PALERMO,
26 AGO 2002 - «Le ragioni climatiche ed economiche per il rinvio dell' anno
scolastico sono solo un paravento, la vera ragione dello slittamento della data
d' inizio dell' anno scolastico è da ricercare nella volontà del Governo Cuffaro
di far partire, già da quest' anno, il buono scuola». A trovare la chiave "religiosa" del provvedimento è il segretario del Prc, Giusto Catania. «La ragione dello scontro a destra è tra laici e cattolici
- continua Catania - Cuffaro ha un debito da pagare immediatamente alle scuole
private di tendenza, infatti non è un caso che il primo provvedimento messo in
calendario per la ripresa dei lavori all' Ars sia la legge d' istituzione del
buono scuola che, se approvato i primi di settembre, potrebbe essere esecutiva
entro la data d' inizio della scuola». «Solo in questo modo - conclude Catania -
può spiegarsi tanto accanimento su un provvedimento che non affronta i problemi
reali della scuola in Sicilia».
Per il segretario regionale dei ds, Antonello Cracolici, «le lotte intestine che
covano nel governo Cuffaro esplodono irresponsabilmente sulla scuola». «La
decisione dell' assessore Fabio Granata di rinviare l' inizio dell' anno
scolastico dimostra la superficialità e l' improvvisazione che regna nell'
azione di governo». «Si produce un danno a centinaia di migliaia di famiglie
siciliane - sostiene Cracolici - per un capriccio dell' assessore e del suo
partito che si richiamano ad un presunto ritorno alla tradizione del passato. Si
abbia il coraggio di ritornare sui propri passi consentendo ai ragazzi siciliani
di iniziare l' anno scolastico come nella gran parte del Paese». «Continuare in
maniera arrogante - conclude Cracolici - a sostenere questa decisione assurda,
contro la gran parte del mondo scolastico, significa pensare che governare vuol
dire comandare sui cittadini e non amministrare nell' interesse della
collettività.
Secondo Leoluca Orlando il decreto dà un'immagine negativa del governo
regionale. «La violenza della polemica, tutta interna ai leader del
centro-destra, scaturita dalla decisione dell' assessore Granata di rinviare l'
apertura delle scuole è arrivata ormai ben oltre e ha di fatto messo in secondo
piano l' argomento stesso della vicenda». «Ancora una volta - spiega Orlando -
il governo e la maggioranza che lo sostiene danno di sè una immagine
caricaturale, così come è stata data all' opinione pubblica nazionale un'
immagine caricaturale della scuola siciliana. Di tutto ciò non tarderemo ad
avere doverosamente notizia sulla stampa nazionale, con una ulteriore perdita di
credibilità della maggioranza e, con essa, delle istituzioni scolastiche della
nostra Regione». «E' evidente - continua Orlando - che lo scontro interno alla
maggioranza va ben oltre la vicenda specifica ma si nutre di un conflitto che è
prima di tutto culturale oltre che politico. Sarebbe gravissimo se avesse
ragione l' onorevole Urso, esponente nazionale di uno dei partiti della
maggioranza, che indica nella differenza di "opinioni" rispetto alla lotta alla
mafia e all' abusivismo il vero motivo dello scontro».
Mentre l' assessore alla Pubblica Istruzione, Fabio Granata (An), difende il suo
provvedimento, che prevede l' inizio delle lezioni per il 30 settembre, le
polemiche superano lo Stretto e investono anche il governo nazionale. Ieri il
viceministro per l' Economia, Gianfranco Miccichè, aveva "bocciato" l'
iniziativa dell' assessore definendola «estemporanea», mentre Adolfo Urso,
viceministro alle Attività produttive aveva preso le difese di Granata, parlando
di «ottimo uso dell' autonomia regionale».
I vertici siciliani di An sono preoccupati della "pesante ingerenza del
coordinatore regionale di Forza Italia", il vice ministro Gianfranco Miccichè.
Secondo il coordinatore regionale di An, Nello Musumeci «la condotta dell'
assessore Granata, in questa vicenda, è stata corretta e coerente». «La proposta
- spiega - era stata infatti preventivamente discussa in giunta di governo, con
la condivisione del presidente Cuffaro e dei colleghi». «Quindi - sottolinea
Musumeci - non c' è stato alcun colpo di testa, nè rifiuto del gioco di squadrà».
Per il coordinatore regionale di An «ogni tentativo di censura all' assessore
Granata rischia di assumere il cattivo sapore di un' indebita ingerenza in una
materia che deve rimanere nell' ambito della sede istituzionale». «I giudizi di
partito, se di segno contrario - sostiene Musumeci - non vanno esternati sulla
stampa ma ricomposti nelle sedi politiche. Di tutto c' è bisogno tranne che di
polemiche inutili, se non dannose». Intanto 14 parlamentari nazionali e
regionali di An avevano invitato Musumeci, in qualità di coordinatore regionale,
a «convocare urgentemente gli organismi del partito preposti alla linea politica
per esaminare gli sviluppi successivi al "decreto Granata"». «E' necessario -
affermano - non sottovalutare l' attacco di Miccichè a Granata per le
motivazioni che potrebbero averlo determinato e per ciò che potrebbe
anticipare».
Contro il provvedimento si schiera anche il sindaco di Palermo, Diego Cammarata
(Fi). «Al di là del merito, è sicuramente tardivo e va in senso contrario alla
logica di un' ordinata programmazione dell' attività scolastica e dell'
organizzazione della vita familiare». A suo giudizio, «sono quindi giustificate
le critiche che sono piovute addosso alla decisione dell' assessore regionale
alla pubblica istruzione da parte di esponenti della maggioranza, dell'
opposizione e del mondo della scuola. In questi casi la cosa più saggia è fare
un passo indietro e aprirsi serenamente al confronto, piuttosto che chiedere una
difesa d' ufficio da parte del proprio capo-corrente». Per Cammarata, Urso (il
viceministro che ieri aveva polemizzato in materia col collega di governo
Gianfranco Miccichè, ndr) si «deve occupare della regione Veneto, dove è stato
eletto, invece, di stabilire chi ha titolo di intervenire politicamente sulle
questioni siciliane». «C' è la necessità - conclude il sindaco di Palermo - di
una forte intesa e di un lavoro che sia sintesi del ragionamento all' interno
della maggioranza piuttosto che di provvedimenti emessi da solisti della
politica. Su questi principi e questa coesione realizzata da Miccichè con gli
altri leader del centrodestra sono maturate tutte le nostre vittorie in
Sicilia».