Il Liceo "Concetto Marchesi" di
Mascalucia (CT), Delegazione del Centrum Latinitatis Europae (CLE) per
la Sicilia orientale, in collaborazione con il Dipartimento di Civiltà
Antiche e Moderne dell'Università degli Studi di Messina, giorno 30
gennaio ha dato avvio al secondo ciclo di conferenze nell'ambito del
Progetto dal titolo ClassicaMente Noi: per una memoria della cultura,
per una cultura della memoria, organizzato dal prof. Nicola Basile,
(Liceo "Concetto Marchesi" - Mascalucia).
L'incontro, il primo di quattro appuntamenti che hanno per tema "il ruolo dell'errore
nel processo di insegnamento-apprendimento", si è svolto, alle
ore 17.00, nella suggestiva cornice di Villa Buscemi "Villa Buscemi
-Sala Palmento" (Delegazione e Biblioteca comunale) di Mascalucia di
fronte a un folto e attento pubblico di docenti, studenti e
genitori, e con la partecipazione del Sindaco di Mascalucia, Giovanni
Leonardi.
Dopo i saluti del Dirigente Scolastico, prof. Lucia Maria Sciuto
che ha tratteggiato le linee programmatiche del Progetto, ormai al suo
secondo anno di attività, e un'introduzione della prof. Paola
Radici Colace, professore ordinario di Filologia Classica
all'Università degli Studi di Messina, il prof. Nicola Basile ha inaugurato
l'edizione 2015 di ClassicaMente Noi, con una conferenza dal
titolo: Errando
discitur, ovvero: quando un motto si fa principio pedagogico.
Numerosi e interessanti gli spunti di riflessione emersi nel corso
della relazione del Prof. Basile, che, da classicista, ha tracciato,
sul tema dell'errore, un percorso muovendo dalla ricca e variegata
tradizione paremiografica greca e latina alla letteratura tragica, per
giungere, quindi, alla riflessione pedagogica di Quintiliano fino
alle Confessioni di Agostino. Attraverso la rilettura dei classici si è
portata testimonianza di come già nella riflessione pedagogica degli
antichi l'errore non fosse percepito "solo come un momento negativo,
segno dell'umana fallibilità, ma soprattutto come pars construens di un
processo conoscitivo".
Produttivo e stimolante si è rivelato anche il dibattito che, aperto
dal Dirigente scolastico, ha consentito ulteriori spazi di
approfondimento con riferimenti all'attuale prospettiva
epistemologica e pedagogica. Una problematica, quella
dell'errore, per tanti aspetti complessa e impegnativa, per
la ricaduta psicologica e valutativa sull'alunno durante i
processi di insegnamento e apprendimento.
Vorrei concludere condividendo qui alcune mie riflessione che ho avuto
anche il piacere di esprimere nel corso del dibattito di un così felice
incontro culturale. Questi i punti:
1. L'insegnante non deve incutere nell'alunno la paura di sbagliare,
quanto piuttosto cercare di unirsi a lui nella ricerca dell'errore,
spiegando dove e perché si è sbagliato, insieme a
come e perché non ripetere il malfatto. L'errore, insomma, non va
punito, ma corretto e spiegato.
2. L'errore può rivelarsi uno strumento
didattico-pedagogico importante - e utile - ai fini della formazione e
della crescita dell'alunno. Se si persevera nell'errore, non si è
"diabolici", ma sciocchi, semmai, o poco interessati, o per nulla
versati, in ciò per cui si è chiamati a impegnarsi.
3. L'errore è un fatto positivo di cui non bisogna vergognarsi
perché può arricchire la nostra conoscenza: è come la
malattia che, solo se riconosciuta e curata, ci permette di apprezzare
responsabilmente meglio la salute.
4. Errando discitur! Mai ossimoro così forte è stato più
ferace di insegnamenti di così verace e piena umanità.
Insomma mi piace, provocatoriamente, pensare che se errare
humanum est..., l'errare possa essere anche amoenum!
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com