La docente blogger: «Khamenei non riuscirà a debellare l'onda verde»
Data: Lunedì, 22 giugno 2009 ore 20:44:40 CEST
Argomento: Rassegna stampa




Professoressa crede ci sarà una repressione violenta?
«Credo di no. I mullah non sono omogenei nei riguardi del movimento popolare. Alcuni sono d’accordo che ci vogliano delle riforme. Altri non prendono posizione ma non vogliono spargere il sangue dei cittadini. L’Ayatollah Khamenei potrebbe continuare la strategia della repressione di bassa intensità. Ma non ce la farà a respingere il movimento. La gente sa che se ora si tira indietro, dovrà subire altri dieci anni di repressione»

C’è qualche possibilità che si arrivi a nuove elezioni?
«Il regime ha fatto lo stesso errore dello Scià: doveva dimostrare apertura subito. Invece ha reagito con un muro, e man mano che ribadisce il no, crescono le richieste dei manifestanti. Nel 1979 chiedevamo solo che lo Scià applicasse la Costituzione. Dopo mesi di repressione, chiedemmo che se ne andasse. E se ne dovette andare. E ora, le elezioni non bastano più. I manifestanti chiedono una commissione per modificare la Costituzione».

Le sembra possibile?
«Lo credevo impossibile. Ma Khamenei non è riuscito a concludere un patto con Rasfanjani, come si capisce dal fatto che ne ha arrestato i figli. La frattura ai massimi livelli c’è. E nel frattempo la ribellione è diventata un movimento di base, tenuto vivo dalla stessa gente che negli anni scorsi si riuniva nelle case per leggere un libro o guardare un film. Erano gruppi che trovavano nella cultura e nell’informazione sollievo alla repressione. Queste sono le persone che ora tengono viva la protesta. E simili movimenti non li reprimi se non con un bagno di sangue, e ripeto che non credo che il regime ne abbia voglia».

E’ soddisfatta del sostegno internazionale?
«Trovo giusto che i governi stiano distanti, e che invece si moltiplichino gli appelli di intellettuali e pacifisti di tutti i Paesi, soprattutto europei e americani.»

Ahmadinejad ci fa credere che gli iraniani disprezzino l’Occidente.
«Falsissimo. L’Iran è il Paese più filo-occidentale della regione. La maggioranza degli iraniani si vergogna di lui quando nega l’Olocausto, e lo trova politicamente stupido quando pretende di negare il diritto all’esistenza di Israele. Però è vero che abbiamo due motivi di risentimento contro l’Occidente: il colpo di Stato del 1953, orchestrato dalla Cia, che bloccò la strada della democrazia, e ci ha precipitato in questo inferno. E poi l’insistenza con cui non volete che ci procuriamo energia nucleare a scopo pacifico. Su questi due punti ci sentiamo perseguitati. Ma con il dialogo, finiremo per capirci».






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