La Flc-Cgil, a cui si è aggiunta
la Gilda degli insegnanti, ha aperto le ostilità contro i tagli
nella scuola, il disegno di legge Aprea, il trattamento dei precari,
il ridimensionamento, le nuove norme sul contratto, la
scarsa attenzione per la formazione professionale e pure contro
il provvedimento Brunetta sulla malattia.
Carnet pieno per una mobilitazione alla quale Cisl, Uil-scuola
e autonomi guardano con una certa attenzione. In modo particolare
brucia per tutti i sindacati la piaga del precariato, di
tantissimi docenti assunti con contratto a termine e che a
causa della legge 133, quella sui tagli, rischiano l’esclusione definitiva,
nonostante, a fronte di un esodo di circa 40 mila insegnanti
previsto per quest’anno, si calcola un rimpiazzo di soli
20 mila posti (7.000 andrebbero al sostegno) contro i 250 mila
in attesa della cattedra.
La faccenda è dunque seria anche
perché si starebbe innalzando il numero minimo di alunni per
classe, mentre il decreto legge Aprea e la cosiddetta bozza Israel
prevedano forme nuove di reclutamento la cui struttura però
è stata già bocciata. Ma anche sull’aggiornamento dei docenti,
soprattutto in vista delle nuove offerte formative e delle norme
sulla valutazione, tutte le organizzazioni sindacali sono critiche
sempre per via della riduzione dei fondi che sarebbero
stati ridotti del 30% circa, garantendo a stento quindi la finalità
prevista. A tutto questo si sta aggiungendo un’altra grana nella
forma del regolamento per le supplenze che già racchiude
elementi pesanti e oggettivamente grotteschi che, come denunciano
sempre i sindacati, porteranno direttamente al Tar.
La scuola sta dunque diventando luogo di scontro sindacale
e politico mentre dovrebbe essere il punto di riferimento più
importante della nazione, visto che fra le sue mura si formano
i cittadini e da una istruzione coerente e ben mirata dipende il
futuro della società. Non si capisce dunque il motivo di tanta
conflitto che ha raggiunto forme di evidente esasperazione dal
momento che, a cominciare dei precari a finire col personale Ata, ogni scelta fatta ha qualcosa di sbagliato. Eppure basterebbe
solo un tavolo a tre gambe ed evocare, col pendolino, lo spirito
di chi ha fatto per molti anni invidiabile la nostra scuola.
Chissà che consiglio darebbe?
PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)