I PROGRAMMI MINISTERIALI DELLA SCUOLA MEDIA
Data: Sabato, 02 marzo 2002 ore 02:57:36 CET Argomento: Redazione
I
programmi della Scuola Media
D. M. 9 febbraio 1979
PARTE PRIMA
PARTE SECONDA
PARTE TERZA
PARTE QUARTA
ITALIANO
STORIA
EDUCAZIONE CIVICA
GEOGRAFIA
LINGUA STRANIERA
SCIENZE MATEMATICHE, CHIMICHE, FISICHE E NATURALI
EDUCAZIONE TECNICA
EDUCAZIONE MUSICALE
EDUCAZIONE FISICA
PARTE I
PREMESSA GENERALE
CARATTERI E FINI DELLA SCUOLA MEDIA
1 - Il dettato costituzionale
La costituzione italiana sancisce all'art. 34 che "l'istruzione
inferiore impartita per almeno otto anni è obbligatoria e gratuita" e
all'art. 3 che "è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di
ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza
dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e
sociale del Paese".
Al raggiungimento di queste finalità è diretta e ordinata la scuola media
nella sua impostazione educativa e didattica, nelle sue strutture, nei suoi
contenuti programmatici.
2 - Gli interventi legislativi
La scuola media discende da interventi legislativi che appartengono ad un
unico disegno riformatore.
La legge 31 dicembre 1962, n. 1859 ha istituito la scuola media unica,
obbligatoria, gratuita, secondaria di primo grado.
La legge 16 giugno 1977, n. 348 ha perfezionato il processo di unificazione
eliminando il principio della facoltatività, estendendo in pari tempo l'area
delle discipline obbligatorie tutte aventi uguale valore e dignità, e
introducendo notevoli innovazioni nella impostazione dell'educazione
linguistica, della educazione scientifica e dell'educazione tecnica.
La legge 4 agosto 1977, n. 517 ha rafforzato la capacità democratica delle
strutture della scuola media, ponendo al centro dei suoi interventi la
programmazione educativa e didattica dalla quale discendono nuovi criteri di
organizzazione del lavoro scolastico, nuovi strumenti valutativi e
corrispondenti iniziative di integrazione e di sostegno.
Gli interventi legislativi del 1977 sviluppano i principi ispiratori della
riforma del 1962 sia mettendo a disposizione più adeguate strutture per un
servizio scolastico finalizzato alla promozione umana e culturale di tutto il
popolo italiano, sia eliminando quelle strutture che si erano dimostrate
inadeguate (classi d'aggiornamento e classi differenziali).
3 - Principi e fini generali della scuola media
Come scuola per l'istruzione obbligatoria la scuola media risponde al
principio democratico di elevare il livello di educazione e di istruzione
personale di ciascun cittadino e generale di tutto il popolo italiano, potenzia
la capacità di partecipare ai valori della cultura, della civiltà e della
convivenza sociale e di contribuire al loro sviluppo.
La scuola media, secondo la legge istitutiva, "concorre a promuovere la
formazione dell'uomo e del cittadino secondo i principi sanciti dalla
Costituzione e favorisce l'orientamento dei giovani ai fini della scelta
dell'attività successiva".
a) Scuola della formazione dell'uomo e del cittadino
La scuola media è formativa in quanto si preoccupa di offrire occasioni di
sviluppo della personalità in tutte le direzioni (etiche, religiose, sociali,
intellettive, affettive, operative, creative, ecc.). Essa favorisce, anche
mediante l'acquisizione di conoscenze fondamentali specifiche, la conquista di
capacità logiche, scientifiche, operative e delle corrispondenti abilità e la
progressiva maturazione della coscienza di sé e del proprio rapporto con il
mondo esterno.
b) Scuola che colloca nel mondo
La scuola media aiuta pertanto l'alunno ad acquisire progressivamente una
immagine sempre più chiara ed approfondita della realtà sociale, a riconoscere
le attività con cui l'uomo provvede alla propria sopravvivenza e trasforma le
proprie condizioni di vita, a comprendere il rapporto che intercorre fra le
vicende storiche ed economiche, le strutture, le aggregazioni sociali e le
decisioni del singolo.
Le esperienze e le conoscenze che la Scuola media è tenuta a fornire
offrono, in questo quadro, un ruolo di primaria importanza anche ai fini
dell'orientamento.
c) Scuola orientativa
La scuola media è orientativa in quanto favorisce l'iniziativa del soggetto
per il proprio sviluppo e lo pone in condizioni di conquistare la propria
identità di fronte al contesto sociale tramite un processo formativo continuo
cui debbono concorrere unitariamente le varie strutture scolastiche e i vari
aspetti dell'educazione. La possibilità di operare scelte realistiche
nell'immediato e nel futuro, pur senza rinunciare a sviluppare un progetto di
vita personale deriva anche dal consolidamento di una capacità decisionale che
si fonda su una verificata conoscenza di sé.
d) Scuola secondaria nell'ambito dell'istruzione obbligatoria
Successiva alla scuola primaria, la scuola media si colloca all'interno del
processo unitario di sviluppo della formazione, che si consegue attraverso la
continuità dinamica dei contenuti e delle metodologie, nell'arco della
istruzione obbligatoria; essa persegue con sviluppi originali, conformi alla sua
natura di scuola secondaria di primo grado, il raggiungimento di una
preparazione culturale di base e pone le premesse per l'ulteriore educazione
permanente e ricorrente. Come tale non è finalizzata all'accesso alla scuola
secondaria di secondo grado pur costituendo il presupposto indispensabile per
ogni ulteriore impegno scolastico.
4 - Strutture partecipative per la collaborazione tra famiglia e scuola
previste dal D.P.R. 31 maggio 1974 n. 416
Le strutture partecipative di una scuola non ancorata ad un'unica
interpretazione della realtà, ma effettivamente aperta a tutti i fermenti e
agli apporti del mondo esterno, debbono consentire alla scuola media di
sviluppare in modo tutto particolare la propria azione educativa in stretta
cooperazione con le famiglie, raccogliendo le loro indicazioni per quanto
riguarda le scelte educative fondamentali: a tal fine dovranno essere
vitalizzate le occasioni di incontro offerte dai consigli di classe, dal
consiglio d'istituto, dalle assemblee dei genitori, dai periodici incontri
docenti - genitori. Dovranno essere altresì utilizzate tutte le occasioni e le
strutture per un proficuo rapporto fra la comunità territoriali, anche per il
tramite del consiglio distrettuale, ai sensi del decreto delegato del 31 maggio
1974, n. 416 e delle disposizioni legislative successive.
5 - La professionalità dei docenti nella scuola media
Agli insegnanti si richiede una specifica capacità professionale al fine di
assicurare la loro iniziativa responsabile nelle scelte didattiche e nella
programmazione degli itinerari di apprendimento anche al fine di realizzare un
proficuo dialogo educativo.
In relazione all'ampliamento delle responsabilità, nel rispetto dei nuovi
compiti a lui assegnati dai decreti delegati, si pone per il docente l'esigenza
di una approfondita preparazione non solo sul piano culturale specifico ma anche
su quello didattico. Da ciò la necessità di un aggiornamento - come diritto e
dovere - che permetta al docente non solo di adeguare le proprie conoscenze ma
anche di acquisire gli strumenti necessari per affrontare con competenza i
propri compiti.
6 - La libertà d'insegnamento e i diritti degli alunni
La libertà d'insegnamento, è garantita ai docenti dall'art. 4 della legge
30 luglio 1973, n. 477 esplicitato nell'art. 1 del D.P.R. n. 417 che recita:
"nel rispetto delle norme costituzionali e degli ordinamenti della scuola
stabiliti dalle leggi dello Stato, ai docenti è garantita la libertà
d'insegnamento. L'esercizio di tale libertà è inteso a promuovere, attraverso
un confronto aperto di posizioni culturali, la piena formazione della personalità
degli alunni. Tale azione di promozione è attuata nel rispetto della coscienza
morale e civile degli alunni stessi".
Vengono qui chiaramente indicati gli spazi di una interpretazione realmente
democratica del principio di libertà d'insegnamento per il docente, il quale,
mentre è protagonista delle scelte didattiche, è tenuto contemporaneamente,
nel rispetto dei diritti degli alunni, ad operare per il raggiungimento dei
livelli educativi e culturali suggeriti dai programmi.
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PARTE SECONDA
UNA SCUOLA ADEGUATA ALL'ETA' E ALLA PSICOLOGIA DELL'ALUNNO
1 - La realtà dell'alunno che si trova nella fase della preadolescenza
Gli alunni ai quali questa scuola si rivolge si trovano ad affrontare (pur
nella diversità delle situazioni personali, dei ritmi dello sviluppo
psico-fisico e dei livelli di maturazione) il passaggio dalla fanciullezza
all'adolescenza per giungere ad una più avvertita coscienza di sé, alla
conquista di una più strutturata capacità di astrazione e di
problematizzazione e ad un nuovo rapporto con il mondo e con la società.
L'aderenza alle caratteristiche psicologiche di una fase evolutiva, nella
quale si sviluppa la capacità sociale di reciproca relazione e collaborazione e
si avvia l'organizzazione della personalità di una responsabile autonomia, deve
costituire un criterio direttivo costante dell'azione educativa e didattica dei
docenti e della scuola, affinché possano realizzarsi, da parte degli alunni,
proficui processi di apprendimento e di auto-orientamento.
Dato per scontato che alla scuola media accedono alunni che hanno un
retroterra sociale e culturale ampiamente differenziato, la scuola media deve
programmare i propri interventi in modo da rimuovere gli effetti negativi dei
condizionamenti sociali, da superare le situazioni di svantaggio culturale e da
favorire il massimo sviluppo di ciascuno e di tutti.
2 - Individualizzazione degli interventi
La individualizzazione degli itinerari di apprendimento è garanzia, per
l'alunno, di effettiva soddisfazione del diritto allo studio, cui corrisponde il
dovere di impegnarsi per la promozione di sé e per la preparazione ad assolvere
i propri compiti sociali in termini sia di conquista degli elementi culturali
comunque indispensabili, sia di sviluppo di tutte le potenzialità personali.
In questo quadro pone particolari problemi la presenza di alunni portatori di
handicaps, i quali evidentemente esigano, pur se inseriti, come disposto dalla
legge, nelle classi normali, il rispetto più attento della loro differenziata
situazione e la messa in azione di appropriati interventi educativi e didattici.
Gli interventi specialistici di medicina scolastica, la disponibilità di
docenti particolarmente preparati, il servizio socio-psico-pedagogico, le forme
particolari di sostegno previsti dalla legge n. 517 del 1977 a favore degli
handicappati - tanto più che il solo inserimento dello handicappato nella
scuola non risolve le difficoltà ma rischia addirittura di determinare
situazioni dannose per lo stesso handicappato e gli altri membri della comunità
- classe - concorrono proprio ad assicurare un servizio scolastico adeguato alla
delicatezza dell'inserimento.
Di fronte a queste situazioni peraltro l'individuazione didattica diventa
esigenza imprenscindibile nella programmazione del consiglio di classe.
3 - Rapporti interpersonali
Di fondamentale importanza è, infine, la presa di coscienza del ruolo che in
educazione ha la interazione educativa nei rapporti interpersonali che
coinvolgono aspetti razionali ed affettivi, emotivi, etici; e ciò
particolarmente in quella delicata fase dell'età evolutiva in cui avvengono le
trasformazioni più importanti nella condizione fisica e psicologica (crisi
puberale, affermazione della propria autonomia, ricerca di una socialità di
sostegno e di rassicurazione tra i coetanei).
Si impone perciò ai docenti una costante verifica dei loro comportamenti in
base alla conoscenza delle dinamiche psicologiche sia individuali che sociali e
tenendo presenti che il rispetto della crescita e della maturazione personale
del preadolescente è essenziale in questa fase del processo educativo.
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PARTE TERZA
PROGRAMMAZIONE EDUCATIVA E
DIDATTICA
1 - Significato finalità e struttura dei
programmi
Ai programmi di tutte le discipline debbono
riferirsi il Consiglio di classe e i singoli docenti per impostare
concretamente, e in relazione alla situazione della classe e dei singoli alunni,
i piani didattici, secondo il criterio della programmazione curriculare.
La relativa ampiezza dei programmi è
giustificata dalla esigenza di richiamare: le finalità specifiche delle singole
discipline e attività, nel quadro educativo generale in cui esse si
inseriscono; la proposta di alcune linee metodologiche, pur nel rispetto della
libertà didattica dei docenti; la definizione dei contenuti programmatici,
reimpostati, secondo gli sviluppi della ricerca culturale, tenendo presente gli
esiti positivi e quelli meno soddisfacenti dell'esperienza sinora maturata nella
scuola dal 1963 e, per alcune discipline, delle indicazioni contenute nella
legge n. 348 del 1977.
2. Il consiglio di classe
Il consiglio di classe, che costituisce l'organo
competente a realizzare il coordinamento degli interventi delle singole
discipline, concorda ed elabora la programmazione educativa e didattica.
In base alla legge n. 517 la programmazione
presenta caratteristiche notevolmente innovative rispetto a quanto previsto
dalla legge n. 1859: viene ribadita la corresponsabilità degli organi
collegiali (consiglio di classe - collegio dei docenti - consiglio d'istituto) -
nella specificità delle loro competenze - in tutte le fasi sia di impostazione
ed attuazione sia di verifica periodica della programmazione stessa; sono
incluse tutte le attività educative da realizzare nel corso dell'anno
scolastico, comprese le iniziative di sostegno e le attività di integrazione;
sono indicati tempi specifici per lo svolgimento dell'attività programmata;
sono previste periodiche verifiche collegiali del suo andamento complessivo, per
opportuni conseguenti adempimenti didattici e organizzativi.
3 - Fasi della programmazione
Questa impostazione postula un progetto educativo
didattico che comprende organicamente i seguenti momenti:
a) individuazione delle esigenze del contesto
socio-culturale e delle situazioni di partenza degli alunni;
b) definizione degli obiettivi finali, intermedi,
immediati che riguardano l'area cognitiva, l'area non cognitiva e le loro
interazioni;
c) organizzazione delle attività e dei contenuti
in relazione agli obiettivi stabiliti:
d) individuazione dei metodi, materiali e sussidi
adeguati;
e) sistematica osservazione dei processi di
apprendimento;
f) processo valutativo essenziale finalizzato sia
agli adeguati interventi culturali ed educativi sia alla costante verifica
dell'azione didattica programmata;
g) continue verifiche del processo didattico, che
informino sui risultati raggiunti e servano da guida per gli interventi
successivi.
La programmazione può prevedere anche
l'organizzazione flessibile e articolata delle attività didattiche (attività
interdisciplinari, interventi individualizzati, nonché raggruppamenti variabili
di alunni, anche di classi diverse, e utilizzazione di docenti specializzati
nell'ambito consentito dalla legge 517).
4 - Interventi di integrazione e di sostegno
Particolare attenzione dovrà essere prestata dal
collegio dei docenti e dal consiglio d'istituto alla rilevazione delle esigenze
manifestate dalla comunità sociale entro la quale la scuola sviluppa la sua
azione, assumendo anche i problemi proposti da particolari situazioni di
emarginazione culturale e sociale e promuovendo interventi capaci di rimuovere
nel quadro dell'educazione permanente programmata dal distretto scolastico.
In tale prospettiva rientrano le attività
scolastiche di integrazione anche a carattere interdisciplinare, organizzate,
per gruppi di alunni della stessa classe o di classi diverse, e le iniziative
individualizzate di sostegno.
Il collegio dei docenti, sulla base dei criteri
generali indicati dal consiglio d'istituto e dalle proposte elaborate dai
consigli di classe, particolarmente in riferimento ai dati offerti dalle
verifiche periodiche, stabilisce il piano di queste iniziative da correlarsi
strettamente con gli obiettivi individuali nella programmazione e da realizzarsi
secondo le modalità previste dalla legge n. 517/77.
Nelle attività di integrazione dovranno essere
impegnati tutti gli alunni; in particolare si dovrà evitare che gli alunni
bisognosi delle iniziative di sostegno siano impegnati soltanto in esse mentre i
loro compagni si dedicano alle attività di integrazione.
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PARTE
QUARTA
LE DISCIPLINE COME EDUCAZIONE -
METODOLOGIE DELL'APPRENDIMENTO
1 - L'unità dell'educazione
Se la legge n. 348/77 pone l'accento sul
rafforzamento dell'educazione linguistica, sul potenziamento dell'educazione
scientifica, sulla valorizzazione del lavoro nell'educazione tecnica e
sull'introduzione dell'educazione sanitaria, tuttavia non prendono valore nè
significato i restanti interventi disciplinari, i quali tutti concorrono in una
prospettiva unitaria all'educazione della persona.
Infatti, se correttamente interpretate, tutte le
discipline curriculari - sia pure in forme diverse - promuovono nell'allievo
comportamenti cognitivi, gli propongono la soluzione di problemi, gli chiedono
di produrre risultati verificabili, esigono che l'organizzazione concettuale e
la verifica degli apprendimenti siano consolidate mediante linguaggi
appropriati.
Nella loro differenziata specificità le
discipline sono, dunque, strumento e occasione per uno sviluppo unitario, ma
articolato e ricco, di funzioni, conoscenze, capacità e orientamenti
indispensabili alla maturazione di persone responsabili e in grado di compiere
scelte. Si tratta del resto di soddisfare l'esigenza che il preadolescente
manifesta, passando da esperienze di vita più globali e di cultura più
indifferenziate, proprie della scuola primaria, a quelle più articolate e
specifiche della scuola secondaria di primo grado, sulla linea della necessaria
e appropriata pluralità delle discipline e dei contributi che esse forniscono.
Confluiscono armonicamente in tale quadro,
aderente alle caratteristiche dell'età e all'esigenza di partecipare alla
cultura e alla società contemporanee, gli insegnamenti indicati dalla legge. Di
ognuno è necessario ricercare e potenziare il contributo peculiare al progetto
educativo formulato unitariamente dal consiglio di classe.
2 - Le articolazioni di una educazione unitaria
a) Educazione linguistica
L'insegnamento dell'italiano si inserisce nel più
vasto quadro dell'educazione linguistica la quale riguarda, sia pure in diversa
misura, tutte le discipline e le attività, e, in particolare, tende a far
acquisire all'alunno, come suo diritto fondamentale, l'uso del linguaggio in
tutta la varietà delle sue funzioni e forme nonché lo sviluppo delle capacità
critiche nei confronti della realtà. L'insegnamento dell'italiano mira a far
conseguire specificatamente il possesso dinamico della lingua. L'uomo si avvale
principalmente della lingua per organizzare la propria comprensione della realtà
e per comunicarla, esprimerla, interpretarla. Con la lingua l'uomo arricchisce
il suo dato interiore e ordina, chiarisce ed adegua lo strumento della
comunicazione verbale. Di questa devono essere analizzate forme, strutture,
genesi ed evoluzione storica e deve anche essere colto il significato evocatore
di civiltà e di esperienze umane, culturali e sociali.
La lingua straniera ha il compito di contribuire,
in armonia con le altre discipline, e in modo particolare con la lingua
italiana, alla conquista delle capacità espressive e comunicative degli alunni,
anche mediante l'allargamento degli orizzonti culturali, sociali e umani, reso
possibile dal contatto che la conoscenza della lingua straniera consente con
realtà, storiche e socio-culturali diverse da quella italiana.
b) Educazione storica, civica, geografica
L'insegnamento della storia è finalizzato a
favorire la presa di coscienza del passato, a interpretare il presente e a
progettare il futuro attraverso una conoscenza essenziale degli avvenimenti
significativi sia nella dimensione politico-istituzionale e socio-economica sia
in quella specificatamente culturale.
Funzione dell'educazione civica, a partire dai
suoi primari motivi di educazione morale e civile, è quella di far maturare il
senso etico come fondamento dei rapporti dei cittadini, di rendere coscienti del
compito storico delle generazioni e dei singoli, di promuovere una concreta e
chiara consapevolezza dei problemi della convivenza umana ai vari livelli di
aggregazione comunitaria, guidando l'alunno a realizzare comportamenti
civilmente e socialmente responsabili. A tal fine l'insegnamento dell'educazione
civica si giova sia della riflessione sulle situazioni emergenti nella stessa
vita scolastica, sia di informazioni essenziali ma precise sulle forme di
organizzazione civile e politica della società a livello locale, regionale,
nazionale, internazionale, viste come risultati di un processo storico pervenuto
a formulazioni giuridiche positive e come presupposto per ulteriori sviluppi.
L'insegnamento della geografia è volto a far
conoscere e interpretare la dinamica uomo-ambiente e quindi a spiegare l'attuale
volto fisico e politico della terra, quale risulta dalla operatività degli
uomini, sviluppatasi attraverso i secoli. Da questo discende l'esigenza di
richiamare l'attenzione sui mondi socio-economici diversi e sulla solidarietà
mondiale.
c) Educazione matematica, scientifica e
sanitaria
Le scienze matematiche, chimiche, fisiche e
naturali con i loro propri metodi e contenuti, tendono a sviluppare sia la
capacità logica, astrattiva e deduttiva, sia una mentalità scientifica nel
modo di affrontare i problemi attraverso un rapporto costruttivo e dinamico con
la realtà sostenuto da un complesso di conoscenze iniziali e da adeguati
strumenti di formalizzazione del pensiero. L'alunno sarà così avviato ad una
comprensione delle interazioni fra sapere matematico scientifico e società
umana, che lo preparerà ad autonomia di giudizio e a capacità di scelte
consapevoli. In questo ambito didattico si inserisce per la prima volta
l'educazione sanitaria: essa si propone come obiettivo primario la
consapevolezza dei fattori personali e comunitari che condizionano la sanità
fisico-psichica e ambientale nonché dei modi idonei per tutelarla e
promuoverla.
d) Educazione tecnica
L'educazione tecnica, essa pure aspetto
irrinunciabile dell'educazione, si propone di iniziare l'alunno alla
comprensione della realtà tecnologica e all'intervento tecnico mediante
processi intellettuali ed operativi resi significativi da costanti riferimenti
ai contesti socio-produttivi, culturali e scientifici.
e) Educazione artistica
L'educazione artistica concorre alla formazione
umana maturando le capacità di comunicare, chiarire e esprimere il proprio
mondo interiore mediante i linguaggi propri della figurazione e anche mediante
tecniche nuove; sviluppa le capacità percettive; favorisce la lettura e la
fruizione delle opere d'arte e l'apprezzamento dell'ambiente nei suoi aspetti
estetici; avvia ad un giudizio critico e alla partecipazione alla vita del
territorio considerato sotto il profilo di bene culturale.
f) Educazione musicale
L'educazione musicale, mediante la conoscenza e
la pratica della musica - intesa come forma di linguaggio e di espressione -
sviluppa nel preadolescente la capacità non solo di ascoltare, ma di esprimersi
e comunicare mediante il linguaggio musicale. L'educazione musicale concorre con
la metodologia ad essa propria e con la necessaria gradualità, allo sviluppo
della sensibilità del preadolescente, alla maturazione del senso estetico e ad
un primo avvio alla capacità del giudizio critico.
g) Educazione fisica
L'educazione fisica nella peculiarità delle sue
attività e delle sue tecniche concorre a promuovere l'equilibrata maturazione
psico-fisica, intellettuale e morale del preadolescente e un suo migliore
inserimento sociale mediante la sollecitazione di un armonico sviluppo corporeo.
h) Educazione religiosa
Nel processo evolutivo e culturale
dell'educazione, promosso e perseguito dalla scuola obbligatoria del
preadolescente, trova la sua funzione e collocazione l'educazione religiosa
proposta nei suoi motivi specifici ed autentici di esigenza spirituale e umana,
e nei suoi aspetti affettivi, intellettuali, etici e sociali ordinati a
promuovere la fratellanza, la giustizia e la pace tra gli uomini, illuminate dal
trascendente.
3 - Unità del sapere: interdisciplinarità
I vari insegnamenti esprimono modi diversi di
articolazione del sapere, di accostamento alla realtà. di conquista,
sistemazione e trasformazione di essa, e a tal fine utilizzano specifici
linguaggi che convergano verso un unico obiettivo educativo: lo sviluppo della
persona nella quale si realizza l'unità del sapere.
I vari linguaggi infatti concorrono - attraverso
il processo di comunicazione e utilizzando contenuti, attività, strumenti
specifici a seconda della disciplina - all'acquisizione di un sapere unitario.
Di conseguenza possono stabilirsi modalità di
cooperazione tra i diversi insegnamenti evitando comunque accostamenti forzati e
puramente estrinseci. Tale cooperazione dovrà consentire di perseguire, per vie
diverse, gli obiettivi della programmazione educativa, e di mettere a
disposizione di altre discipline i contributi specifici dell'uno e dell'altro
ambito. Riuscirà pertanto pedagogicamente e didatticamente utile programmare le
interrelazioni delle varie discipline in vista di un approccio culturale alla
realtà più motivato e concreto, volto all'acquisizione di un sapere articolato
ed insieme unitario (si considerino ad esempio il contributo che l'educazione
linguistica può dare alla comprensione dei termini scientifici e del linguaggio
matematico; o, viceversa, il contributo che il metodo scientifico e le
operazioni tecniche possono dare al chiarimento dell'espressione verbale; nonché
gli esiti di chiarezza di pensiero e di capacità di espressione promossi
dall'educazione artistica e dall'educazione musicale attraverso i linguaggi non
verbali pertinenti ai due campi disciplinari). In particolare, in tutte le
discipline, deve trovare spazio l'operatività, che non è solo compito
dell'educazione tecnica e della educazione scientifica, al fine di superare la
separazione tra attività intellettuale ed attività manuale.
4 - Processi di apprendimento e graduale
sistemazione delle esperienze e delle conoscenze
L'insegnamento della scuola media si innesta
sull'effettivo grado di sviluppo e di preparazione conseguito nel corso della
istruzione primaria.
A questo scopo non è sufficiente prendere atto
delle condizioni soggettive di maturazione e di preparazione raggiunte da ogni
alunno. E' necessario che la scuola media predisponga la sua organizzazione
didattica avendo presente i caratteri metodologici inerenti alle attività
educative realizzate nella scuola elementare e precostituendo, in tal modo, una
situazione scolastica nella quale la progressione dei processi di apprendimento
e di maturazione dell'alunno non abbia a subire, particolarmente nei tempi del
primo approccio con la nuova istituzione, compressioni artificiose o
sollecitazioni innaturali.
Si dovrà dunque riprendere all'inizio, la
peculiarità dei procedimenti che consentono all'alunno di compiere
efficacemente tutte le possibili esperienze capaci di suscitare in lui interesse
e quindi, valida motivazione all'apprendimento.
Ciò non significa, peraltro che tali
procedimenti, pur se certamente proficui soprattutto nella fase di approccio
conoscitivo, debbano permanere in tutto lo svolgersi dell'apprendimento, che
anzi ad essi debbono sempre più accompagnarsi processi di sistemazione che,
elaborando ed ordinando le conoscenze acquisite, introducano l'alunno alla
capacità di astrazione e di sintesi, base sicura di ogni ulteriore conquista
culturale e condizione di libero giudizio critico e quindi di umana dignità. In
particolare, l'educazione al metodo scientifico che è uno degli obiettivi
principali della scuola media, viene favorita dal procedimento che - muovendo
dalle curiosità, da esperienze facilmente comprensibili e per quanto possibile
realizzabili dallo stesso alunno, dall'operatività - sviluppi gradualmente la
capacità di astrazione e sistemazione.
Il procedimento induttivo non è disgiungibile
dal procedimento deduttivo, operazione logiche entrambe, sempre presenti
nell'operare della mente che si consolida in rapporto allo sviluppo delle
capacità logico-formali.
Vanno visti in questa prospettiva taluni
strumenti metodologici che traggono la loro validità dalla correttezza
dell'impostazione e dall'esecuzione, come, ad esempio la ricerca individuale e
di gruppo. Essa si fonda essenzialmente su alcuni punti, il rispetto dei quali
ne assicura l'utilità ai fini dell'apprendimento:
a) la definizione dell'ipotesi che la ricerca si
propone di realizzare;
b) l'obiettivo che intende conseguire;
c) il metodo prescelto e gli strumenti
(documentazione e materiale) da utilizzare.
E' preferibile che la ricerca sia attuata in
classe sotto la guida dell'insegnante.
Un corretto procedimento metodologico perseguirà
costantemente la organicità e la coerenza nella trattazione dei contenuti
culturali. Evitare di insistere su tematiche quasi esclusivamente riferite al
presente non significa certamente voler impedire che l'interesse naturale
dell'alunno si polarizzi su argomenti più vicini alla sua diretta esperienza,
ma far sì che egli, insieme alla più gradita conoscenza del presente, acquisti
anche la consapevolezza dei rapporti che ci legano al passato. Parimenti è da
evitare la insistenza ai temi monografici che restringono il vasto spazio delle
conoscenze a fatti episodici, oggetto di trattazione pressoché obbligata in una
prassi didattica ampiamente diffusa che consegue spesso il risultato di privare
l'alunno della visione di insieme di un quadro di conoscenze organiche tra loro
collegate sia pur nelle loro linee fondamentali.
In tal modo acquistano validità ed incisività
culturale le nozioni, tempestivamente ed adeguatamente utilizzabili in un
contesto più ampio, mentre è da evitare che la cultura si identifichi in una
serie di informazioni fini a se stesse e nella successione
memorizzazione-ripetizione. Sotto questo profilo particolarmente opportuno
sembra che tutti gli insegnanti stimolino gli alunni alla lettura di opere
divulgative o monografiche su aspetti fondamentali di tali ambiti: dalla storia
alla letteratura, alle scienze, alle arti, alla tecnica, ecc.
La scuola inoltre non deve ignorare che gli
alunni vivono in un contesto ampiamente connotato dai messaggi dei mezzi di
comunicazione sociale che possono avere un forte potere persuasivo e
massificante: in questa situazione la scuola media deve favorire la comprensione
dei loro linguaggi specifici al fine di mettere i preadolescenti in grado sia di
utilizzare tali linguaggi a fini espressivi o comunicativi sia di leggere e di
valutare criticamente i messaggi così trasmessi.
5 - La socializzazione
Non minore importanza, rispetto all'educazione al
conoscere, riveste l'educazione al vivere insieme, all'operare in spirito di
solidarietà con gli altri nella costruzione del bene comune.
La scuola media concorre alla formazione del
cittadino sia mediante la proposta di prospettive culturali, offerta da tutte le
sue discipline e da tutte le sue attività, che valgano a far cogliere il
significato del contributo del singolo allo sviluppo sociale, sia mediante
concrete esperienze di cooperazione, a cominciare da quelle costituite dal
procedimento didattico del lavoro di gruppo di cui, al di là di errate
mitizzazioni, si deve utilizzare la funzione di stimolo all'operare insieme nel
rispetto reciproco, avviando un utile tirocinio del comportamento democratico.
Evidentemente il lavoro di gruppo dovrà essere attuato in modo da valorizzare
il contributo di ciascuno e non sopprimere il momento della riflessione e dello
studio personale.
Se alla formazione del cittadino debbono
concorrere, come si è detto, tutte le discipline, l'educazione civica avrà una
sua peculiare responsabilità in quanto consente in modo più preciso di
prendere conoscenza e coscienza degli ordinamenti e delle strutture civiche e
politiche.
Utile sarà anche un avvio alle metodologie del
vivere in democrazia che educhi ad un dibattito tanto più corretto quanto più
fondato sulla tolleranza e sul rispetto reciproci e su una conoscenza della
realtà la più documentata possibile e che valga ad evitare forme distorte di
competitività.
Le conoscenze acquisite, le capacità maturate, i
comportamenti e le abilità sviluppate, sempre nell'ambito di un clima che
consenta all'allievo di nutrire fiducia nella propria possibilità di esprimere
liberamente e criticamente opinioni e proposte, gli permetteranno una lettura
puntale e funzionale della realtà che lo circonda e lo coinvolge ad una
partecipazione responsabile alla gestione critica e creativa di essa.
Ponendo gli alunni a contatto con i problemi e le
culture di società diverse da quella italiana, la scuola media favorirà anche
la formazione del cittadino dell'Europa e del mondo, educando ad un
atteggiamento mentale di comprensione che superi la visione unilaterale dei
problemi, e ci avvicini alla intuizione di valori comuni agli uomini per nella
diversità delle civiltà, delle culture e delle strutture politiche.
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ITALIANO
I - Obiettivi
Il linguaggio esprime e comunica la realtà
interiore e l'esperienza dell'uomo. Pertanto lo sviluppo e la maturazione
progressivi dell'alunno si realizzano e manifestano in modo eminente attraverso
l'educazione linguistica.
L'acquisizione di una sempre più sicura
padronanza del linguaggio in tutte le sue funzioni è un diritto dell'uomo e, di
conseguenza, uno degli obiettivi fondamentali della scuola la quale, con la
varietà dei suoi interventi, si propone di promuovere nell'alunno la capacità
di esprimere una più ricca realtà interiore ossia il suo pensiero, i suoi
sentimenti, come segno di una coscienza di sé, degli altri e del mondo.
Tutti i linguaggi propri dell'uomo - verbali e
non verbali - devono integrarsi nel processo educativo, anche se ognuno di essi
è più specifico oggetto di insegnamento di singole discipline. Il linguaggio
verbale, tuttavia, ha una sua evidente centralità; infatti di esso si valgono
tutte le discipline per elaborare e comunicare i propri processi e contenuti.
Specificatamente si tratta di conseguire "il
rafforzamento dell'educazione linguistica attraverso un adeguato sviluppo
dell'insegnamento della lingua italiana - con riferimento alla sua origine
latina e alla sua evoluzione storica - e delle lingue straniere" (cfr. art.
2 L. 348/77). Principalmente attraverso l'uso e lo studio del linguaggio verbale
l'alunno raggiunge gradualmente come obiettivo fondamentale la capacità di:
- acquisire ed esprimere l'esperienza del mondo
di sé;
- stabilire rapporti interpersonali e sociali;
- accedere ai più diversi ambiti di conoscenza
ed esperienze (estetiche, scientifiche, logiche, tecnologiche, eccetera);
- sviluppare, attraverso la riflessione sul
linguaggio le modalità generali del pensiero, quali ad esempio, l'articolazione
logica, il senso dell'evoluzione nel tempo e della diversità nello spazio,
eccetera.
- prendere coscienza del patrimonio culturale col
quale giunge alla scuola media e accedere via via ad un mondo culturale più
ampio, sia moderno che passato, sia nazionale che internazionale.
Più specificamente è obiettivo degli insegnanti
linguistici far conseguire all'alunno - anche mediante un coordinamento di
obiettivi e di metodi - il possesso il più ampio e sicuro possibile
rispettivamente della lingua italiana e della lingua straniera.
Nella scuola media l'insegnamento della lingua
italiana in continuità con gli apprendimenti della scuola elementare,
contribuisce alla maturazione e allo sviluppo della comprensione e della
produzione del parlato e dello scritto mediante l'interdipendenza
dell'ascoltare, parlare, leggere e scrivere secondo le diverse funzioni e varietà
della lingua, dirette sia al dominio dei contenuti sia alla graduale
acquisizione della correttezza formale. Il primo obiettivo è volto a sviluppare
le capacità di capire e di organizzare la struttura dei discorsi parlati e
scritti nelle rispettive caratteristiche, in quanto il parlato e lo scritto
comportano tecniche e modalità espressive per quanto complementari.
Il secondo obiettivo si raggiunge mediante la
buona percezione del parlato, una pronuncia largamente accettabile, la lettura
corrente ed espressiva, lo scritto corretto anche dal punto di vista
ortografico.
Ciò consentirà di utilizzare il veicolo
essenziale di valori culturali a mezzo espressivo di più ampia fruizione, sia
nella comunità nazionale sia nell'incontro con le culture straniere.
II - Indicazioni metodologiche
Compito dell'educazione linguistica, mediante
l'insegnamento dell'italiano, è educare alla espressione e alla comunicazione
verbale, promuovendo e sviluppando le capacità potenziali dell'alunno
attraverso attività sia espressivo-creative sia fruitivo-critiche. Perciò nel
lavoro didattico si darà spazio in modo vario ad attività che sollecitino
l'iniziativa dell'alunno e favoriscono il rafforzarsi, delle sue capacità
mentali, il suo progressivo contatto con la realtà nonché la conseguente
analisi della esperienza, dei pensieri e sentimenti personali da essa suscitati.
Così anche l'esperienza stimolerà nell'alunno il processo di assunzione di
nuovi contenuti e il bisogno di esprimerli. Infatti, solo se l'alunno acquisisce
sempre nuove cose da dire e se la scuola valorizza l'importanza dell'esperienza,
si danno le condizioni del processo di riflessione su di essa e della sua
consapevole assunzione. Di qui la motivazione dell'impulso a comunicare e
conseguentemente la motivazione ad apprendere come esprimersi in maniera
personale: il processo andrà cioè nel senso della valorizzazione della
maturazione espressiva. Per contro il ricco possesso degli strumenti linguistici
favorisce anche la lettura della propria esperienza.
Gli apprendimenti linguistici vanno riferiti alle
abilità di base (ascoltare, parlare, leggere, scrivere), alle varie funzioni e
usi del linguaggio (informare, persuadere, raccontare, esprimere sentimenti e
stati d'animo, interrogare, impostare ragionamenti ed argomentarli, partecipare
a discussioni eccetera) e, tenendo conto delle varietà sociali della lingua
legate a fattori geografici, a situazioni particolari ed ambiti territoriali.
La particolare condizione linguistica della
società italiana, con la presenza di dialetti diversi e di altri idiomi e con
gli effetti di vasti fenomeni migratorio, richiede che la scuola non prescinda
da tale varietà di tradizioni e di realtà linguistiche.
Queste vanno pertanto considerate, dove esistono,
come riferimento per sviluppare, promuovere i processi dell'educazione
linguistica anche per la loro funzione pratica ed espressiva, come aspetti di
culture ed occasione di confronto linguistico. Questo vale tanto più per gli
idiomi alloglotti.
Parimenti non si trascureranno le varietà
tipiche, ad esempio della lingua colloquiale e familiare, della lingua più
formale e colta, perché l'alunno ne sappia cogliere le caratteristiche
espressive al fine di utilizzare l'una e l'altra varietà linguistica a seconda
della situazione.
Il linguaggio delle opere letterarie di prosa e
di poesia sarà considerato anche come espressione della tradizione linguistica
che ha fornito la base principale della lingua nazionale nell'uso colto come
nell'uso popolare. I testi letterari andranno visti pertanto, oltre che come
espressione della personalità dell'autore, anche nel loro aspetto estetico e
come documento della civiltà, della vita sociale, delle consuetudini e degli
usi linguistici.
Si promuoverà tanto la lettura libera e corrente
non mortificata da commenti minuti, limitati quindi a sobri richiami intesi alla
comprensione generale del passo, quanto la lettura guidata dall'insegnante in
ordine alla comprensione dell'insieme e dei particolari, ampliando i contenuti
del testo attraverso conversazioni, esercitazioni orali e scritte sul
significato generale, sugli aspetti essenziali, su elementi lessicali.
Sarà utile anche la riformulazione orale e
scritta di quanto letto. Si curerà che la lettura sia scorrevole, attenta alla
funzione della punteggiatura, realizzata con buona pronuncia italiana. La
lettura in classe non può considerarsi sufficiente, e l'insegnante, perciò,
favorirà in tutti i modi la lettura personale e l'incoraggiamento a leggere
indirizzando all'uso della biblioteca di classe, ove esistente, e della scuola,
e l'accesso alle biblioteche pubbliche: tutto ciò perché il leggere è
l'essenziale strumento educativo di accesso al patrimonio culturale e naturale
fattore di autocultura.
L'apprendimento linguistico comporta la
riflessione sulla lingua in atto: è il problema della grammatica, non come
proposta di astratte e aride cognizioni teoriche e terminologiche, ma come
riflessione sui caratteri essenziali dell'organizzazione della lingua sulla
realtà dei suoi usi. Tale studio deve coinvolgere l'impegno operativo
dell'allievo condotto a riflettere sulle strutture grammaticali come si
presentano nei testi di ogni tipo ed a sperimentarle nel proprio parlare e nelle
proprie espressioni scritte.
Le "regole" della grammatica non sono
che uno strumento di analisi della lingua solo approssimativo e sono infatti
relative alle varietà linguistiche e alle diverse esigenze espressive: sono
inoltre il risultato di una evoluzione storica.
La riflessione sull'uso vivo e attuale della
lingua va congiunta ad una coscienza storica che porti a cogliere nella
evoluzione della lingua le connessioni con la storia sociale, politica e
culturale (letteraria, scientifica, tecnologica, ecc.), si constaterà per tale
via come la varietà dei nostri dialetti e le vicende dell'affermazione
dell'italiano sono strettamente legate alla storia della comunità italiana; e
come le lingue costituiscano un documento primario della civiltà.
In una prospettiva del genere prenderà forma e
sviluppo il riferimento all'origine latina dell'italiano, pur non costituendo più
il latino materia di specifico insegnamento. Nel contesto della evoluzione
dell'italiano, il latino andrà visto, cioè, come il momento genetico della
nostra lingua; andrà, anzi, considerato come la sua componente maggiore,
presente e riscontrabile nel lessico, nelle strutture, nella tradizione popolare
e dotta, nella lingua scientifica, etc. Si terrà anche conto che il latino è
all'origine di altre lingue moderne ed elemento costitutivo nella formazione e
nella realtà della cultura europea.
III - Indicazioni programmatiche
a) Educazione all'ascoltare, al parlare, al
leggere e allo scrivere
Tenendo presente l'inscindibilità dei vari
aspetti dell'educazione linguistica, quello dell'educazione mediante l'ascolto
tende allo sviluppo della capacità di distinzione fonologica e di comprensione
dei messaggi parlati e dei loro contenuti; ci si avvarrà quindi di messaggi di
diverso tipo, inerenti il più possibile alla reale esperienza dell'alunno, da
quelli della vita quotidiana a quelli dei mezzi di comunicazione sociale, e in
modo particolare a quelli delle letture e delle dizioni espressive.
Anche più importante è l'esercizio del parlare,
che, favorito dall'intervento immediato e puntale dell'insegnante, guida
l'alunno all'acquisizione e all'uso dell'italiano per comunicare con una lingua
differenziata secondo esigenze e modi personali.
Risulterà utile a questo scopo, ad esempio, far
raccontare esperienze personali; promuovere il dialogo con i compagni e con
l'insegnante; far esporre quanto ascoltato o letto, o visto in trasmissione
televisive, in films o provato davanti ad opera d'arte o nell'ascoltare musica;
far discutere un argomento o un problema; guidare gradualmente all'uso più
preciso del lessico attraverso l'impiego di sinonimi, contrari, associazioni di
parole.
Tuttavia, l'esercizio più concreto resta quello
della conversazione che fonde insieme i due diversi processi dell'ascoltare e
del parlare.
Largamente praticata sarà la lettura sia in
classe sia in casa: intesa come momento tra i più efficaci dell'educazione
linguistica, come impulso al gusto della lettura personale e come stimolo per
nuove conoscenze.
Per motivare a leggere si sceglieranno letture
rispondenti agli interessi più tipici degli alunni: dallo sport all'avventura,
dal mondo della natura alla narrativa più viva ed attuale; nel contempo non si
trascurerà di avviare e sostenere gli alunni nelle letture intese ad ampliare
la loro conoscenza della realtà e ad arricchire la loro maturazione con
l'incontro di testi di alto valore letterario, al riguardo dei quali non è da
trascurare un sia pur misurato apprendimento a memoria di poesie e passi di
prosa.
Le letture saranno riferibili al mondo della
fantasia (poesia lirica, epica, favole, romanzi, novelle, letteratura di
fantascienza etc.), della storia (biografie di personaggi illustri, documenti
storici e di tradizioni popolari, passi di epistolario, autobiografie), della
scienza e della tecnica (storia di scoperte e di invenzioni, relazioni di
viaggiatori, semplici testi scientifici e di tecnica), della vita associata
(sport, giornali, testi legislativi e regolamentari, resoconti della realtà
economica e sociale), dell'esperienza interiore (testi di carattere religioso e
di riflessione morale, diari), della musica e delle arti figurative.
Necessaria la lettura di passi, opportunamente
scelti, di opere di fondamentale importanza per la nostra lingua e, in genere,
per le nostre tradizioni letterarie; é parimenti necessaria la lettura, in
ciascuno dei tre anni, di almeno un'opera di narrativa moderna italiana ovvero
straniera in buona traduzione italiana (completa o adeguatamente ridotta in
relazione all'età degli alunni).
Traendo specialmente occasione dall'esperienza
dell'alunno, dall'osservazione della realtà, dal contributo delle altre
discipline, dalle varie letture, si perverrà all'uso via via più sicuro e
personale della lingua scritta, con riferimento alle concrete situazioni che la
richiedono, in quanto forma indispensabile per la comunicazione dei messaggi da
conservare e trasmettere nel tempo e nello spazio.
Da esercitazioni concrete emergerà la
consapevolezza che lo scrivere serve ad esprimere se stessi, commuovere,
informare, persuadere, documentare, rendere esplicito il proprio pensiero,
mediante appropriate forme linguistiche:
si promuoveranno perciò - individualmente e in
gruppo - libere espressioni spontanee, diari, cronache vissute e riflessioni;
stesura di corrispondenza; preparazione e compilazione di questionari;
descrizione di eventi e di esperienze, resoconti, verbali e relazioni,
riassunti, manifesti, regolamenti relativi alla vita della classe, articoli per
i giornali scolastici, ecc.
Nella correzione degli elaborati scritti dagli
alunni, si mirerà ad educare alla congruenza tra il testo scritto e le sue
finalità espressive e comunicative, ed insieme all'acquisizione di un corretto
uso grammaticale e dell'ortografia, con particolare attenzione per
l'interpretazione.
E' da sottolineare l'esigenza di offrire costanti
occasioni agli alunni di esprimersi liberamente nelle forme e nei modi che
meglio corrispondono alle loro esigenze e al loro livello di maturazione.
In tali libere attività espressive è
consigliabile associare alla scrittura disegni, fotografie, schemi, diagrammi,
ecc., congiungendo linguaggi diversi in un unico risultato espressivo.
b) Riflessione sulla lingua
La riflessione grammaticale non si realizzerà
come studio formale - poco corrispondente ai modi di apprendimento dei
preadolescenti e perciò poco produttivo - ma - andrà inserita nel processo di
sviluppo linguistico espressivo, come uno dei mezzi atti a promuovere tale
sviluppo. Essa muoverà da concrete esperienze linguistiche per avviare gli
alunni a valersi coscientemente dei materiali linguistici, descriverne gli usi
concreti ed arrivare successivamente alle conseguenti generalizzazioni delle
strutture fondamentali dell'italiano sia per quanto attiene agli aspetti più
propriamente grammaticali (piano semantico, sintattico, morfologico,
fonologico), sia per quanto attiene alle funzioni comunicative della lingua.
Lo studio del lessico è importante per allargare
e precisare l'ambito delle proprie conoscenze ed è favorito dalla estensione e
molteplicità delle esperienze. Servendosi del più vario materiale disponibile,
ricavato anche dall'uso linguistico personale degli alunni, si tenderà a far
acquisire coscienza e padronanza di alcune importanti proprietà del lessico
stesso: derivazione, composizione, giustapposizione, affinità di forma e di
significato, rapporti tra significati pluralità di significati, appartenenza
dei vocaboli alle diverse varietà della lingua.
Sarà importante abituare a cogliere valori e
significati delle parole sia esaminando contesti significativi, sia utilizzando
ampiamente e criticamente il vocabolario ed altri strumenti fondamentali di
consultazione e di studio, quali enciclopedie, atlanti, etc.
c) Riferimento all'origine latina della lingua e
alla sua evoluzione storica.
Dalla varietà attuale delle lingue, all'uso
vivo, dal confronto tra documenti di vario genere e di epoche diverse si
ricaveranno, anche attraverso ricerche dell'alunno, quei dati che lo abituino a
collocare la lingua italiana nello spazio e nel tempo e lo aiutino a sistemare
le sue conoscenze più varie (storiche, geografiche, scientifiche, etc.) e le
sue esperienze pratiche.
In particolare si cercherà di cogliere
adeguatamente il riflesso che gli eventi salienti della mostra hanno avuto fino
ad oggi sulla nostra lingua. Si darà rilievo agli scambi con le altre lingue
moderne, si metterà in luce l'apporto dei dialetti e la loro utilizzazione
pratica ed espressiva ( in canti, racconti, proverbi). Dei dialetti e delle
lingue delle minoranze etniche si accennerà alla funzione sia nel passato, sia
nel presente.
Si cercherà - ove possibile - di delineare una
prospettiva cronologica complessiva dei fatti via via illustrati e di mettere in
risalto i fattori generali della trasformazione delle lingue come le mescolanze
dei popoli, la formazione degli stati, lo sviluppo delle tecnologie della
comunicazione (introduzione della scrittura, della stampa, dei mezzi di
comunicazione sociale). In questa prospettiva si collocano i riferimenti
all'origine latina dell'italiano, da realizzarsi tuttavia, in modo non
sistematico e non finalizzato all'apprendimento autonomo del latino.
L'origine latina - presente direttamente o
indirettamente nel lessico italiano - potrà essere utilmente esplorata,
mettendo in evidenza le modificazioni semantiche e fonologiche: facendo così
prendere ragione sia di alcuni aspetti fonologici (quali la pronuncia e
l'ortografia di alcuni fonemi italiani), sia di alcuni aspetti semantici (quali
le derivazioni, i calchi, i prestiti etc. la concorrenza di parole di tradizione
popolare e di parole di introduzione dotta). Analogamente alcune strutture
morfo-sintattiche italiane protranno essere messe a confronto con elementari
strutture latine, omogenee o divergenti, per osservarne la genesi, le variazioni
e la permanenza nella lingua italiana.
L'importanza del latino sarà così mostrata
anche facendo ampi riferimenti al quadro storico generale (as es. alla
formazione della civiltà romana; all'affermazione del cristianesimo; ad alcuni
aspetti della cultura europea).
Attraverso le esercitazioni proposte nelle varie
parti del programma l'insegnante verificherà il grado di maturità linguistica
raggiunto dagli allievi e le capacità di analisi e di sintesi. Tale verifica
gli suggerirà interventi, stimoli e rinforzi appropriati: per esempio, o verso
il leggere o lo scrivere più liberi o verso il leggere e lo scrivere più
organicamente guidati. La verifica gli permetterà di individuare anche il
livello linguistico generale sul quale più opportunamente insistere e gli
indicherà quando sarà possibile orientare gli alunni verso una maggiore
ricchezza e finezza espressiva. L'insegnante procederà alla valutazione tenendo
conto del sostanziale sviluppo delle varie abilità - distinguendone gli aspetti
essenziali da quelli superficiali - e dalla maturazione dell'alunno.
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STORIA
I) Finalità e obiettivi
L'insegnamento della storia deve anzitutto
proporsi di far comprendere che l'esperienza del ricordare è un momento
essenziale non solo dell'agire quotidiano del singolo individuo, ma anche della
vita della comunità umana (locale, regionale, nazionale, europea, mondiale) cui
l'individuo stesso appartiene. Solo diventando in qualche modo partecipe di
questa memoria collettiva, si diventa uomini, e cittadini, a pieno titolo.
L'acquisita consapevolezza del fatto che l'anno della propria nascita non è
anche l'anno di nascita della comunità di cui si viene a far parte, arricchisce
l'individuo di una dimensione nuova; radicandolo nel passato, lo mette in
condizione di valutare con maggiore penetrazione il presente e di assumere
elementi per progettare il futuro. Dal momento che risulta essere il prodotto di
una lenta stratificazione, il mondo circostante cessa di apparire come un dato
esterno ostile ed immutabile, per proporsi come un campo aperto, a nuove
esperienze che contribuiranno a farlo evolvere ulteriormente.
Ciò corrisponde alla particolare esigenza del
preadolescente di conoscere la vicenda umana non solo al fine di comprendere il
passato, ma anche - e soprattutto - di dare un'orientamento alla propria
esistenza con riferimento alla realtà che lo circonda. Su questo bisogno si
fonda la possibilità di costruire e coltivare il "senso della storia"
come naturale premessa al formarsi di una vera e propria "coscienza
storica" che maturerà nell'adolescenza.
In concreto, l'obiettivo che l'insegnante di
scuola media deve proporsi è quello di condurre gli alunni sia a percepire la
dimensione temporale del fenomeno storico, sia a rendersi conto di come il
lavoro storiografico obbedisca a regole che garantiscono la genuinità
dell'operazione e il controllo dei risultati, sia a considerare - come avvio di
giudizio critico - le soluzioni che gli uomini e le società hanno dato nel
tempo ai loro problemi.
Ne deriva pertanto l'opportunità di far
acquisire strumenti di verifica adeguati alla effettiva capacità degli alunni
ai vari livelli di età e alle oggettive possibilità offerte dalla situazione
locale.
II) Contenuti
Per quanto concerne la scelta dei contenuti
meglio adatti a realizzare l'obiettivo educativo su esposto, considerato il
carattere peculiare della scuola dell'obbligo, che deve fornire a tutti gli
strumenti indispensabili alla comprensione della realtà, si suggerisce di
privilegiare, nella progettazione dell'azione didattica, gli aspetti connessi
con la formazione e lo sviluppo (in particolare - ma non esclusivamente - nel
mondo classico, e nell'Europa medioevale, moderna e contemporanea) delle forme
di organizzazione della vita associata, nei loro risvolti politici ed
economico-produttivi, nonché delle istituzioni giuridico amministrative e
religiose, con continui riferimenti al variare dei modi di vita, al succedersi
delle espressioni linguistiche ed artistico-letterarie e alle tappe del
progresso tecnico e scientifico, in modo da "datare" concretamente i
diversi momenti e le diverse età che scandiscono l'evoluzione delle forme di
vita associata.
Per conseguire tale risultato che è essenziale
ai fini dell'acquisizione del senso della "dimensione temporale"
debbono essere utilizzati i riferimenti cronologici collegati a fatti o prodotti
che connotano le diverse epoche storiche. Invenzioni e scoperte, arti e scienze,
progresso tecnologico e grandi movimenti di pensiero, coerentemente inseriti
nella successione dei movimenti di sviluppo della civiltà, costituiscono un
tessuto di elementi capaci di far cogliere all'alunno il fluire del tempo
nell'arco del divenire della storia. Si rileva, tra l'altro, la necessità di
fornire l'informazione basilare sull'origine e sulla storia delle singole
minoranze linguistiche presenti in Italia e ciò in particolar modo nelle zone
abitare da dette minoranze.
All'interno di questa rete di riferimenti
cronologici e rivolgendo sempre una preminente attenzione alla contemporanea
evoluzione delle diverse forme di vita associata, si collocheranno la
ricostruzione e lo studio dei fatti storici propriamente detti e l'analisi degli
elementi che su di essi variamente incidono, tenendo sempre presente la necessità
di impegnare l'alunno in attività che stimolino le sue capacità e il suo
spirito di iniziativa.
Ciò risulta tanto più importante se ci si pone
nella prospettiva dell'educazione permanente e se si tiene conto del carattere
orientante di ogni disciplina nella scuola obbligatoria non solo ai fini della
prosecuzione degli studi, qualora ciò avvenga, ma anche per un responsabile
inserimento in ogni tipo di attività lavorativa; è essenziale perciò che il
preadolescente acquisisca sufficiente consapevolezza dei metodi, delle
operazioni e del linguaggio che sono propri del lavoro storiografico.
III) Suggerimenti metodologici
Tale lavoro consiste in tutta una serie di
operazioni (quali il reperimento e la consultazione di fonti, la formulazione di
ipotesi, la selezione di dati, l'analisi di documenti anche non scritti,
l'individuazione di raccordi con altri fatti contemporanei o successivi) che
possono essere riprodotte a fini didattici a un livello di sperimentazione molto
elementare. Tutto ciò, lungi dall'escludere l'intervento assiduo
dell'insegnante, lo qualifica nella funzione dell'insegnare ad apprendere, e gli
consente svariate forme di insegnamento individualizzato. Al fine però di
evitare che le singole esercitazioni assumano carattere frammentario ed
episodico, costituendosi ciascuna come esperienza a sé stante, sarà cura del
docente inserire in una linea organica di svolgimento, senza "salti"
arbitrari, raccordandoli con ampie sintesi, gli argomenti che vengono fatti
oggetto di un più specifico approfondimento.
Tali approfondimenti offriranno altresì la
migliore occasione per stabilire collegamenti organici con tutte le altre
discipline, di volta in volta chiamate, da sole o per gruppi, ad integrarsi con
la ricerca storica, a seconda del tipo di problema affrontato. A titolo di
esempio, di ricordano le connessioni con la storia della lingua, con le letture
antologiche, con la geografia, con l'educazione artistica, musicale, scientifica
e tecnica.
La storia è infatti una disciplina complessa,
peculiare fra le scienze dell'uomo, in quanto dà evidenza al tipico potere
umano di produrre cultura, nella più articolata accezione del termine. Conviene
pertanto che, escludendo ogni forma di enciclopedismo, l'insegnante punti a dare
il gusto della ricerca, che potrà proseguire anche fuori della scuola,
parallelamente alla esperienza di vita, purché si sia acquisito - anche
attraverso la consuetudine con la lettura libera - l'interesse per tale tipo di
indagine e purché il preadolescente abbia maturato in sé la consapevolezza che
tutti gli uomini, tutti i popoli, l'umanità intera sono protagonisti della
storia.
Per quanto attiene poi alle verifiche periodiche
e finali del processo di apprendimento, esse dovranno sempre essere costruite
sulla base del lavoro effettivamente svolto, nella triplice prospettiva di:
- accertare l'acquisizione e l'organizzazione dei
concetti e delle conoscenze;
- accertare il possesso dei metodi di ricerca;
- accertare il livello di sviluppo di capacità e
abilità generali e specifiche.
Sembrano pertanto da valorizzare anche le
verifiche pratiche e scritte (utilizzando a tale scopo le visite a musei e
monumenti; il reperimento di fonti, la scelta e l'elaborazione di dati da
documenti, l'uso di bibliografie, ecc.), che consentono omogeneità, oggettività
e frequenza di controlli e un loro pratico impiego didattico.
Lo sviluppo delle capacità di esposizione orale
sarà curato nel corso delle discussioni e nei momenti di dialogo che il piano
di lavoro dovrà comunque prevedere.
IV) Suddivisione per anno
L'indicazione della suddivisione annuale della
materia si limita volutamente alla individuazione dei termini cronologici in
modo da lasciare al consiglio di classe la programmazione curriculare, possibile
solo in quella sede, in rapporto all'effettivo e verificato livello di partenza
degli alunni.
In altri termini l'indicazione dei contenuti non
significa necessariamente trattazione dettagliatamente svolta per argomenti, ma,
nel caso lo esiga la funzionalità del processo di insegnamento, e per
particolari periodi storici, lo svolgimento potrà avvenire su linee di sviluppo
fondamentali, caratterizzanti l'epoca, fra loro raccordate da opportune sintesi.
Si raccomanda, in particolare, che anche in
connessione con il programma di Educazione Civica l'insegnante si preoccupi di
svolgere il programma di III anno in modo che esso dia ampio spazio alla
trattazione dei problemi della vita contemporanea.
I classe: dalla preistoria al IX secolo;
II classe: dal X secolo al 1815;
III classe: dal 1815 ai giorni nostri con
riferimenti essenziali all'Europa, al mondo, alla decolonizzazione. Si avrà
particolare riguardo all'Italia nell'ultimo cinquantennio, nel quadro della
storia mondiale.
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EDUCAZIONE
CIVICA
1) Finalità generali e obiettivi
L'educazione civica, intesa come finalità
essenziale dell'azione formativa della scuola, esige il responsabile impegno di
tutti i docenti e la convergenza educativa di tutte le discipline e di ogni
aspetto della vita scolastica; essa è, pertanto un grande campo di raccordo
culturale, interdisciplinare, che ha anche suoi contenuti specifici
rappresentati dalle informazioni sulle forme e sulle caratteristiche principali
della vita sociale e politica del Paese e che richiede interventi coordinati del
Consiglio di classe intesi a far maturare la coscienza delle responsabilità
morali, civiche, politiche, sociali, personali e comunitarie di fronte ai
problemi dell'umanità, nel contesto sociale italiano, europeo, mondiale e,
quindi, a fare acquisire comportamenti civilmente e socialmente responsabili.
In tale prospettiva la scuola attua il suo
impegno di educazione civica attraverso il contatto col mondo civile e la presa
di coscienza dei valori sui quali si fonda la Costituzione, l'offerta di
conoscenza di problemi e di metodologie per la valutazione critica dei fatti,
nonché attraverso un concreto esercizio di vita demografica nella scuola, di
ricerca e di dialogo nel rispetto più attento della libertà di coscienza
morale e civile degli alunni.
Obiettivi che l'Educazione civica, come impegno
costante del Consiglio di classe, deve perseguire cogliendo tutte le occasioni
educative e didattiche più opportune, sono:
a) la maturazione, da parte dell'alunno, degli
orientamenti che sostanziano la responsabilità personale all'interno della
società, l'iniziativa civica e la solidarietà umana;
b) la conquista di una capacità critica che
permetta alla persona di darsi dei criteri di condotta, di comprendere la
funzione delle norme che consentono un corretto svolgersi della vita sociale, di
definire il rapporto intercorrente tra libertà individuale ed esigenze della
comunità: ciò nell'intento di porre l'alunno nella condizione di analizzare i
vari aspetti dei problemi e di tendere all'obiettività del giudizio.
c) la crescita della volontà di partecipazione
come coscienza del contributo che ciascuno deve portare alla risoluzione dei
problemi dell'uomo, della società nazionale ed internazionale.
A tal fine il Consiglio di classe utilizzerà
nella sua programmazione i contributi che possono essere offerti dallo studio
dei principi costituzionali e delle istituzioni che sono alla base della
organizzazione democratica dello Stato; identificherà i problemi che possono
essere oggetto di analisi interdisciplinare, farà riferimento anche a
significativi aspetti del rapporto con la dimensione europea e mondiale dei
problemi, con particolare riguardo a quello del sottosviluppo dell'uomo e dei
popoli, sentito come positiva sfida del nostro tempo.
II) Contenuti specifici della disciplina
L'educazione civica, quale specifica materia
d'insegnamento, esplicitamente prevista dal piano di studi, ha come oggetto di
apprendimento le regole fondamentali della convivenza civile, come risultati di
un processo storico pervenuto a formulazioni giuridiche positive e come
presupposto per ulteriori sviluppi.
Il relativo insegnamento è affidato al docente
di materie letterarie per la riconosciuta opportunità di sviluppare la
trattazione dei suoi contenuti specifici in costante correlazione con
l'insegnamento della storia.
Il nucleo fondamentale di tali contenuti è dato
dal testo della Costituzione Italiana, legge fondamentale dello Stato e
sintetica espressione della nostra civile convivenza che abbisogna del concorso
di tutte le forze per la sua completa attuazione.
La comprensione della Costituzione - che gioverà
anche a dare sistemazione, quasi secondo un indice ragionato, agli altri temi di
educazione civica, - avrà un momento più organico nella classe terza, in
quanto lo consentono l'età e l'esperienza raggiunta dagli allievi.
Nelle classi I e II, lo studio, pur avviando,
appena possibile, alla conoscenza del testo costituzionale, assumerà la forma
di una considerazione sui valori umani e sociali insiti nell'esperienza di vita
comunitaria dell'alunno (la famiglia, il gruppo, la comunità scolastica ...).
La stessa esperienza della classe scolastica,
anche nei momenti della sua eventuale articolazione in gruppi, dovrà essere
utilizzata, anche in sede di riflessione specifica, per guidare alla scoperta,
al suo interno, dei ruoli e delle strutture di questo microcosmo che deve essere
organizzato secondo le esigenze del metodo democratico e della partecipazione
responsabile; così pure dovranno essere presentate agli organi collegiali della
scuola previsti dai decreti delegati del 1974 e, per quanto possibile,
sperimentare le forme di partecipazione alla vita della scuola anche in vista di
più ampio impegno nella scuola secondaria superiore.
Accanto al nucleo delle norme costituzionali, e
raccordate con esse, saranno rese comprensibili, in forma semplice ed adatta
all'età degli allievi, le funzioni di taluni istituti fondamentali
dell'ordinamento pubblico e privato, la cui conoscenza aiuti a comprendere i
meccanismi sempre più complessi della società contemporanea. In tale quadro,
potranno essere trattati, ad esempio, temi attinenti alla persona, alla
famiglia, alle comunità territoriali; all'ordinamento della giustizia, al
sistema tributario, al lavoro, alla sua organizzazione, alla sua tutela e alle
sue condizioni di sicurezza, all'educazione stradale, all'educazione sanitaria,
alla cooperazione internazionale.
Gli scambi sempre più frequenti, le
interdipendenze delle economie, le necessità della cooperazione internazionale,
rendono, inoltre, necessaria la conoscenza delle funzioni e delle attività dei
principali organismi di cooperazione ed integrazione europea nonché degli altri
organismi internazionali.
Nel quadro delle finalità dell'educazione civica
trova una sua collocazione l'attenzione per i problemi delle minoranze
linguistiche - da approfondire in modo particolare nelle zone in cui esse sono
presenti - per quanto riguarda il loro significato sul piano sociale e
ordinamenti ad esse riferiti.
III) Suddivisione della materia per anno
Classi I e II
Partendo dall'esperienza diretta della classe
scolastica si valorizzi la progrediente capacità del preadolescente di
inserirsi nel lavoro comune di gruppo della classe, della scuola, sicché egli
possa via via realizzare una riflessione consapevole sui valori umani e sociali
insiti nelle sue esperienze di vita comunitaria (la famiglia, il gruppo, la
comunità scolastica) e sui diritti e sui doveri relativi alle varie forme di
vita sociale.
I temi da affrontare saranno graduati, con
opportuni riferimenti al testo della Costituzione, passando dalla famiglia e
dalla comunità scolastica alle più complesse forme di aggregazione comunitaria
(gruppi associativi, Partiti, Sindacati, Comune, Provincia, Regione, Stato,
organismi della cooperazione internazionale, con particolare riguardo alla
Comunità europea).
Si evidenzi comunque, appena lo si riterrà
possibile , il principio della partecipazione responsabile alla vita politica,
caratterizzante tutte le forme associative sopra indicate e ben presente nel
testo della Costituzione
Classe III
Studio della Costituzione, con riferimenti alla
sua genesi, ai suoi principi ispiratori e alla sua attuazione; opportuni
raffronti con testi costituzionali di altri Stati, soprattutto europei.
Trattazione elementare di taluni temi attinenti
ad istituti fondamentali dell'ordinamento pubblico e privato.
Principi e organismi della cooperazione europea
ed internazionale.
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GEOGRAFIA
I) Finalità e obiettivi
La geografia ha il compito di indagare fenomeni e
sistemi antropofisici in una visione dinamica di tutti gli elementi variabili,
naturali ed umani, che concorrono a configurare l'assetto del territorio.
L'itinerario fondamentale della ricerca geografica consiste nel verificare e
nell'interpretare il rapporto dialettico tra gli uomini - con le loro
aspirazioni, necessità, strategie, tecnologie - e la natura - con le sue
risorse e le sue leggi - in modo da cogliere la molteplicità delle connessioni
che modificano, anche nel tempo, le situazioni geografiche.
Una corretta prassi di ricerca geografica che,
attraverso i procedimenti dell'analisi e della sintesi conduca l'alunno ad una
visione integrata dalla reciprocità uomo-ambiente, contribuisce a sollecitare
l'osservazione, a conferire il senso dello spazio, a sviluppare le capacità
descrittive, ad arricchire il patrimonio culturale, a promuovere lo spirito
critico. Tale procedimento stimola l'alunno ad una attiva partecipazione alla
realtà culturale, sociale ed economica e contribuisce a prepararlo a scelte
ragionate e responsabili anche in vista del suo inserimento nel mondo del
lavoro.
La geografia assolve al proprio impegno formativo
nei confronti dell'alunno promuovendo l'elaborazione di concetti e
l'organizzazione di ipotesi, secondo un metodo scientifico.
Il fatto che essa comporti anche momenti
descrittivi non significa affatto che i fenomeni e le connessioni fra i fenomeni
debbano essere presentati in forma non problematica; al contrario, occorre
guidare l'alunno a scegliere e collegare, interpretare i dati, avendo presente
che il descrivere non deve necessariamente coincidere con la accettazione
acritica di formulazioni chiuse e definitive.
E' inoltre rilevante l'acquisizione - anche
attraverso la geografia - della capacità di tradurre, nei limiti dell'utile e
del possibile, gli elementi quantitativi in elementi qualitativi e viceversa, ai
fini dell'educazione alla ricerca geografica.
Si tenga presente che proprio la geografia può
stimolare la capacità di calcolo rapido in termini di ordini di grandezza per
poter impostare immediate comparazioni, escludendo la memorizzazione di cifre,
sulle quali non si sappia poi ragionare.
II) Indicazioni programmatiche
L'analisi del paesaggio non si limiterà, solo,
all'individuazione dei fatti e degli oggetti geografici, nè alla mera e passiva
identificazione dei segni che l'uomo vi ha lasciato nel corso dei secoli, ma
indagherà le interrelazioni, le sincronie, gli influssi, l'azione distinta e
composita dei diversi elementi.
L'indagine sui fenomeni coinvolgenti la dinamica
uomo-ambiente prenderà avvio dalle più immediate esperienze dell'alunno, in
modo che tali fenomeni possano essere ricostruiti in sede di verifica
problematica diretta, puntualizzando e analizzando i dati necessari (ad esempio,
paesaggio agrario, sistemazione urbanistica, approvvigionamento idrico, fonti e
consumo di energia, situazione demografica, produzione alimentare, agricola e di
trasformazione industriale, consumi, vie di comunicazione, ecc.). Nella
programmazione l'insegnante tiene conto delle concrete possibilità offerte dal
territorio circostante, che verrà attentamente osservato, indagato e definito a
mano a mano che si procede nella ricerca. Gli alunni si impegneranno
nell'individuare i vari elementi che lo compongono, per esaminarli nel loro
manifestarsi, per coglierne le funzioni e le relazioni, per scoprire le
modifiche apportate dall'uomo, per approfondirne le caratteristiche culturali e
le diverse modalità e tecniche delle trasformazioni operate nei secoli.
Tali attività didattiche, che richiedono un
costante collegamento con l'insegnante delle scienze - al quale è affidato
l'insegnamento degli aspetti geofisici e astronomici - consentono che l'alunno
conquisti cognizioni fondamentali di geografia fisica e antropica e si renda
conto che - pur se l'uomo può trasformare l'ambiente - la terra ha una sua
storia.
Sarà cura dell'insegnante partire, nella
presentazione degli argomenti, dalla osservazione diretta, o da fotografie e
illustrazioni, scegliendo preferibilmente quei fenomeni che possano offrire una
situazione problematica concreta.
La partenza da situazioni presenti nel territorio
in cui il ragazzo vive ha una duplice funzione: quella di far cogliere i
problemi nella loro concretezza e in tutte le loro dimensioni e quella di
fondare saldamente il metodo di conoscenza su una ricostruzione critica e
verificabile dei problemi. La presa di contatto con la realtà vicina deve
essere utilizzata per stimolare progressivamente l'interesse per la conoscenza
del lontano: qualificando così l'indagine verso prospettive sempre più ampie e
più articolate ed iniziando alla conoscenza di altri paesaggi e di altri Paesi.
Perciò anche lo studio dell'Italia dovrà procedere tenendo sempre presenti i
rapporti tra il nostro Paese e il resto del mondo in ogni ambito di problemi,
ricorrendo il più possibile a comparazioni e riferimenti che aiutino e
stimolino i processi di generalizzazione. Analogo procedimento andrà seguito
nello studio degli altri Paesi, con gli opportuni confronti con l'Italia.
III) Indicazioni metodologiche
Occasioni per iniziare l'indagine geografica
saranno, di volta in volta, i fenomeni che scaturiscono da rapporti quali: suolo
e risorse, territorio e insediamenti, rilievo e viabilità, ambiente e attività
economiche, paesaggio, regione e popolamento, ecc., o da relazioni più
complesse quali: risorse idriche e loro utilizzazione, fonti di energia,
dislocazione industriale, risorse alimentari, processi di produzione e di
trasformazione, equilibri territoriali, scambi, emigrazione, ecc.; temi che sono
da considerare in maniera sempre più approfondita nell'arco del triennio.
Ogni progetto d'indagine deve tendere a far
acquisire all'alunno un complesso, il più possibile ampio e articolato, di
conoscenze geografiche attraverso l'osservazione degli elementi analitici del
paesaggio e dei fattori che lo caratterizzano, per giungere ad una
ricomposizione di quadri unitari regionali (approfondendo in particolare, la
conoscenza della propria Regione, intesa anche come comprensorio
politico-amministrativo), nazionali, continentali. Risulta pertanto chiaro che
dovrà essere eliminata ogni presentazione in chiave puramente descrittiva o in
termini puramente storico-politici o sociologici o antropologici, anche se tutte
queste dimensioni dovranno essere presenti, allo scopo di enucleare le
connessioni tra fenomeni, fatti e realtà, ovunque localizzati.
Il processo di conoscenza relativo alla
distribuzione dell'umanità sulla superficie terrestre, nella sua articolazione
in Stati, sarà indotto, durante il triennio, all'interno dei campi d'indagine e
dei problemi che costituiscono oggetto di specifico approfondimento, mediante la
lettura costante del mappamondo e del globo terrestre, la consultazione e la
eventuale costruzione di carte geotematiche, avviando progressivamente alla
comprensione delle rappresentazioni simboliche dello spazio geografico con
costanti controlli didattici che mirino a verificare che i procedimenti
percettivi e concettuali in essa coinvolti siano realmente acquisiti. E'
indispensabile, a tal fine, che l'insegnante proceda all'impostazione di un
ragionato piano didattico, inserito nella programmazione che il Consiglio di
classe dovrà inizialmente formulare.
IV) Itinerario didattico
Per facilitare l'acquisizione di una mentalità
geografica la classe tenderà a configurarsi come un laboratorio di ricerca, si
ricorrerà alla necessaria strumentazione tecnica (bussola, pluviometro, cassa a
sabbia, ecc.); si introdurranno codici idonei alla raffigurazione di dati
mediati ed immediati (carte, grafici, diagrammi, ecc.); si attueranno operazioni
che sollecitino la manualità (plastici, mappe, fotografie, ecc); si
promuoveranno adeguate letture (resoconti e diari di viaggiatori, esploratori,
ecc.); si applicheranno diversi metodi di indagine (ricerche, interviste,
inchieste, questionari, ecc.); si organizzeranno scambi epistolari con altre
classi (in Italia e all'estero), si utilizzeranno gli opportuni sussidi
(documentari, filimini, diapositive, lucidi, ecc.). Si realizzeranno, infine,
per quanto possibile, attività all'esterno della scuola (lezioni all'aperto,
escursioni, visite, ecc.).
Tra i sussidi indispensabili per la conoscenza
della realtà economica si tengano presenti, in particolare, i compendi
statistici, per giungere così alla preparazione diretta dei grafici di ogni
tipo. Non è possibile, infatti, avere una conoscenza di base ragionata dei
fenomeni naturali ed economici in termini di dinamica e di sviluppo se non si
ricorre ad un minimo di identificazione e di definizione dei dati ed alla loro
elaborazione in termini quantitativi.
L'itinerario didattico proposto potrà
realizzarsi solo se non si abbia la pretesa di acquisire informazioni che
esauriscono la totalità dei fenomeni terrestri. Una adeguata programmazione che
selezioni, a volte anche in modo campionario, zone del territorio rispetto a
problemi fondamentali per illuminare il rapporto uomo-ambiente, sarà
indispensabile e andrà organizzata anche a livello di Consiglio di classe, sia
per utilizzare le connessioni con l'insegnamento storico, linguistico,
artistico, tecnico, sia per realizzare rapide e frequenti prove di verifica ed
esercitazioni (costruzione di grafici, letture di tabelle, ecc.) che
sostituiscano le tradizionali interrogazioni orali. In particolare andrà tenuto
sempre presente il rapporto con gli insegnamenti scientifici; proprio la
geografia, infatti, può costituire, a livello di scuola media, un ausilio
notevole per superare la frattura tra scienze umane e sociali da un lato, e
scienze naturali dall'altro, così grave nella nostra cultura.
Articolazione annuale
1° anno
La conoscenza dei principali aspetti geografici
(fisici, biologici, antropici, socio-economici) del paesaggio locale, nella
interazione tra gruppo umano e territorio, e le più accessibili ed evidenti
esperienze, rafforzate dalla consultazione delle carte e dall'uso di altri
strumenti, daranno luogo alla comprensione di problemi di generale interesse nel
mondo.
L'alunno, partendo dalla sua regione e attraverso
lo studio particolare dell'Italia, allargherà progressivamente le sue
prospettive ed approfondirà la sua competenza geografica.
2° anno
Utilizzando le esperienze e le conoscenze già
acquisite, l'alunno approfondirà argomenti e problemi relativi allo studio
particolare dell'Europa e del bacino mediterraneo. Tale allargamento di
prospettiva consentirà all'alunno di prendere coscienza dei problemi geografici
nella loro più articolata dimensione socio-politico-economica dell'Europa nel
mondo.
3° anno
Lo studio dei più significativi Paesi del mondo
offrirà l'occasione per continuare nei raffronti con l'Europa e con l'Italia
nonché per completare la conoscenza e approfondire la riflessione sui rapporti
antropici, culturali, politici ed economici.
L'alunno, con opportuni riferimenti e progressive
scoperte di connessioni, giungerà così alla comprensione non solo degli
ambienti geografici, ma dell'interazione tra ambienti e popolazioni e tra popoli
e popoli.
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LINGUA
STRANIERA
1) Obiettivi dell'insegnamento della lingua
straniera nel quadro dell'educazione linguistica
L'insegnamento della lingua straniera nella
scuola media ha il compito di contribuire, in armonia con le altre discipline,
ed in modo particolare con lo studio della lingua italiana, alla formazione di
una cultura di base e allo sviluppo delle capacità di comprendere, esprimere e
comunicare degli alunni.
Lo studio della lingua straniera contribuirà ad
allargare gli orizzonti culturali, sociali e umani dell'allievo per il fatto
stesso che ogni lingua rispecchia i diversi modi di vivere delle comunità che
la parlano ed esprime in modo diverso i dati dell'esperienza umana. Esso riveste
quindi una grande importanza nell'educazione alla comprensione e al rispetto
degli altri e dei valori che essi posseggono.
Obiettivo principale è la comprensione
dell'importanza della lingua straniera come strumento di comunicazione, tenuto
conto anche che si vive in un'epoca in cui le relazioni con altri paesi si
rivelano indispensabili, in particolare modo nell'ambito della Comunità Europea
di cui l'Italia è membro effettivo.
L'impegno degli allievi allo studio della lingua
straniera dovrà essere stimolato dall'interesse a confrontare la propria realtà
socio-culturale con quella degli altri paesi della società contemporanea. Per
sviluppare tale motivazione e perché il nesso lingua cultura sia reso evidente,
è essenziale che si parta dalla vita di oggi e soprattutto dalla lingua di
oggi. Lo studio della civiltà straniera non deve essere quindi inteso come
apprendimento di mere nozioni storiche e geografiche, ma come una presa di
coscienza dei valori socioculturali e dei costumi delle altre comunità tramite
la lingua stessa ed attraverso documenti autentici di attualità e di vita
quotidiana.
Lo studio della lingua straniera dovrebbe
giungere a risultati precisi e concreti sul piano dell'uso linguistico e
adeguati al livello di età degli allievi. Tali risultati sono misurabili in
base all'effettivo possesso, da parte degli allievi, di abilità operative,
ricettive e produttive, sia per quanto riguarda la lingua orale sia per quanto
riguarda la lingua scritta e sono riferibili alla capacità di saper comprendere
e produrre contesti significativi di lingua orale e di lingua scritta.
2) Indicazioni Metodologiche
a) Sviluppo delle abilità linguistiche
L'insegnante avrà cura di sviluppare sin dal
primo anno, attraverso l'uso costante della lingua straniera sia da parte sua
sia da parte degli allievi le abilità fondamentali: saper capire ascoltando,
saper parlare, saper leggere e saper scrivere. Ognuna di tali abilità dovrà a
sua volta essere specificata in base alle attività linguistiche che si
ritengano più appropriate agli allievi di questa fascia scolastica.
L'insegnante non dovrà procedere da parole o frasi isolate, ma da contesti
globalmente significativi in quanto calati in situazioni di comunicazione
nell'uso orale ed in quello scritto. Si darà comunque la massima importanza
alle abilità audio-orali, intese sia separatamente (ascolto e comprensione di
testi registrati, esposizione orale di fatti, esperienze, idee), sia
congiuntamente, così come esse si attuano nella conversazione.
All'espressione scritta si potrà comunque
pervenire dopo che siano stati accertati la comprensione e l'uso corretto dei
modelli orali , senza peraltro accantonare o procrastinare l'uso dello scritto.
Si utilizzeranno esercizi che consentano di
adoperare la lingua in situazioni di comunicazione, ad esempio:
- per dare e comprendere informazioni in una
comunicazione orale di tipo quotidiano corrente;
- per descrivere (oralmente o per iscritto)
luoghi, oggetti, persone;
- per leggere e comprendere brevi ed accessibili
testi di narrativa e di divulgazione tratta anche da materiali pubblicitari, da
giornali, da riviste, da istruzioni varie, ecc.;
- per comprendere e redigere comunicazioni
epistolari e per prendere parte ad una conversazione non fondata sullo studio
preventivo di testi scritti.
Lo sviluppo della funzioni comunicative della
lingua attraverso tali attività specifiche dovrà costituire il fulcro
dell'insegnamento al fine di avviare allievi all'uso linguistico corrente.
b) Riflessione sulla lingua
La riflessione sulla lingua, senz'altro
indispensabile, sarà condotta partendo dall'uso concreto della lingua in un
contesto e non da schemi grammaticali. E' opportuno che tale riflessione
comprenda sia gli aspetti morfologico-sintattici sia quelli
semantico-comunicativi.
La riflessione sulla lingua offrirà occasione
anche per i necessari riferimenti culturali dato che la lingua è elemento
rivelatore del contesto socioculturale.
Le possibili diverse impostazioni dell'analisi
linguistica richiedono che gli insegnanti di italiano e di lingua straniera, nel
consiglio di classe, raggiungano una intesa sulla terminologia grammaticale da
adottare.
c) Articolazione del programma
Sarà opportuno strutturare il programma di unità
didattiche sviluppate secondo criteri di funzionalità comunicativa e
distribuire la materia nel corso del triennio secondo un criterio
"ciclico" che consentirà di procedere a ripetizioni sistematiche e ad
ulteriori sviluppi di quanto già introdotto.
L'uso costante di sussidi audiovisivi di ogni
tipo motiverà all'apprendimento della lingua straniera e contribuirà a far
cogliere nella loro realtà gli elementi linguistici entro un contesto di
significati.
Le ripartizioni che seguono, relative
all'articolazione del programma nei tre anni, hanno soltanto valore indicativo.
1° anno
Sviluppo graduale della capacità di capire e
produrre le espressioni più usuali della comunicazione orale corrente a livello
di vita quotidiana. L'alunno dovrà essere messo in condizioni di assumere un
ruolo attivo attraverso il dialogo che prenderà l'avvio da situazioni in cui più
facilmente egli potrebbe avere necessità di far uso della lingua straniera
senza passare attraverso la traduzione.
L'acquisizione della pronuncia (nei suoi aspetti
percettivi ed articolatori) non va considerata come un momento a se stante, ma
inserita nel processo globale di apprendimento linguistico. L'ascolto di brevi
testi stimolerà la comprensione della lingua.
Saranno inoltre indispensabili esercizi di
fissazione ed applicazione, in situazioni comunicative, degli aspetti
fonologici, morfologici, sintattici e semantici introdotti globalmente nel
dialogo.
Il passaggio alla lingua scritta sarà meglio
attuato attraverso esercizi di copiatura, di dettatura e di semplici letture
graduate impostate sulle espressioni linguistiche già note e riguardanti
argomenti di vita quotidiana.
2° anno
continuerà l'attività didattica volta ad
accrescere la capacità di usare la lingua come strumento di comunicazione, così
come previsto per la 1^ classe. A quanto già detto si aggiungerà l'ascolto di
dialoghi atti a sviluppare la comprensione. Oltre alla attività di dialogazione
si procederà ad attività di lettura (intensiva ed estensiva) sui vari
argomenti soprattutto riguardanti la cultura straniera colta nella sua attualità.
Le letture, opportunamente graduate, offriranno
l'occasione per esercitazioni scritte guidate: dettati, questionari, riassunti,
trasposizioni del testo in forma di dialogo.
Tali esercizi ed attività potranno essere
utilizzati come strumento di controllo per la verifica dell'assimilazione degli
elementi linguistici presentati.
3° anno
Si approfondirà ulteriormente lo studio della
lingua viva e si darà sistemazione alle riflessioni sulla lingua appresa
precedentemente, per mettere l'alunno in grado di generalizzare e di avere a
disposizione maggiori possibilità di espressione personale.
Continueranno pertanto le attività di
conversazione, di ascolto di modelli orali registrati e le letture intensive ed
estensive con le conseguenti esercitazioni orali e scritte già indicate per il
secondo anno. Si continuerà anche ad esercitare gli allievi nella redazione di
lettere e di relazioni varie.
Tenendo conto del livello di preparazione degli
allievi si utilizzeranno poesie o brani di autore per destare l'interesse per i
testi letterari.
Le attività indicate contribuiranno ad
approfondire la conoscenza del paese di cui si studia la lingua, nei suoi
aspetti culturali, civili, sociali, ecc. le esercitazioni via via compiute
protranno essere utilizzate come prove di controllo.
Alla conclusione del ciclo l'alunno dovrebbe
essere in grado di utilizzare la conoscenza della lingua almeno per gli
essenziali impieghi pratici: capacità di capire - leggere ed esprimersi nella
lingua straniera.
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SCIENZE
MATEMATICHE, CHIMICHE, FISICHE E NATURALI
I) Indicazioni generali
L'educazione scientifica, che deve interessare
l'intero processo formativo, ha il proprio centro specifico negli insegnamenti
delle scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali.
Obiettivi
E' obbiettivo qualificante del processo educativo
attraverso tali insegnamenti l'acquisizione da parte dell'alunno del metodo
scientifico, quale metodo rigorosamente razionale di conoscenza che si
concretizza nelle capacità concettuali e operative di:
- esaminare situazioni, fatti e fenomeni;
- riconoscere proprietà varianti e invarianti,
analogie e differenze;
- registrare, ordinare e correlare dati;
- porsi problemi e prospettarne soluzioni;
- verificare se vi è rispondenza tra ipotesi
formulate e risultati sperimentali;
- inquadrare in un medesimo schema logico
questioni diverse;
- comprendere la terminologia scientifica
corrente ed esprimersi in modo chiaro, rigoroso e sintetico;
- usare ed elaborare linguaggi specifici della
matematica e delle scienze sperimentali, il che fornisce anche un contributo
alla formazione linguistica;
- considerare criticamente affermazioni ed
informazioni, per arrivare a convinzioni fondate e a decisioni consapevoli.
Suggerimenti metodologici
a) Attività sperimentale
Il processo di avviamento al metodo scientifico
proposto agli alunni dovrà rispettare i tempi e le modalità di apprendimento
caratteristici della loro età: dovrà quindi muovere da ciò che può stimolare
la loro curiosità e la loro intuizione, da esperienze facilmente comprensibili,
della operatività e indirizzare alla sistematicità grazie alla progressiva
maturazione dei processi astrattivi.
Pertanto gli allievi saranno impegnati,
individualmente e in gruppo, in momenti operativi, indagini e riflessioni
opportunamente guidati ed integrati dall'insegnante, giungendo, secondo la
natura del tema, a sviluppi matematici più approfonditi e generali e,
rispettivamente, ad un quadro coerente di risultati sperimentali. In molti casi
l'indagine sperimentale e quella matematica protranno proseguire a lungo
assieme, integrandosi, senza confondersi.
Si sottolinea l'importanza di questa attività di
laboratorio non solo, come è ovvio, per le scienze sperimentali, ma anche per
la matematica, (procedimenti di misura, rilevazioni statistiche e costruzioni di
grafici, costruzioni di geometria piana e spaziale, ecc.). Peraltro,
l'insegnate, nello sviluppo dei concetti matematici, non dovrà rimanere
esclusivamente ancorato a modelli materiali, tenendo conto che la matematica ha
specifici obiettivi e che il suo apprendimento progredisce attraverso i metodi
che le sono propri. Si metteranno in rilievo le differenze fra il certo e il
probabile, fra il continuo e il discreto, fra leggi matematiche e leggi
empiriche.
b) Studio, lettura e consultazione
A conclusione del corso, in modi e in forme
adeguati alla sua età e ai compiti formativi della scuola media, l'allievo
giungerà ad acquisire:
a) i quadri generali nei quali le conoscenze
scientifiche si collocano;
b) una prima sistemazione dei concetti portanti e
delle strutture specifiche della matematica e delle scienze sperimentali.
Le nozioni acquisite nel corso del triennio non
dovranno quindi rimanere sconnesse ed occasionali; inoltre, per evitare
genericità, gli alunni dovranno impadronirsi di conoscenze precise da
considerare irrinunciabili.
I risultati delle osservazioni e delle conoscenze
acquisite mediante procedimenti attivi di ricerca verranno integrati con
l'utilizzazione critica di informazioni ricavate dalla lettura e dalla
consultazione di uno o più libri e dal ricorso a mezzi audiovisivi.
Avviamento alla collocazione storica della
scienza
L'insegnante di scienze avvierà l'alunno ad una
prima riflessione sulla dimensione storica della scienza, presentando, con
esempi significatici, sia le linee di sviluppo della scienza dal suo interno,
sia la stretta correlazione esistente fra l'evoluzione scientifica e quella
della condizione umana.
Rapporti tra le varie discipline
I docenti di Scienze Matematiche, chimiche,
Fisiche e naturali, oltre a realizzare in modo naturale, all'interno della
cattedre, correlazioni e collegamenti fra le discipline che vi afferiscono,
dovranno sviluppare stretti rapporti di collaborazione con i docenti di tutte le
altre discipline. E' nell'ambito di questa collaborazione che troverà un posto
importante l'impegno di tutti i docenti nel programmare una serie di attività
concernenti l'educazione sanitaria.
Ripartizione oraria
La matematica e le scienze sperimentali
concorrono unitariamente a realizzare gli obiettivi dell'educazione scientifica;
ciò non esclude la specificità dei contributi che esse autonomamente recano.
Pertanto i programmi che seguono sono articolati secondo le due componenti
predette.
Dati i frequenti collegamenti e la costante
integrazione prevista nel lavoro di classe fra la matematica e le scienze
sperimentali, non è possibile stabilire una rigida ripartizione dell'orario
settimanale fra le due aree. Appare tuttavia necessario prevedere per ciascun
anno una distribuzione equilibrata dei tempi da dedicare rispettivamente alla
matematica e alle scienze sperimentali.
II Indicazioni per la matematica
Obiettivi
Nell'ambito degli obiettivi enunciati nella
premessa agli insegnamenti, l'insegnamento della matematica propone di:
- suscitare un interesse che stimoli le capacità
intuitive degli alunni;
- condurre gradualmente a verificare la validità
delle intuizioni e delle congetture con ragionamenti via via più organizzati;
- sollecitare ed esprimersi e comunicare in un
linguaggio che, pur conservando piena spontaneità, diventi sempre più chiaro e
preciso, avvalendosi anche dei simboli, rappresentazioni grafiche, ecc. che
facilitino l'organizzazione del pensiero;
- guidare alla capacità di progressiva
chiarificazione dei concetti e facendo riconoscere analogie in situazioni
diverse, così da giungere a una visione unitaria su alcune idee centrali
(variabile, funzione, trasformazione, struttura ...);
- avviare alla consapevolezza e alla padronanza
del calcolo.
Suggerimenti metodologici
Per il conseguimento degli obiettivi predetti, si
farà ricorso ad osservazioni, esperimenti, problemi tratti da situazioni
concrete così da motivare l'attività matematica della classe fondandola su una
sicura base intuitiva.
Verrà dato ampio spazio all'attività di
matematizzazione intesa come interpretazione matematica della realtà nei suoi
vari aspetti (naturali, tecnologici, economici, linguistici...) con la diretta
partecipazione degli allievi.
Nel programma i contenuti sono raggruppati in
"temi" e non elencati in ordine sequenziale, al fine di facilitare la
individuazione di quelle idee che appaiono essenziali allo sviluppo del pensiero
matematico degli allievi. I temi non devono essere quindi intesi come capitoli
in successione, ma argomenti tratti da temi diversi potranno, in sede di
programmazione, alternarsi ed integrarsi nell'itinerario didattico che
l'insegnante riterrà più opportuno.
Ciò consentirà di introdurre taluni argomenti
in anticipo rispetto alla loro sistemazione logica, il che può essere utile per
analizzare situazioni concrete, interpretare fenomeni e collegare fra loro
nozioni diverse; in tal caso l'insegnante si limiterà, in una prima fase, a
fornire una visione d'insieme adeguata allo sviluppo mentale degli alunni, per
ritornare sugli stessi argomenti con maggiore profondità, in momenti
successivi. Nello stesso spirito, l'insegnante utilizzerà subito, con
naturalezza, le nozioni che l'alunno possiede dalla scuola elementare. Si terrà
conto, in ogni caso, della necessità di richiamare, volta a volta, i concetti e
le informazioni necessari per innestare lo sviluppo dei nuovi temi e problemi.
La matematica potrà fornire e ricevere
contributi significativi da altre discipline.
Si tenga presente, al riguardo, che la matematica
fornisce un apporto essenziale alla formazione della competenza linguistica,
attraverso la ricerca costante di chiarezza, concisione e proprietà di
linguaggio, e, anche, mediante un primo confronto fra il linguaggio comune e
quello più formale, proprio della matematica.
Con l'educazione tecnica, la matematica può
integrarsi sia fornendo mezzi di calcolo e di rappresentazione per la fase
progettuale, sia ricevendone ausilio per la propria attività.
Analogamente, possono essere trovati momenti di
incontro della matematica con la geografia (metodo delle coordinate, geometria
della sfera...), con l'educazione artistica (prospettiva, simmetrie ...), ecc.
TEMI
1) La Geometria prima presentazione del mondo
fisico
Contenuti riferiti ai temi
a) Dagli oggetti ai concetti geometrici: studio
delle figure del piano e dello spazio a partire da modelli materiali.
b) Lunghezze, aree, volumi, angoli e loro misura.
c) Semplici problemi di isoperimetria e di
equi-estensione. Il teorema di Pitagora.
d) Costruzione geometriche, uso di riga, squadra,
compasso.
2) Insiemi numerici
Contenuti riferiti ai temi
a) Numeri naturali. Successivi ampliamenti del
concetto di numero: dai naturali agli interi relativi: dalle frazioni (come
operatori) ai numeri razionali - Rapporti, percentuali - Proporzioni -
Rappresentazione dei numeri su una retta orientata.
b) Scrittura decimale. Ordine di grandezza.
c) Operazioni dirette e inverse e loro proprietà
nei diversi insiemi numerici. Potenza a radice. Multipli e divisori di un numero
naturale e comuni a più numeri. Scomposizione in fattori primi. Esercizi di
calcolo, esatto e approssimato. Approssimazione successive come avvio ai numeri
reali. Uso ragionato di strumenti di calcolo (ad es. tavole numeriche,
calcolatori tascabili, ecc.).
3) Matematica del certo e matematica del
probabile
Contenuti riferiti ai temi
a) Affermazioni del tipo vero/falso e
affermazioni di tipo probabilistico. Uso corretto dei connettivi logici (e, o,
non): loro interpretazione come operazioni su insiemi e applicazioni sui
circuiti elettrici.
b) Rilevamenti statistici e loro rappresentazione
grafica (istrogrammi, areogrammi,...); frequeza/medie.
c) Avvenimenti casuali; nozioni di probabilità e
sue applicazioni.
4) Problemi ed equazioni
Contenuti riferiti ai temi
a) Individuazione dei dati e di variabili
significative di un problema. Risoluzione mediante ricorso a procedimenti
diversi (diagrammi di flusso, impostazione e calcolo di espressioni
aritmetiche...)
b) Lettura, scrittura, uso e trasformazione di
semplici formule.
c) Semplici equazioni e disequazioni numeriche di
primo grado.
5) Il metodo delle coordinate
Contenuti riferiti ai temi
a) Uso del metodo delle coordinate in situazioni
concrete; lettura di carte topografiche e geografiche.
b) Coordinata di un punto della retta: coordinate
di un punto del piano. Rappresentazione e studio di semplici figure del piano,
ad es. figure poligonali di cui siano assegnate le coordinate dei vertici.
c) Semplici leggi matematiche ricavate anche dal
mondo fisico, economico, ecc. e loro rappresentazione nel piano cartesiano;
proporzionalità diretta e inversa, dipendenza quadratica, ecc.
6) Trasformazioni geometriche
Contenuti riferiti ai temi
a) Isometrie (o congruenze) piane - traslazioni,
rotazioni, simmetrie a partire da esperienze fisiche (movimenti rigidi) -
Composizioni di isometrie. Figure piane direttamente o inversamente congruenti.
b) Similitudini piane, in particolare omotetie, a
partire da ingrandimenti e impiccolimenti. Riduzioni in scala.
c) Osservazione di altre trasformazioni
geometriche: ombre prodotte da raggi solari o da altre sorgenti luminose,
rappresentazioni prospettiche (fotografie, pittura, ecc.), immagini deformate
...
7) Corrispondenze - Analogie strutturali
Contenuti riferiti ai temi
Richiami, confronti e sintesi dei concetti di
relazione, corrispondenza, funzione, legge di composizione incontrati in ambiti
diversi. Ricerca e scoperta di analogie di struttura.
Orientamenti per la "lettura" dei
contenuti
Nello svolgimento del programma si terrà
presente che una nozione può assumere più chiaro significato se messa a
raffronto con altre ad essa parallele o antitetiche: così, per illustrare una
proprietà si daranno anche esempi di situazioni in cui essa non vale; ad
esempio la numerazione decimale potrà essere pienamente intesa se confrontata
con altri sistemi di numerazione. Il linguaggio degli insiemi potrà essere
usato come strumento chiarificatore, di visione unitaria e di valido aiuto per
la formazione di concetti. Si eviterà comunque una trattazione teorica a sè
stante, che sarebbe, a questo livello, inopportuna.
Analogamente, grafici e diagrammi di flusso
potranno essere utilizzati come un linguaggio espressivo per la schematizzazione
di situazioni e per la guida alla risoluzione di problemi.
Lo studio della geometria trarrà vantaggio da
una presentazione non statica delle figure, che ne renda evidenti le proprietà
nell'atto del loro modificarsi; sarà anche opportuno utilizzare materiale e
ricorrere al disegno. La geometria dello spazio non sarà limitata a
considerazioni su singole figure, ma dovrà altresì educare alla visione
spaziale. E' in questa concezione dinamica che va inteso anche il tema delle
trasformazioni geometriche.
Il metodo delle coordinate con il rappresentare
graficamente fenomeni e legami fra variabili, aiuterà a passare da un livello
intuitivo ad uno più razionale. Alcune trasformazioni geometriche potranno
essere considerate anche per questa via.
L'argomento "proporzioni" non deve
essere appesantito imponendo, come nuove, regole che sono implicite nella
proprietà delle operazioni aritmetiche, ma deve essere finalizzato alla
scoperta delle leggi di proporzionalità (y = kx; xy = k).
Nella trattazione delle potenze verrà dato
particolare risalto alle potenze di 10, per il ruolo che esse hanno nella
scrittura decimale dei numeri e, quindi, nella nozione di ordine di grandezza,
anche in relazione al sistema metrico decimale. Ove se ne ravvisi l'opportunità,
si potrà accennare anche alla legge di accrescimento esponenziale. Si terrà
presente che "risolvere un problema" non significa soltanto applicare
regole fisse a situazioni già schematizzate, ma vuol dire anche affrontare
problemi allo stato grezzo per cui si chiede all'allievo di farsi carico
completo della tradizione in termini matematici.
Nell'ambito di questo lavoro di traduzione si
troverà, tra l'altro, una motivazione concreta per la costruzione delle
espressioni aritmetiche e per le relative convenzioni di scrittura.
Anche le equazioni e le disequazioni troveranno
una loro motivazione nella risoluzione di problemi appropriati. L'insegnante
potrà, inoltre, presentare equazioni e disequazioni in forma unificata
utilizzando l'idea di "frase aperta" (enunciato con una o più
variabili).
La riflessione sull'uso dei connettivi concorre
alla chiarificazione del linguaggio e del pensiero logico.
L'introduzione degli elementi di statistica
descrittiva e della nozione di probabilità ha lo scopo di fornire uno strumento
fondamentale per l'attività di matematizzazione di notevole valore
interdisciplinare. La nozione di probabilità scaturisce sia come naturale
conclusione dagli argomenti di statistica sia da semplici esperimenti di
estrazioni casuali.
L'insegnante, evitando di presentare una
definizione formale di probabilità, avrà cura invece di mettere in guardia gli
allievi da più diffusi fraintendimenti riguardanti sia l'interpretazione dei
dati statistici sia l'impiego della probabilità nella previsione degli eventi.
Le applicazioni non dovranno oltrepassare il calcolo delle probabilità in
situazioni molto semplici, legate a problemi concreti (ad esempio nella
generica, nell'economia, nei giochi).
Il tema "Corrispondenze e analogie
strutturali" non darà luogo ad una trattazione a sè stante. Nel corso dei
tre anni, tutte le volte che se ne presenti l'occasione, si faranno riconoscere
analogie e differenze fra situazioni diverse, come approccio alle idee di
relazione e struttura.
Va sconsigliata l'insistenza su aspetti puramente
meccanici e mnemonici, e quindi di scarso valore formativo. Si eviterà
l'imposizione di regole che potrebbero essere più naturalmente individuate in
altri contesti più appropriati. Ad esempio, argomenti come la scomposizione in
fattori primi, la ricerca del massimo comune divisore e del minimo comune
multiplo. Il calcolo di grosse espressioni aritmetiche, l'algoritmo per
l'estrazione della radice quadrata, il calcolo letterale avulso da riferimenti
concreti, non dovranno avere valore preponderante nell'insegnamento e tanto meno
nella valutazione.
III - Indicazioni per le scienze sperimentali
Obiettivi
Nel quadro delle finalità esposte nelle
indicazioni generali, l'insegnamento delle scienze sperimentali si propone di
introdurre gli allievi in modi e forme adeguati all'età, ad una visione della
natura e dell'ambiente umano, che poggi sul rigore critico e sulla coerenza che
caratterizzano il metodo scientifico.
In questo modo gli allievi potranno:
- imparare a conoscere le strutture e i
meccanismi di funzionamento della natura, considerati nelle dimensioni spaziale
e temporale;
- scoprire l'importanza di formulare ipotesi, non
solo per spiegare fatti e fenomeni ma anche per organizzare correttamente
l'osservazione;
- individuare le strette interazioni fra mondo
fisico, mondo biologico e comunità umane;
- maturare il proprio senso di responsabilità
nell'impatto con la natura e nella gestione delle sue risorse;
- conseguire capacità che permettano un
approfondimento autonomo di conoscenze scientifiche e un controllo
sull'attendibilità delle fonti di informazione;
- acquistare consapevolezza della continua
evoluzione delle problematiche e delle conoscenze scientifiche.
Suggerimenti metodologici
L'osservazione diretta di fatti, fenomeni e
ambienti, considerati nel loro insieme e progressivamente analizzati nei
particolari, mettendo in evidenza interazioni e trasformazioni, porterà
all'individuazione di problemi.
Gli allievi saranno guidati dall'insegnante ad
osservare e a discutere fra loro per prospettare soluzioni ed ipotesi
interpretative e quindi a ideare esperimenti per verificarne o confutarne la
validità.
La discussione abituerà ad ascoltare gli altri a
farsi idee proprie e a prospettarle liberamente.
Il momento dell'ideazione e progettazione
dell'esperimento servirà a chiarire che cosa ci si propone di mettere alla
prova, a individuare variabili e relazioni di causa ed effetto e a stimolare la
creatività nell'escogitare modi e mezzi di realizzazione dell'esperimento
stesso.
L'esecuzione dell'esperimento, individuale o a
gruppi, oltre a sviluppare abilità manuali, fornirà occasioni per effettuare
misure, controllando la precisione e l'accuratezza dei dati quantitativi
ottenuti.
La raccolta sistematica dei dati, la loro
elaborazione ed il confronto con dati ricavati da fonti indirette (libri,
tabelle, ecc.), abitueranno alla necessità di valutare il grado di attendibilità
di ogni informazione.
La relazione critica (in forma sintetica)
corredata di disegni, tabelle e grafici, costituirà per gli allievi un momento
di riflessione, di verifica, di acquisizione oltre che dei concetti di un
linguaggio appropriato.
E' ovvio che gli esperimenti non potranno
prescindere da momenti didattici in cui si farà uso della comunicazione, sia
scritta sia orale (informazione, spiegazione, illustrazione dell'insegnante),
sia per immagini (sussidi audiovisivi); ciò è inevitabile nel caso di quelle
tematiche che richiederebbero conoscenze e processi troppo complessi per essere
correttamente affrontate in modo sperimentale.
Anche in tali momenti dell'attività didattica si
dovrà comunque provvedere ad una organizzazione problematica dell'esposizione e
ad un uso critico ed analitico dei testi e di altri sussidi.
Si ribadisce comunque l'efficacia di un contatto
diretto con la natura e con l'ambiente umano, compiendo ricerche su ecosistemi
facilmente raggiungibili e sugli aspetti delle trasformazioni che l'uomo ha
operato sull'ambiente. Sono altresì necessari l'aggiornamento e la informazione
sugli avvenimenti di rilevanza scientifica.
Sulla base di tale impostazione si tenderà a
favorire non solo l'apprendimento della scienza, ma anche la maturazione
psicologica dell'allievo, attraverso un passaggio graduale delle operazioni
concrete ad operazioni astratte.
INDICAZIONI DI LAVORO (A TITOLO
ESEMPLIFICATIVO)
TEMI
CONTENUTI - RIFERIMENTI AI TEMI
Materia e fenomeni fisici e chimici
Stati di aggregazione della materia
Esperimenti sulle caratteristiche proprie degli
stati e su proprietà particolarmente significative. Determinazione di volume,
massa, peso, densità, pressione, ecc... e loro significato. Esperienze
significative sui cambiamenti di stato in generale e problematiche relative
all'acqua e ad altre sostanze di particolare importanza.
Caratterizzazione e trasformazione delle sostanze
Semplici esperimenti su sostanze e miscugli:
separazione dei componenti di miscugli. Cenni sulla struttura della materia:
dimensioni degli atomi: i cristalli. L'aria. Esperimenti sulla combustione
(temperatura e calore). Altre trasformazioni particolarmente importanti.
L'equilibrio e il moto
Esperimenti (con semplici strumenti: leve, molle,
pendolo...) che consentano collegamenti con la matematica in relazione alla
proporzionalità diretta o inversa. Velocità media, lettura ragionata di
tabelle orarie e costruzione dei relativi grafici.
La luce e il suono
Propagazione rettilinea della luce. Semplici
esperimenti riguardanti la formazione di immagini reali e virtuali. Analisi
della luce: i colori. Il suono: le sue caratteristiche; semplici esperimenti sul
suono anche in riferimento all'educazione musicale.
Elettricità e magnetismo
Semplici esperimenti qualitativi sulla corrente
elettrica; circuiti elettrici e loro significato logico; consumo di energia
elettrica; il contatore e la bolletta della luce le calamite e la bussola.
La terra nel sistema solare
Atmosfera, idrosfera e litosfera e loro
interazione
Osservazioni su rocce e minerali tipici del
territorio. Ciclo dell'acqua e fenomeni atmosferici: semplici rilevazioni
sperimentali.
Evoluzione della Terra
Movimenti della crosta, orogenesi: processi di
erosione e sedimentazione: rilievi in natura e semplici esperimenti esplicativi.
Comparsa della vita sulla Terra. I fossili. Il tempo Geologico.
La crosta terrestre come substrato per la vita
Formazione del suolo. Problemi di conservazione
del suolo; semplici esperimenti di caratterizzazione di terreni diversi.
Osservazioni atte a mettere in evidenza interazioni fra suolo e organismi.
Problemi dell'agricoltura.
Il sistema solare
Moti apparenti degli astri. Il sistema
eliocentrico. Cenni sulle distanze cosmiche. La Terra come pianeta: il giorno e
la notte; le stagioni.
I satelliti; la luna, le fasi lunari, le eclissi.
Razzi, satelliti artificiali, sonde spaziali.
Struttura, funzione ed evoluzione dei viventi
I livelli di organizzazione della vita
Cellula (osservazione al microscopio di cellule
vegetali ed animali). Organismi (osservazioni comparative di organismi
appartenenti a grandi gruppi vegetali ed animali. Dal loro confronto, attraverso
rilevazioni di elementi varianti ed invarianti far emergere l'utilità di
adottare criteri classificatori).
Popolazioni e comunità vegetali ed animali.
Gli ecosistemi
Struttura e dinamica in dimensione spaziale e
temporale. Ciclo della materia e flusso dell'energia. Gli equilibri ecologici.
L'uomo e l'ambiente
L'individuo
Il ciclo biologico della vita umana (nascita,
crescita, sviluppo, riproduzione e morte). Strutture e funzioni nell'unità
dell'organismo. La vita di relazione (il corpo umano come valore personale e
sociale, sensi, percezione, apprendimento, comportamento e comunicazione).
Popolazioni
Strutture e dinamica delle popolazioni in
rapporto alle condizioni dell'ambiente. Origine ed evoluzione biologica e
culturale della specie umana
Comunità ed ambienti umani
Le comunità umane in rapporto al territorio.
Aspetti positivi e negativi dell'intervento umano nell'ambiente. Problemi di
risanamento degli ambienti. educazione ambientale.
Educazione alla salute
Mantenimento della salute fisica e mentale come
diritto dell'individuo e come suo dovere verso la società. Educazione
alimentare. Malattie dell'individuo e patologia di origine e di rilevanza
sociale: malattie da lavoro, ecc.; l'infanzia e la vecchiaia, la subnormalità e
l'invalidità come ambiti privilegiati di protezione sociale. Partecipazione e
corresponsabilità nell'utilizzo nella gestione delle strutture e degli
strumenti per la protezione della salute.
Progresso scientifico e società
Energia
Il concetto di energia interviene in tutta una
serie di fenomeni studiati nell'ambito delle diverse aree; tali fenomeni possono
essere esaminati e via via sistemati in un discorso globale, che alla fine del
corso triennale, andrebbe ripreso e arricchito con nuovi esempi di
trasformazioni energetiche, in modo da far giungere gli alunni ad una
sufficiente comprensione del concetto di energia. Dovrà emergere la rilevanza
economica e sociale della produzione e del consumo di energia, vista anche in un
contesto storico.
Scienza e società
Evoluzione dell'industria chimica: conseguenze
positive e negative sulla qualità della vita. Utilizzazione delle risorse
rinnovabili e non rinnovabili. Problemi relativi a dissesti idrogeologici
(alluvioni, frane ...) e cataclismi geologici (terremoti, eruzioni vulcaniche).
Le principali scoperte realizzate in campo biologico; loro incidenza sulla
società; responsabilità dell'uomo per una loro corretta utilizzazione.
OSSERVAZIONI SUI CONTENUTI
L'area delle conoscenze scientifiche, entro le
quali dovrà svolgersi l'apprendimento dell'allievo, è stata rappresentata in
cinque grandi temi: MATERIA E FENOMENI FISICI E CHIMICI - LA TERRA NEL SISTEMA
SOLARE - STRUTTURA, FUNZIONI ED EVOLUZIONI DEI VIVENTI - L'UOMO E L'AMBIENTE -
PROGRESSO SCIENTIFICO E SOCIETÀ.
La sequenza di tali temi non è impegnativa circa
l'ordine in cui l'insegnante li dovrà trattare.
Anche i singoli temi non potranno essere esauriti
in un unico momento; al contrario, essi ricorreranno in periodi diversi del
corso triennale, quando cioè si rilevi necessario per opportuni approfondimenti
o ampliamenti dei concetti o per effettuare collegamenti con argomenti diversi
di questo o di altro insegnamento.
I temi sono stati articolati in un certo numero
di contenuti e tendono a rispondere alla richiesta che, in accordo allo sviluppo
attuale della società, lo Stato e i cittadini rivolgono agli insegnanti per una
formazione di base degli allievi nell'arco dell'obbligo scolastico: temi e
contenuti sono perciò da considerare fondamentali per tutto il Paese.
I temi e i contenuti sono integrati con alcune
indicazioni di lavoro che non ne esauriscono, beninteso, tutte le potenzialità:
tali indicazioni rappresentano solamente uno tra i possibili itinerari didattici
che l'insegnante predisporrà, in accordo col consiglio di classe, in relazione
agli interessi e alla maturità degli alunni, nonché alle esigenze del contesto
territoriale e socio-culturale nel quale la scuola opera.
Nello svolgere il suo lavoro, perciò,
l'insegnante eviterà l'improvvisazione; d'altra parte, egli non dovrà neppure
sentirsi legato ad una troppo rigida attuazione di sequenza prestabilite.
Potrebbe verificarsi, infatti, che il desiderio di trattare tutte le voci delle
indicazioni di lavoro concordate, entrasse in conflitto con l'impostazione
sperimentale che il piano didattico in ogni caso dovrà avere: infatti l'attività
sperimentale può richiedere tempi diversi da quelli necessari per far acquisire
conoscenze da documenti scritti.
L'impostazione sperimentale deve essere comunque
considerata fondamentale e prioritaria rispetto alla preoccupazione di trattare
tutti gli argomenti.
L'elencazione dei contenuti è stata presentata
di norma secondo un taglio disciplinare. Tuttavia, durante la programmazione e
lo svolgimento delle attività didattiche, i vari argomenti verranno selezionati
e collegati fra loro in una impostazione in cui le discipline scientifiche siano
strettamente integrate, cosicché l'alunno sia guidato a cogliere in un aspetto
unitario il senso della realtà che lo circonda, pur riconoscendo la funzione
specifica delle diverse discipline che concorrono all'analisi dei fenomeni,
situazioni e ambienti. Sarà comunque opportuno evitare la pura memorizzazione
di definizioni standardizzate e di termini specialistici fini a se stessi.
Nello sviluppare il tema "L'UOMO E
L'AMBIENTE" l'insegnante avrà occasione per soffermarsi sugli aspetti
biologici della sessualità; questo momento educativo andrà curato nell'ambito
di una pedagogia d'insieme assunta dall'intero consiglio di classe nel rispetto
del grado di maturazione fisico-psichica dei singoli allievi e con un
coinvolgimento attivo e responsabile delle singole famiglie. Esso potrà così
contribuire a far sì che l'alunno prenda coscienza del proprio corpo in modo
equilibrato e corretto.
Infine l'educazione sanitaria, che rappresenta
una delle finalità dell'insegnamento delle Scienze naturali, non sarà un
momento isolato del processo educativo: non si esaurirà perciò
nell'"Educazione alla salute" del tema "L'UOMO E L'AMBIENTE, bensì
potrà vedersi come motivo ricorrente anche in altri temi, come ad esempio
"STRUTTURA, FUNZIONE ED EVOLUZIONE DEI VIVENTI" e "PROGRESSO
SCIENTIFICO E SOCIETÀ", nel cui ambito rientrano anche i problemi dello
"sviluppo tecnologico, della prevenzione antinfortunistica e
dell'educazione alla sicurezza".
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EDUCAZIONE
TECNICA
Indicazioni generali
I) Fondamenti culturali della disciplina
Le indicazioni programmatiche dell'Educazione
Tecnica comportano una breve riflessione preliminare sui fondamenti culturali
della disciplina.
La tecnica è da intendersi come l'insieme dei
metodi e dei mezzi utilizzati in qualsiasi processo produttivo: in essa
concorrono le capacità e gli strumenti del lavoro umano.
La tecnologia è la scienza che studia i processi
produttivi, i metodi ed i mezzi in essi impiegati. I prodotti del lavoro umano,
soddisfacendo i bisogni specifici dell'uomo in quanto individuo ed in quanto
componente della società, realizzano un ambiente adeguato alla sua vita. Anche
questi prodotti e questo ambiente entrano nel campo di interesse della
tecnologia intesa come riflessione sistematica sui problemi via via suggeriti
dalla tecnica e sui mezzi più idonei per conseguire soluzioni riproducibili su
vasta scala.
Una forma completa di cultura deve comprendere il
possesso di capacità produttive tali da rendere possibile la partecipazione al
lavoro e la capacità di riflettere criticamente sui problemi produttivi e di
risolverli al fine di individuare fra le diverse soluzioni quella più
rispondente su piano costruttivo, produttivo, economico, sociale.
L'educazione tecnica nella scuola media intende
contribuire alla costruzione di questa cultura attraverso una iniziazione ai
metodi della tecnica ed alla riflessione tecnologica.
Poiché punto di costante riferimento
dell'educazione in generale, non può essere che l'alunno - nel nostro caso
preadolescente - considerato nei caratteri propri del suo stato evolutivo e
della sua individualità, l'Educazione Tecnica va intesa in vista non tanto dei
risultati effettivi dell'attività, quanto dei risultati formativi in termini di
sviluppo di capacità. Questo comporta per l'insegnante una conoscenza e una
sensibilità non soltanto relativa alle sue discipline, ma anche per gli aspetti
psicologici dell'attività operativa proposta agli alunni con l'implicito
rifiuto di esercitazioni superiori alle loro possibilità reali.
Gli alunni della scuola media provengono dalla
scuola elementare, senza o con limitati precedenti di educazione operativa,
mentre non debbono attingere dalla scuola media abilità professionali in senso
proprio. Occorre quindi per essi una Educazione tecnica commisurata negli
obiettivi e nella didattica. L'educazione tecnica contribuirà alla conoscenza
delle caratteristiche nelle diverse professioni offerte e richieste dalla società
e dalla produzione.
II) Obiettivi
L'educazione Tecnica si propone di valorizzare il
lavoro come esercizio di operatività, unitamente all'acquisizione di conoscenze
tecniche e tecnologiche. Essa concorre con le altre discipline ed attività alla
educazione integrale del preadolescente: lo inizia alla comprensione delle realtà
tecnologica, lo aiuta a sviluppare il proprio patrimonio di attitudini e ad
acquisire specifiche conoscenze e capacità. La loro acquisizione si raggiunge
considerato ogni fatto tecnico ed ogni processo produttivo non isolato, ma in
relazione con altri fatti e processi, con l'uomo che se ne serve e con
l'ambiente a cui è destinato.
La capacità di partecipare ad attività
operative non può attuarsi nelle forme specializzate quali si presentano nelle
varie professioni, ma mira essenzialmente all'attitudine ad operare
intellettualmente e manualmente per un risultato intenzionale e verificabile come
sintesi di un processo conoscitivo, scientifico. Nell'esercizio dell'operatività
il lavoro, che non si riduce a manualità - anche se la comprende - viene
assunto come elemento didattico fondamentale. Esso ha un valore formativo se
si escludono comportamenti puramente esecutivi e ripetitivi, e se si favoriscano
attività motivate di tipo problematico, quali scaturiscono dalle esigenze
individuali e collettive dell'uomo, nel suo ambiente di vita e di lavoro.
E' anche essenziale la capacità di analisi, che
conduce ad individuare gli elementi e le procedure semplici presenti in processi
ed oggetti complessi, consentendo una loro riutilizzazione nella attuazione di
processi diversi, ma concettualmente affini.
A questa va associata la capacità di formulare
ipotesi, rilevare ed elaborare dati, valutare risultati, confrontare fenomeni
riconducibili ad uno stesso modello di
comunicare utilizzando in modo corretto il linguaggio tecnico.
III) Indicazioni programmatiche
Il raggiungimento di obiettivi diversi e
complessi come quelli enunciati, richiede l'organizzazione di varie attività
degli allievi, operative, di studio e di ricerca. Questa organizzazione è il
risultato di una attività di programmazione didattica affidata alla
responsabilità del singolo docente e del consiglio di classe. Non si può
quindi prescrivere una lista rigida di attività e conoscenze da introdurre una
ad una secondo una sequenza stabilita una volta per tutte. E' invece possibile
dare indicazioni su alcune attività e alcuni temi particolarmente importanti e
sui principi di organizzazione dell'itinerario didattico. L'area di contenuti
che si individua comprende l'acquisizione di capacità operative e metodi
tecnici riutilizzabili in diverse situazioni, congiuntamente alle conoscenze
inerenti il campo delle relative tecnologie.
1) Conoscenze e capacità
Gli elementi di conoscenze e le capacità degli
allievi debbono comunque riferirsi a tre diverse componenti:
a) i grandi settori della produzione (primaria,
secondaria e terziaria) relativi ai bisogni fondamentali della società umana e
le tecnologie in esse impiegate.
b) i metodi, gli strumenti, i procedimenti, i
principi scientifici relativi ad alcune tecniche e tecnologie (anche in
riferimento a possibili rischi) individuate senza pretesa di specializzazione.
Si possono tenere presenti a titolo di esempio:
- impianti elettrici, elettronici e sistemi
logici;
- strutture resistenti e costruzioni;
- arti grafiche, tessili, ceramiche,
cinematografiche;
- mezzi di comunicazione di massa e di
informazione;
- elaborazione delle informazioni (con semplici
dispositivi automatici e semiautomatici);
- ecc., ecc.;
c) alcuni principi generali che riguardano
l'economia, la tecnica, la tecnologia ed il loro rapporto con l'uomo e con
l'ambiente come ad esempio:
- struttura delle macchine e rapporto
uomo-macchina;
- la misura nei procedimenti tecnici;
- i linguaggi artificiali;
- il rapporto tecnica-ambiente e tecnica-natura;
- l'organizzazione del lavoro.
2) Itinerario didattico
E' evidente che i diversi temi ed i relativi
obiettivi didattici richiederanno attività di diverso tipo, da alternare
opportunamente. Allo scopo di orientare il lavoro di programmazione didattica,
si può indicare un principio di organizzazione dell'itinerario didattico.
Questo può essere organizzato come una successione di esperienze. Ogni
esperienza propone agli allievi una situazione problematica ed operativa ben
identificata, in genere di tipo sperimentale, ove occorra di laboratorio. A
partire da essa si introducono i temi relativi ai principi generali della
tecnologia.
Le esperienze saranno scelte tenendo conto di
diversi criteri: la possibilità di realizzarle, la loro rilevanza rispetto alle
conoscenze generali sul mondo della produzione e della tecnologia, il
collegamento con le reali motivazioni degli allievi e la compatibilità con il
loro livello di sviluppo mentale.
In ogni caso è bene impegnare gli alunni, nel
corso di ciascun anno e dell'intero triennio, in una pluralità di esperienze.
Peraltro ognuna di esse deve essere dimensionata in modo tale da consentire lo
sviluppo di un insieme complesso di conoscenze e comportamenti.
3) Suggerimenti metodologici
Il raggiungimento degli obiettivi caratteristici
della disciplina, che mira soprattutto a sollecitare negli allievi la loro
attitudine a comportamenti operativi, necessariamente richiede un metodo
didattico fondato sulla diretta partecipazione di ciascun allievo alle
esperienze di ricerche e di intervento, che gli insegnanti promuoveranno nelle
forme più opportune, individuali o di gruppo.
Va fatto ricorso non all'ordine logico,
sistematico, deduttivamente applicativo di presupposti scientifico-tecnologici
alla operatività immediata ma piuttosto all'ordine psicologico che fanno
emergere dalle situazioni in atto e dai problemi concreti la consapevolezza e le
sistemazioni ordinate, secondo una metodologia della scoperta e della ricerca in
termini di vissute esperienze. Dal fare problematicamente proposto si passa così
al sapere e si giunge al lavoro e alla tecnica intesi ed attuati come momento ed
espressione di cultura.
Le esperienze includeranno una gamma di
procedimenti tecnici e tecnologici, fra i quali vale la pena di indicare i
seguenti:
- il metodo progettuale, inteso come percorso
che, partendo da un problema comporta la scelta di una soluzione e la sua
analisi critica, la realizzazione pratica e la verifica, includendo un continuo
processo di revisione;
- l'analisi tecnica finalizzata alla scoperta
degli elementi fondamentali di tipo strutturale ed alla acquisizione delle
conoscenze, preliminare ed indispensabile all'intervento tecnico;
- le prove sperimentali;
- l'analisi geografica, storica e ambientale in
un opportuno rapporto con le rispettive discipline.
L'attuazione concreta di questi procedimenti
implica l'attività delle quali si indicano alcuni possibili tipi:
- progettazione e costruzione di semplici
impianti, strumenti e modelli in vari campi;
- montaggio, smontaggio e rilevazione delle
caratteristiche strutturali, funzionali e di costo di semplici apparati o
oggetti. - Confronto critico con apparati similari;
- esecuzione di prove e saggi di tipo
sperimentale su materie prime e prodotti vari;
- messa a punto, collaudo ed uso di semplici
apparecchiature;
- programmazione ed effettuazione di visite
guidate a cantieri, industrie e servizi dei vari settori produttivi e laboratori
artigiani;
- partecipazione diretta, ove possibile per
gruppi di classe, ad attività socialmente utili, legate all'ambiente; esame
critico dei problemi a esse connessi;
- rilevazione di terreni, di cartografie, di
ambienti.
In ciascuna esperienza debbono intervenire,
quando necessario, riferimenti e conoscenze scientifiche e capacità operative
di base, a norma di sicurezza e di prevenzione degli infortuni, che é
compito dell'insegnante programmare, anche in collaborazione con gli
insegnanti delle altre discipline, durante la preparazione del lavoro
didattico. Citiamo la misura di grandezze fisiche, la lettura e la realizzazione
di grafici e disegni, la predisposizione di questionari e strumenti di indagine.
Questa attività di progettazione presuppone una
conseguita padronanza del disegno geometrico come avvio al disegno tecnico e
l'esercizio di abilità esecutive fondamentali come aspetti e compiti specifici
dell'insegnamento di educazione tecnica.
Le esperienze non dovranno fondarsi su uno solo
dei momenti suddetti, ma farli opportunamente interagire.
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EDUCAZIONE
MUSICALE
I - Indicazioni generali
L'Educazione Musicale, mediante la conoscenza e
la pratica della musica intesa come forma di linguaggio, contribuisce al pari
delle altre discipline alla maturazione espressiva e comunicativa del
preadolescente.
Il programma di questo insegnamento, analogamente
a quello di educazione artistica, non è suddiviso in modo da distribuire i vari
argomenti per anni di corso. Dal punto di vista didattico appare infatti
inopportuna la previsione in rigida progressione delle molteplici attività che
offre la disciplina musicale.
Sarà quindi necessario soffermarsi via via, a
seconda delle situazioni concrete, più a lungo su determinati argomenti o su
particolari esperienze espressive ed esecutive, tenuto conto del reale livello
di maturazione della classe, dei gruppi, dei singoli alunni.
II - Finalità
Primario obbiettivo dell'Educazione Musicale è
promuove la partecipazione attiva del preadolescente all'esperienza della musica
nel suo duplice aspetto di espressione - comunicazione (momento del "fare
musica") e di ricezione (momento dell'"ascoltare". L'Educazione
Musicale permette di coltivare e valorizzare una dotazione linguistica
universale costitutiva delle personalità, educa all'uso di uno dei mezzi
essenziali della comunicazione, quello sonoro e alla comprensione partecipativa
dei maggiori patrimoni della civiltà, contribuisce all'affinamento del gusto
estetico.
Presupposto del momento espressivo, sia di quello
ricettivo, è l'educazione dell'orecchio musicale mediante la percezione e la
memoria dei fatti sonori.
III - Indicazioni metodologiche
La scelta dei contenuti avverrà secondo di
criteri di rispondenza a particolari obiettivi didattici programmati
dall'insegnante, in base alle esigenze delle diverse scolaresche. Infatti le
indicazioni di contenuti sono date in funzioni di stimolo alle capacità
elencate, e non come finalità, secondo un concetto di cultura intesa non come
puro accumulo di dati e nomi. Attraverso concrete esperienze musicali, secondo i
principi del metodo induttivo, si avranno acquisizioni di vario tipo: dal
teorico al lessicale, dal grafico all'analitico.
L'insegnante potrà servirsi delle precedenti
esperienze maturate dagli alunni nel loro ambiente, scolastico ed
extra-scolastico, per condurli a percepire ed apprezzare i valori
espressivo-linguistici della musica e le sue funzioni nella realtà
contemporanea.
Il riferimento del fatto musicale all'autore,
alla più ampia condizione umana e sociale, di cui il fatto stesso é
espressione e testimonianza, apre l'educazione musicale a quella prospettiva
interdisciplinare che le dà il suo significato più profondo.
Sarà opportuno che i diversi settori della
materia (educazione dell'orecchio musicale, ascolto, apprendimento della
notazione, pratica vocale e strumentale, creatività) siano trattati globalmente
per favorirne il coordinamento, e non considerati momenti fra loro indipendenti.
La distribuzione degli argomenti nell'arco
triennale è lasciata alla discrezionalità dell'insegnante che terrà conto
delle specifiche situazioni scolastiche ed ambientali, in cui si troverà ad
operare.
Gli stessi argomenti saranno utilmente ripresi da
un anno all'altro, con ritorni critici che consentano l'approfondimento degli
aspetti fondamentali del far musica.
Per uno sviluppo sistematico del programma e per
una corretta verifica si consiglia l'uso del registratore, per le molteplici
possibilità di tipo didattico offerte da tale sussidio.
IV - Sviluppo delle capacità e proposte di
contenuti
1) Educazione dell'orecchio musicale: capacità
di discriminare e di memorizzare i fatti sonori, negli aspetti ritmico,
melodico, armonico, timbrico, formale. Capacità di una corretta riproduzione
del suono, soprattutto mediante la voce, di cui si curerà una adeguata
impostazione.
Osservazione e analisi dei fenomeni acustici
della realtà quotidiana (suoni e ritmi dell'ambiente naturale e umano con
riferimento anche all'aspetto fonico del linguaggio verbale). Osservazione e
analisi del suono nei suoi vari parametri (altezza, intensità, timbro, durata).
Riconoscimento di strumenti e voci attraverso il
timbro: tale esperienza sarà utilmente arricchita dalla conoscenza visiva degli
strumenti accompagnati dai cenni esplicativi sulla loro forma e struttura in
funzione dell'emissione del suono.
Il senso ritmico verrà maturato non solo
attraverso un tradizionale strumentario ma anche attraverso una pratica
fono-gestuale individuale e collettiva (dai semplici movimenti ritmici alla
danza).
Si darà ampio spazio a libere proposizioni
ritmiche attraverso imitazione e improvvisazione, mentre si procederà
parallelamente con le relative scritture e letture.
2) Notazione: comprensione della corrispondenza
suono-segno per un primo avvio all'uso consapevole della notazione musicale, sia
di tipo intuitivo, sia di tipo tradizionale, con cenni ai sistemi grafici usati
nella musica contemporanea.
3) Lettura dell'opera musicale; intesa come
ascolto guidato e ragionato: capacità di prendere coscienza dei più semplici
elementi costitutivi (ritmici, melodici, timbrici, ecc.) di ogni brano musicale.
Affinamento del gusto e scoperta sia della
personalità dell'autore sia delle testimonianze storico-sociali dei documenti
musicali ascoltati.
L'ascolto spazierà nelle varie dimensioni, senza
preclusioni di epoca, nazionalità, genere, non trascurando musiche di civiltà
extra-europea e il canto popolare religioso.
4) Attività espressivo creative.
a) Capacità di riprodurre modelli musicali dati:
con la voce con i mezzi strumentali a disposizione, individualmente, in gruppo.
La prativa corale dovrà farsi, dopo adeguata
preparazione, per improvvisazione, imitazione e lettura. Questo momento sarà di
grande importanza ai fini della socializzazione.
La pratica strumentale si esplicherà sia con gli
strumenti di uso più comune nelle scuole, sia con quelli eventualmente
costruiti dagli alunni stessi, sia con l'utilizzazione degli oggetti circostanti
o facilmente reperibili.
b) Capacità di portare un contributo personale
alla realizzazione dei modelli musicali proposti, intervenendo negli aspetti
dinamico, agogico, timbrico, fino a variarne la struttura ritmica, melodica,
modale.
c) Capacità di ricreare con la voce o con i
mezzi a disposizione, da solo o con altri, i più elementari processi formativi
del linguaggio musicale. In altri termini, analogamente a quanto avviene per gli
altri mezzi espressivi (figurativo, verbale, gestuale, ecc.), capacità di dar
forma a semplici idee musicali che abbiano una loro logica (utilizzando elementi
ritmici, melodici, timbrici, dinamici, ecc.) singolarmente o in combinazione.
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EDUCAZIONE
FISICA
Indicazioni generali
L'insegnamento dell'educazione fisica, nella
peculiarità delle sue manifestazioni e delle sue tecniche, rientra naturalmente
nel concerto dell'azione educativa della scuola media, fornendo un particolare
contributivo alla formazione dell'uomo e del cittadino.
Gli aspetti concorrenti dell'insegnamento
dell'educazione fisica sono: la coscienza della corporeità anche come mezzo
espressivo per l'unità fondamentale della persona umana; l'ordinato sviluppo
psico-motorio nel quadro del pieno sviluppo della personalità la valorizzazione
di un ambito privilegiato per lo svolgimento di esperienze formative di vita di
gruppo e di partecipazione sociale. Il coordinamento dell'azione didattica del
docente di educazione fisica con quella degli altri docenti favorirà inoltre,
nell'alunno, l'interiorizzazione di una cultura interdisciplinare, relativamente
alle materie con le quali l'educazione fisica più frequentemente entra in
contatto. Ciò vuol dire che, ferma restando l'area di professionalità di
ciascun docente, l'insegnamento dell'educazione fisica, mentre persegue gli
obiettivi suoi propri, può e deve costituire, da un verso verifica vissuta di
nozioni apprese, dall'altro stimolo alla chiarificazione di concetti, relativi a
discipline diverse. Nessi interdisciplinari con le scienze naturali (avendo
particolare riguardo all'educazione sanitaria), con l'educazione civica,
artistica e musicale sono immediatamente percepibili; ma altri possono venirne
continuamente, nella realtà sempre nuova della vita scolastica.
Il programma è unico per il triennio e comune a
entrambi i sessi.
Sono rimesse alla responsabile valutazione
dell'insegnante, di fronte alle diverse situazioni, la traduzione in concreto
del programma e la sua scansione nel tempo in relazione ai problemi specifici
delle singole scuole, delle singole scolaresche dei singoli alunni e in
relazione alla graduale evoluzione delle motivazione nell'arco dei tre anni.
Ogni alunno, quale che sia la sua condizione (anche handicappato), deve poter
trarre giovamento dal servizio apprestato dalla scuola e partecipare alla vita
del gruppo con inserimento il più attivo possibile. Le attività saranno
articolate in un progetto predisposto annualmente dall'insegnante,
didatticamente coordinato nell'ambito delle competenze del consiglio di classe.
Le indicazioni operative che seguono, per
esigenza di chiarezza, tracciano distintamente alcune aree fondamentali
dell'insegnamento dell'educazione fisica. E' ovvio che nella prassi dell'azione
educativa le esercitazioni connesse vanno combinate logicamente nel modo più
opportuno, in modo che la successione di sforzi e di carichi risponda anche a
rigorose leggi fisiologiche; e curando che ciascuna lezione abbia come
protagonista l'alunno con le sue esigenze psicofisiche, e comprenda anche
attività particolarmente gradite agli alunni (esercizi sportivi, giochi di
gruppo, ecc.) tutte però finalizzate al raggiungimento degli obiettivi
prescelti. Anche in ordine all'educazione fisica è necessario tenere conto
della unità fondamentale della personalità dell'alunno in ogni istante della
sua evoluzione. In questo quadro deve essere rispettata il più possibile una
gradualità che corrisponda all'ordine insito nello sviluppo fisico onde evitare
il verificarsi di ritardi psicofisici spesso irreparabili e di conseguenza
fortemente negative.
Ne deriva la necessità di porre massima
attenzione al grado di sviluppo psico-motorio che il preadolescente ha
acquisito, sin dalla scuola elementare, anche se spesso questo dato non è
adeguato sia per ragioni intrinseche (ritmi personali di sviluppo) sia per
motivi di obiettiva difficoltà della scuola di provenienza.
Si suggerisce, conseguentemente, l'adozione di
una metodologia che, presupposta una chiarezza di obiettivi e di interventi, si
realizzi in un educazione fisica centrata su attività che abbiano la possibilità
di colmare le lacune, di sostenere lo sviluppo in ciascuno delle qualità
fisiche fondamentali e delle relative capacità (potenziamento fisiologico), il
consolidamento e il coordinamento degli schemi motori di base, la promozione
della capacità di vivere il proprio corpo in termini di dignità e di rispetto;
la formazione di sane abitudini di previdenza e di tutela della vita, il
conseguimento di capacità sociali di rispetto per gli altri.
Sarà, perciò, necessario partire
dall'osservazione ed analisi del preadolescente per stabilire il reale livello
psico-motorio, proporre situazioni educative personalizzate e seguire, via via,
in sede di valutazione, il grado di sviluppo del soggetto correlato ai dati
ambientali, relazionali, psico-somatici che costituiscono i tratti essenziali
del livello di partenza.
Obiettivi e indicazioni programmatiche
1) - Potenziamento fisiologico
1. Il potenziamento fisiologico costituisce,
oltre un obiettivo di per sé apprezzabile, il presupposto per il normale
svolgimento delle attività appresso specificate. In questo ambito vanno curati:
a) il miglioramento della funzione
cardio-respiratoria. Sono noti al riguardo differenti metodi operativi, che
hanno in comune i seguenti elementi: il predominio del lavoro di resistenza
integrale (regime aerobico); la necessità di integrare questo lavoro con
minime, graduali attività in regime anaerobico; l'attenzione da prestare alle
tecniche di recupero. Si sottolinea, a questo riguardo, l'utilità della corsa,
su distanze opportunamente programmate, nell'arco dell'anno e del triennio
possibilmente su terreno vario, con ritmo alterno, con superamento in agilità
di ostacoli naturali o predisposti;
b) il rafforzamento della potenza muscolare. La
forza è una componente che determina e influenza il gesto finalizzato. Per
l'incremento di questa qualità sono utili gli esercizi a carico naturale o con
piccoli carichi (palle zavorrate, bastoni di ferro, altri attrezzi anche
adattati). Il rafforzamento della muscolatura delle grandi masse degli arti è
inefficace se non associato al rafforzamento del tono dei muscoli del a colonna
vertebrale e delle cinture delle spalle e del bacino. A scopo preventivo -
correttivo può insistersi sul rafforzamento di gruppi muscolari specifici;
c) la mobilità e la scioltezza articolare. La
capacità di eseguire movimenti di grande ampiezza è condizione necessaria per
una buona esecuzione di movimento e facilità qualsiasi apprendimento motorio.
Sono utili a conseguirla esecuzioni ripetute ai
piccoli e grande attrezzi, assicurando sempre il corretto gioco delle
articolazioni in un momento dell'evoluzione delle ossa lunghe;
d) la velocità. Essa, intesa come capacità di
compiere azioni motorie nel più breve tempo, presuppone le altre capacità
dinanzi elencate, e si sviluppa con l'automatismo del gesto, efficace ed
economico.
Tale automatismo deve essere suscettibile di
adattamento ad una situazione mutevole, portando così alla destrezza.
2) - Consolidamento e coordinamento degli schemi
motori di base
Premessa la presa di coscienza del proprio corpo
da parte dell'alunno, l'aggiustamento dello schema corporeo implica nuove e più
ricche acquisizioni relative al rapporto del corpo con l'ambiente. In particolar
modo debbono essere ricercate situazioni implicanti rapporti non abituali fra il
corpo e lo spazio, quali le capovolte, gli atteggiamenti variati in fase di
volo, gli esercizi di acquaticità (dove possibile). L'attrezzo, sia grande che
piccolo, codificato o occasionale, sarà considerato in funzione della
molteplicità degli stimoli che può offrire. Particolarmente valida può
riuscire l'esecuzione di azioni, accuratamente scelte e preferibilmente tratte
dai grandi giochi, al fine di verificare e affinare: l'equilibrio posturale e
dinamico; la coordinazione generale; l'apprezzamento delle distanze (es., con
lanci di precisione, con balzi misurati in corsa) e delle traiettorie (es.,
esercizi e attività combinate con pallone in spostamento, spostamenti in
relazione al piazzamento o al movimento del compagno o dell'avversario); la
percezione temporale (es., movimenti a ritmo e riproduzioni del ritmo, movimenti
correlativi ai tempi di spostamento di un compagno o del pallone); la
rappresentazione mentale di situazioni dinamiche (es., programmazione di azioni
di attacco o di difesa in giochi sportivi).
Particolare attenzione va posta al consolidamento
della laterizzazione assecondando le naturali e spontanee funzioni di
attacco-slancio dominanti e di appoggio-stacco complementare. Tale processo
partendo dagli arti superiori dovrà via via influenzare la dominanza a livello
dell'emitronco e degli arti inferiori tramite esercizi e tecniche opportune.
Queste esercitazioni potranno anche essere finalizzate ad alcuni aspetti
dell'educazione stradale.
3) - L'attività motoria come linguaggio
Il movimento è uno dei linguaggi attraverso il
quale l'uomo esprime il suo mondo interiore ed entra in rapporto con gli altri.
Tale linguaggio deve pur essere utilizzato nella scuola, accanto ai linguaggi
verbali, visuali e musicali, per consentire all'alunno l'esplorazione e la
valorizzazione di tutti i mezzi d'espressione e d'interrelazione. In questo
senso saranno perseguiti tutti i tentativi validi allo scopo di far
rappresentare, attraverso la ricerca di movimenti naturali, sensazioni,
sentimenti, immagini , idee, sia a livello individuale, sia a livello di gruppo.
4) - Attività in ambiente naturale
Costituisce vasto settore dell'attività motoria
in cui la scuola si riaggancia alla vita, rinnovando il rapporto uomo-natura.
L'insegnante, in relazione all'ambiente in cui opera, privilegerà
l'espletamento delle lezioni all'aria aperta o in ambiente naturale.
Tali iniziative, se attentamente preordinate nel
quadro della programmazione educativa e didattica, da un lato valgono come
ulteriore elemento formativo della personalità degli alunni, dall'altro possono
costituire occasioni concrete di apprendimento interdisciplinare
5) - Avviamento alla pratica sportiva
L'avviamento alla pratica sportiva si inserisce
armonicamente nel contesto dell'azione educativa, in quanto teso allo scopo di
contribuire alla formazione della personalità degli alunni e a porre le basi
per una consuetudine di sport attivo inteso come acquisizione di equilibrio
psico-fisico nel quadro dell'educazione sanitaria. In questa considerazione,
l'insegnante troverà modo di inserire nelle lezioni di educazione fisica
l'avviamento a discipline sportive, la cui pratica potrà essere poi sviluppata
nell'ambito delle apposite ore d'insegnamento complementare.
L'avviamento alle discipline sportive offrirà
occasione di utilizzare o scoprire globalmente gesti usuali, quali il correre,
il saltare, lo scansare, il lanciare, il prendere, secondo uno scopo, in una
continua successione di situazioni problematiche. L'impegno di miglioramento del
risultato discende solo dalla logica della ricerca e della verifica del
movimento più corretto e preciso; in questo senso lo sport scolastico tende
alla disciplina interiore, alla padronanza del corpo, alla formazione e
all'affinamento di condotte motorie personali. Il rispetto che deve sempre
pretendersi dalle regole dello sport o del gioco - siano esse codificate o
liberamente concordate - tende ad imprimere una consuetudine di lealtà e di
civismo che non può esaurirsi nell'ambito della lezione e della scuola. Gli
sport e i giochi di squadra valgono in più a introdurre e consolidare abitudini
di collaborazione reciproca.
L'avviamento allo sport comporta naturalmente
forme di competizione fra gli alunni. Ciò induce a chiarire che l'agonismo,
inteso come impegno a dare il meglio di se stessi nel confronto con gli altri,
rientra nella logica dell'educazione e perciò della scuola. Ciò comporta
l'acquisizione da parte degli alunni di una coscienza critica nei confronti di
comportamenti estranei alla vera essenza dello sport come la ricerca del
risultato a ogni costo o l'assunzione di atteggiamenti divistici.
Infatti una prestazione o una vittoria hanno
significato solo in quanto rappresentano il segno di una conquista su se stessi
o il frutto di un impegno liberamente assunto e tenacemente perseguito.
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