Il rapporto Eurispes e la scuola siciliana
Data: Giovedì, 11 marzo 2004 ore 20:58:41 CET
Argomento: Rassegna stampa


Scuola, passi in avanti e antichi ritardi


Palermo. È una fotografia in bianco e nero quella della scuola siciliana che viene fuori dal rapporto Eurispes. Da un lato il «chiaro» degli investimenti, cospicui, che stanno arrivando sul fronte dell'edilizia scolastica, uno degli aspetti più carenti. Dall'altro il «nero» di realtà scolastiche che lasciano ancora molto a desiderare sul fronte della sicurezza, e che stentano a modernizzarsi per mancanza di mezzi se è vero, come è vero, che per quanto riguarda l'informatica il rapporto è di un computer ogni 39 studenti, contro l'uno a 28 che è la media nazionale. Per non parlare poi della dispersione, nella media nazionale per quanto riguarda elementari e medie inferiori, ma decisamente alta per quanto riguarda le superiori. Insomma, luci e ombre. Ombre che si spera saranno spazzate via una volta risolti i problemi strutturali.
I primi passi per dotare la Sicilia - che è tra le Regioni a popolazione scolastica più numerosa - di scuole veramente degne di questo nome si stanno muovendo. La nostra regione è al terzo posto (preceduta solo da Lombardia e Campania) per quanto riguarda i fondi destinati all'edilizia scolastica: 2.159.500 euro. Un finanziamento consistente, che pure non basta a risolvere in toto il problema, strettamente connesso alla sicurezza delle aule. «I fondi – sottolinea il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale, Guido Di Stefano (nella foto)– stanno arrivando. Nell'ottobre scorso il ministero ha rifinanziato il piano triennale, attraverso mutui presso la Cassa depositi e prestiti a totale carico dello Stato, e stanziamenti ingenti ci sono anche da parte della Regione, che sembra avere finalmente sbloccato i fondi Gescal. C'è da sperare che almeno sul fronte dell'adeguamento alle norme di sicurezza si riesca a rispettare la scadenza del 31 dicembre 2004. E sarebbe anche necessario che gli Enti locali, singolarmente, elaborassero dei veri e propri piani di edilizia scolastica impropria da dismettere». Altro nodo, la scarsa informatizzazione. «In questo – sottolinea Di Stefano – stiamo migliorando, anche se indubbiamente il problema esiste ancora. Ci sono stati investimenti consistenti sulla formazione professionale dei docenti. Hanno aderito circa 160 mila insegnanti. Certo, servono risorse, ma non siamo in discesa, e questo dimostra che è necessario insistere con interventi perequativi per il Sud».
Infine, la dispersione scolastica. Già i dati del rapporto Eurispes sono abbastanza confortanti, tranne che per le superiori. La percentuale relativa agli abbandoni al primo anno (relativa all'anno scolastico 2000/2001) è pari al 12, 8 per cento, a fronte dell'11,3 nazionale. «Il forte numero di abbandoni – osserva Di Stefano – nella media di secondo grado dimostra che la riforma dell'istruzione è assolutamente necessaria, se no è poco probabile che si riescano a raggiungere gli standard europei».
Mariateresa Conti
 







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