
E Bolzano si inventa il «4 politico».
Data: Venerdì, 09 maggio 2008 ore 00:00:00 CEST Argomento: Redazione
Il presidente della Provincia con gli studenti: basta voti umilianti
E Bolzano si inventa il «4 politico».
Il Corriere della Sera del 23.4.2008
MILANO — Duemila studenti delle superiori tedesche di Bolzano sono
scesi in piazza per chiedere «il 4 politico», perché i 2 e i 3 «sono
troppo difficili da recuperare». I ragazzi hanno incassato l'appoggio
di Luis Durnwalder, il presidente della Provincia autonoma: hanno
ragione, interverremo parlando con gli insegnanti».
Poi uno dice, le coincidenze. Perché sarà un caso, ma se la studentessa
di Pontremoli avesse saputo delle rivendicazioni portate avanti dai
suoi coetanei di Bolzano, forse non si sarebbe spinta fino al punto di
farsi picchiare da due amiche per «distogliere» l'attenzione dei
genitori dalle imminenti udienze con i prof. Motivo: voti bassi,
bassissimi. Impresentabili. E così — pare — ieri è scattato il
diabolico (e autolesionistico) piano.
A Bolzano, invece, hanno deciso di lavorare d'anticipo. A scendere in
piazza per il «4 politico », contro quei 2 e 3 «troppo difficili da
recuperare», sono stati, giovedì scorso, duemila studenti delle
superiori tedesche. E a sorpresa, lunedì è arrivata l'adesione di Luis
Durnwalder, il «presidentissimo» della Provincia autonoma: i ragazzi
hanno ragione, ha dichiarato, interverremo in tal senso. Al telefono,
«Durni» conferma e approfondisce: «Dobbiamo dare un incentivo ai nostri
giovani. Non basta dire che vale la pena studiare: se prendo 2 e alla
verifica successiva prendo 8, ecco, 10 diviso due fa 5, no? Così si
perde il coraggio, il senso del recupero». C'è anche, in quei numeri,
il rischio di un'ulteriore ingiustizia: «Il 90% dei docenti già usano
solo i voti dal 4 in su, mentre c'è un 10% di prof che, se non sai
niente, ti dà 2. Così abbiamo deciso di intervenire. Non in maniera
diretta, la legge non lo prevede; parleremo con gli insegnanti, le
scuole».
E così, a quarant'anni dal «6 politico», il gioco ricomincia. Al
ribasso, però. «Mi sembra che questi studenti del Trentino si
sottostimino: se proprio devi chiedere, chiedi il 6, no? Ragazzi,
imparate dalla politica: se con l'1% Lombardo in Sicilia chiede un
ministro, chi ha 2 in matematica almeno la sufficienza la deve
pretendere...», rilancia il comico Dario Vergassola. Con tutto che, a
ben guardare, quel 4 lì proprio da buttare via non sarebbe: «Se vi
sembra un brutto voto, chiedetelo a Bertinotti...».
Politica a parte, la battaglia di Durnwalder divide gli addetti ai
lavori. Paola Mastrocola, autrice de La scuola raccontata al mio cane e
docente in uno scientifico torinese, riassume: «Sono profondamente in
disaccordo ». Comunicazione breve (causa impegni non rimandabili) ma
inequivocabile. Il pedagogista Benedetto Vertecchi è invece meno netto:
«Questi ragazzi non dicono "promuoveteci tutti", il 4 politico è anche
una richiesta di uniformità di comportamento da parte dei docenti ».
Più in generale, in Italia «abbiamo una scala di valutazione con lo
stesso numero di posizioni sia nella parte positiva, che in quella
negativa. Ma una volta distinto tra moderata e forte insufficienza, che
senso ha? Poi un 2, un 3 sono più giudizi morali che di apprendimento».
La soluzione? «Una scala a 5 punti, in cui la posizione centrale è la
sufficienza».
Ma il problema, per Eraldo Affinati (prof-scrittore che alla sua
scuola, la Città dei Ragazzi, ha dedicato l'ultimo libro), sta ancora
più a monte. «Definire con un numero la preparazione è sempre una
convenzione tra studente e docente. L'importante non è il 4 o il 6, ma
questo patto segreto; la percezione del voto non dev'essere matematica,
il giudizio va argomentato, l'oggettività è illusoria. Ai ragazzi va
spiegato che il voto è solo l'esito finale di un percorso educativo
complesso. E il "4 politico", in questo senso, è una finta soluzione».
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