la libertà favorisce la creatività del
bambino già presente nella sua natura. Dalla libertà deve emergere la
disciplina. Un individuo disciplinato è capace di regolarsi da solo
quando sarà necessario seguire delle regole di vita.
Il periodo infantile è un periodo di
enorme creatività, è una fase della vita in cui la mente del bambino
assorbe le caratteristiche dell'ambiente circostante facendole proprie,
crescendo per mezzo di esse, in modo naturale e spontaneo, senza dover
compiere alcuno sforzo cognitivo.
Molte regole dell'educazione
consolidate nei primi anni del secolo cambiarono. I bambini subnormali
venivano trattati con rispetto, venivano organizzate per loro delle
attività didattiche. I bambini dovevano imparare a prendersi cura di se
stessi ed erano incoraggiati a prendere decisioni autonome.
L'equivoco di base della psicologia
scientifica era da ricercare nella sua illusione di fondo, secondo la
quale erano sufficienti una osservazione pura e semplice e una
misurazione scientifica per creare una scuola nuova, rinnovata ed
efficiente.
“La persona che parla, disperdendo
per l’atmosfera dei suoni articolati non è sufficiente. Bisogna che la
parola diventi permanente, si solidifichi sugli oggetti, si riproduca
con le macchine, viaggi attraverso i mezzi di comunicazione, raccolga i
pensieri di persone lontane, e possa quindi eternarsi in modo da
fissare le idee nel susseguirsi delle generazioni. Per questo è che,
mancando del linguaggio scritto, un uomo rimane fuori della società”.
La padronanza dell’alfabeto
arricchisce l’uomo, estende i suoi poteri naturali di esprimersi, li
rende permanenti, li trasmette nel tempo e nello spazio, gli permette
di rivolgersi all’umanità e alle nuove generazioni.
ASASi: Dottoressa Montessori,
cosa pensa del modo in cui la scuola italiana accoglie i diversabili,
cioè i giovani che lei chiamava subnormali?
Maria Montessori: Cambiando continuamente i nomi non si
migliora la situazione. Credo invece che la struttura dei docenti di
sostegno sia un errore pedagogico. Si rimarca la differenza del
diversabile e si deresponsabilizzano gli altri docenti. Credo sia solo
un modo di moltiplicare i posti di lavoro pubblici. Invece credo nella
professionalità e nella specializzazione del consiglio di classe. Io ho
insegnato tutta una vita, ma sono un medico. Occorre formare e
selezionare adeguatamente i consigli che accolgono i diversabili, e non
tutti possono essere accolti. Non dimentichiamo che la scuola è il
luogo deputato all’istruzione, non è una casa di cura né un
riformatorio e i giovani con gravi handicap hanno bisogno di cure
specialistiche in strutture apposite: non possono essere parcheggiati
in un’aula.
ASASi: Dottoressa Montessori,
quale differenza nota tra i tempi del fascismo, in cui lei visse, e i
tempi attuali?
Maria Montessori: il fascismo mi definì “abile
ammaliatrice”, “camuffatrice”, “affarista”. Nel 1934 arriva l'ordine di
chiusura di tutte le scuole Montessori, sia per adulti che per bambini,
fatta eccezione per due o tre classi che vivranno nella
semiclandestinità. Nello stesso anno anche Hitler ordina la chiusura
delle scuole Montessori in Germania e Austria.
Nel 1933 esce “La pace e
l'educazione”, ma ero ormai emarginata dalla cultura fascista e non mi
resterà che andare negli USA, dove il New York Tribune mi presentò come
the most interesting woman of Europe, e in Olanda. Nel 1936 il Regime
chiude per ordine del ministro De Vecchi anche la Regia scuola
triennale del Metodo Montessori, che a Roma preparava le maestre, fin
dal 1928.
Oggi voi non state meglio, penso al
“codice disciplinare per i dirigenti scolastici”di Brunetta.
Se le dichiarazioni possono essere
“lesive dell'immagine dell'amministrazione”, si rischia la sospensione
dal servizio e dello stipendio. Ma penso anche a un Ministro e a due
sottosegretari (per non parlare dei consulenti) che non riuscendo a
completare il concorso a ispettore, mandando al massacro i 426 presidi
siciliani che hanno nominato col concorso del 2004, impedendo ogni
continuità didattica, ledono giorno dopo giorno l’immagine della
Pubblica Amministrazione come mai era avvenuto.
I miei tempi erano più seri: nel
1907, a San Lorenzo, apre la prima Casa dei Bambini, in cui si applica
una nuova concezione di scuola d'infanzia. Da quel momento, il metodo
avrebbe riscosso un buon interesse nel Nord America, col tempo poi
affievolitosi, fino al ritorno in auge sostenuto da Nancy McCormick
Rambusch, fondatrice, nel 1960, della Società Montessori Americana.
Dal successo dell'esperimento romano
nasce il movimento montessoriano, dal quale nel 1924 avrà origine la
scuola magistrale Montessori e l'“opera Nazionale Montessori”, eretta,
quest'ultima, in Ente Morale e volta alla conoscenza, alla diffusione,
all'attuazione e alla tutela del mio Metodo.
Oggi non si intravvede nessun metodo,
ciascuno insegna a suo modo quello che vuole: la disciplina è assente
tra gli studenti, ma anche in seno al personale.
R.T.
dalla
letterina ASASI - Rete delle scuole autonome della Sicilia (
asasisicilia@alice.it )
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