Precari, arriva il maxi-decreto
ELENA ROMANAZZI Roma. Si apre per centomila precari storici della scuola la prospettiva concreta di un posto fisso. Il prossimo 27 maggio approda a Palazzo Chigi il decreto interministeriale preparato dai dicasteri dell’Istruzione, della Funzione Pubblica e dell’Economia, relativo a questi docenti che da anni combattono a colpi di punteggi nelle graduatorie per riuscire a strappare una supplenza che valga nove o dodici mesi. L’immissione in ruolo avverrà in maniera graduale. La prima quota di docenti è ben nutrita: dal prossimo 1° settembre - questo è scritto nel decreto - verranno inseriti 57mila precari. Nel 2006 ne verranno immessi in ruolo altri 19mila e così anche nel 2007. Secondo le stime del ministero, guardando anche a tutte le persone prossime alla pensione, entro cinque anni anche gli altri 50mila precari troveranno un posto. Ma a che prezzo? L’operazione - spiega il responsabile della scuola di An, Giuseppe Valditara, promotore di questa iniziativa - è a costo zero: la differenza tra uno stipendio di un docente con una anzianità di quarant'anni che va in pensione e quello di un precario che entra compensa le spese. In sostanza non ci saranno ulteriori aggravi economici sulle casse dello Stato. I supplenti immessi in ruolo partiranno con uno stipendio base e gli anni di anzianità accumulati nel tempo verranno sì conteggiati ma liquidati - una prassi già consolidata - a rate. Non verrà introdotto il meccanismo della «ricostruzione della carriera» che prevede che l’anzianità venga riconosciuta e pagata solo dopo cinque anni dall’assunzione. Il decreto non deve essere approvato dal Parlamento ed entrerà in vigore subito dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Due le graduatorie esistenti nel mondo della scuola: quella permanente, dove sono inseriti i precari storici, e quella di merito, dove ci sono i vincitori di concorso in attesa di essere immessi in ruolo. La legge prevede che i nuovi assunti vengano presi in parti uguali dalle due graduatorie. Cauti i sindacati. Enrico Panini della Cgil scuola attacca: «Dalle informazioni in nostro possesso dopo tanti tentativi di furbizie pirotecniche da parte del governo e di alcuni parlamentari adesso si fa quello che noi abbiamo chiesto: nomine in ruolo senza alcuna tangente a ridurre gli stipendi. I posti vacanti sono superiori rispetto a quelli definiti dal governo». Massimo di Menna della Uil preferisce non sbilanciarsi: «Finché non vedo il decreto per me non c’è. Il ministro ci ha parlato tempo fa di questa ipotesi, ma noi non abbiamo la bozza. Tuttavia abbiamo sempre chiesto al ministro la presentazione di un piano pluriennale di assunzioni non solo per i docenti ma anche per il personale Ata. Quest’anno centomila cattedre di diritto sono state coperte da precari». Positivo il commento di Alessandro Ameli della Gilda che si dice però perplesso rispetto alla mancata comunicazione da parte del ministro dell’Istruzione: «Se il governo ha davvero deciso di sistemare in maniera definitiva il problema dei precari è un dato positivo e sarà finalmente risolto quello che noi consideriamo una vergogna storica. Tuttavia se ci sono degli scogli da superare noi abbiamo preparato un piano di fattibilità per la soluzione della qu estione».
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