Lo sguardo, come la
parola , appartiene alle regioni dell’animo. E
così, a seconda dei mutevoli stati d'animo, ci sono sguardi sereni,
luminosi, e rassicuranti; altri, che sembrano lucori spaventosi e
torbidi, attraversati da lampi forieri di tempeste; altri, ancora, che
appaiono punti interrogativi, e scrutanti; infine, ce ne sono, che
appaiono proprio insignificanti, e, persi nel vuoto, esprimono
semplicemente il nulla! Certi sguardi d uomini i politici, rivolti
verso i propri avversari , parlano, come mute parole, come frasi
vere e proprie, non dette, ma che hanno una loro precipua unità di
senso compiuto per chi le vuole intendere; sguardi come forme
espressive, che, seppur diverse dal sistema verbale, sul quale, di
norma, si sostiene l’intelligenza discorsiva, riescono perfettamente a
lanciare un messaggio, a trasmettere sentimenti ed
emozioni, a suggerire umori, sensazioni, stati d’animo, a volte in
maniera più
efficace, di quanto possa fare un lungo e più articolato discorso.
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com