Catania: Assistenti Amministrativi ATA al collasso!
Data: Domenica, 05 settembre 2010 ore 18:00:00 CEST
Argomento: Redazione


La dolorosa realtà di tornare allo stato di disoccupato dall’01 settembre 2010, riguarda i circa 100 ATA amministrativi di Catania, ancora senza lavoro, impegnati l’anno scorso con nomine annuali e supplenze temporanee, e in residua misura con il Salva Precari 2009/10, per garantire ed espletare le innumerevoli attività amministrative in varie scuole catanesi e della provincia.
Numerose le proteste e una domanda ricorrente: sciopero della fame, l’occupazione di numerosi U.S.P., le note di protesta pubblicate dal personale ATA, sono servite a qualcosa?
Eppure alle convocazioni del 27 agosto, in qui si sono verificate forti proteste all’IPSIA Fermi di Catania, per l’esiguità dei posti resisi disponibili, tali da rendere necessario l’intervento della Polizia, sono seguite l’occupazione dell’U.S.P. Catania il 31 agosto, ragionevolmente comprensibile per il taglio agli organici ATA, che lascia numerosi precari ATA dopo anni di sacrifici senza un posto di lavoro e ulteriori forme di protesta, ma ciò non è bastato per far ragionare il MIUR sulle politiche di razionalizzazione degli organici.
Ma assolutamente insufficiente sembra la risposta data ai Sindacati e alle numerose esigenze dei precari amministrativi ATA, giunta in queste ore attraverso i mass-media, che confermano una linea politica di rigore, assolutamente insufficiente alla situazione drammatica in cui versano numerose famiglie monoreddito, con le scuole pubbliche in affanno, e con servizi amministrativi che risulteranno inadeguati alla domanda dell’utenza pubblica e privata sempre più esigente, all’alba di un anno scolastico, che rischia di compromettere il regolare inizio delle lezioni e il normale svolgimento delle attività amministrativo - contabili.
A ciò aggiungasi la selezione concorsuale del personale ATA, che attraverso la Mobilità Verticale, nel triennio 2010/12 in qui saranno sacrificati numerosi posti di lavoro e “senza valide alternative”, produrranno l’effetto di una sensibile riduzione del personale amministrativo precario a vantaggio dei collaboratori scolatici già di ruolo, con l’aggravante del ritardato pensionamento a far data dall’01/01/2012 delle donne con una età non inferiore ai 65 anni, al pari degli uomini, a parità di contributi versati, così come stabilito dalla CE.
A tal proposito mi sento di fare una osservazione: ma a cosa sono serviti non meno di 5 anni di precariato nelle scuole alla ricerca di una professionalità conquistata sul campo e in parte attraverso corsi di formazione, quando attraverso una procedura concorsuale seppur legittima, vengono sacrificati numerosi precari ATA, le loro anzianità di servizio, i loro sacrifici, le loro speranze di stabilizzazione, nel rispetto del principio di esclusività della professione che impedisce l’esercizio di altri lavori, con conseguente danno a coloro i quali vanno a perdere l’unico lavoro di cui sono beneficiari, a fronte di politiche restrittive e lesive di interessi di migliaia di precari.
Ma ancora più grave e allarmante, è il segnale che giunge dal Ministro della Pubblica Istruzione M.S. Gelmini, insensibile a tale dramma sociale, così come appreso dai mass-media.
Ma fare dichiarazioni in cui è evidente la chiusura verso soluzioni positive alla questione sopracitata, assume i connotati di una grave  responsabilità qualora diventasse motivo di proteste ancor più significative e i presupposti sembrano esserci tutti.
Se la politica del fare trionferà, se prevarrà il buon senso, attraverso una seria concertazione, con un programma di assunzioni, con un piano di formazione e valorizzazione per il personale precario, cercando di evitare gli sprechi che ci sono nelle scuole e che vanno naturalmente evitati, allora si potrà discutere, altrimenti è il caso di dire che è proprio finita.
“Al centro di una sfida politica non possiamo mettere la scuola, sarebbe un errore imperdonabile che nessuno si può permettere”
Questo concetto é molto chiaro all’Europarlamentare Onorevole Rita Borsellino, che vuole mettere la parola fine a questa vergogna sociale, per una scuola che guardi all’Europa in maniera diversa.
Già le interrogazioni fatte in Commissione Europea da Rita Borsellino, sulla questione stabilizzazione precari amministrativi, per coloro i “QUALI HANNO PRESTATO NON MENO DI TRE ANNI DI SERVIZIO” rappresentano una grande testimonianza di vicinanza alla categoria e un impegno politico costante e duraturo, un impegno sociale per la scuola siciliana di cui questa donna straordinaria ne è protagonista.
Chiediamo dalla politica del fare e non da quella che ci vuole disoccupati il lavoro e chiediamo che venga urgentemente affrontato il problema, perché è solo attraverso “un tavolo tecnico, di responsabilità che passa la soluzione del problema” .
Vogliamo restituita la dignità, quella di un posto di lavoro
La scuola che dir se ne voglia è un servizio importante da rendere ai cittadini, per garantire una crescita della società sotto il profilo culturale, morale, e religioso, un impegno oneroso ma necessario.

Mario Di Nuzzo
mario.dinuzzo@libero.it







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