Scuola, passi in avanti e antichi ritardi
Palermo.
È una fotografia in bianco e nero quella della scuola siciliana che viene fuori
dal rapporto Eurispes. Da un lato il «chiaro» degli investimenti, cospicui, che
stanno arrivando sul fronte dell'edilizia scolastica, uno degli aspetti più
carenti. Dall'altro il «nero» di realtà scolastiche che lasciano ancora molto a
desiderare sul fronte della sicurezza, e che stentano a modernizzarsi per
mancanza di mezzi se è vero, come è vero, che per quanto riguarda l'informatica
il rapporto è di un computer ogni 39 studenti, contro l'uno a 28 che è la media
nazionale. Per non parlare poi della dispersione, nella media nazionale per
quanto riguarda elementari e medie inferiori, ma decisamente alta per quanto
riguarda le superiori. Insomma, luci e ombre. Ombre che si spera saranno
spazzate via una volta risolti i problemi strutturali.
I primi passi per dotare la Sicilia - che è tra le Regioni a popolazione
scolastica più numerosa - di scuole veramente degne di questo nome si stanno
muovendo. La nostra regione è al terzo posto (preceduta solo da Lombardia e
Campania) per quanto riguarda i fondi destinati all'edilizia scolastica:
2.159.500 euro. Un finanziamento consistente, che pure non basta a risolvere in
toto il problema, strettamente connesso alla sicurezza delle aule. «I fondi –
sottolinea il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale, Guido Di
Stefano (nella foto)– stanno arrivando. Nell'ottobre scorso il ministero ha
rifinanziato il piano triennale, attraverso mutui presso la Cassa depositi e
prestiti a totale carico dello Stato, e stanziamenti ingenti ci sono anche da
parte della Regione, che sembra avere finalmente sbloccato i fondi Gescal. C'è
da sperare che almeno sul fronte dell'adeguamento alle norme di sicurezza si
riesca a rispettare la scadenza del 31 dicembre 2004. E sarebbe anche necessario
che gli Enti locali, singolarmente, elaborassero dei veri e propri piani di
edilizia scolastica impropria da dismettere». Altro nodo, la scarsa
informatizzazione. «In questo – sottolinea Di Stefano – stiamo migliorando,
anche se indubbiamente il problema esiste ancora. Ci sono stati investimenti
consistenti sulla formazione professionale dei docenti. Hanno aderito circa 160
mila insegnanti. Certo, servono risorse, ma non siamo in discesa, e questo
dimostra che è necessario insistere con interventi perequativi per il Sud».
Infine, la dispersione scolastica. Già i dati del rapporto Eurispes sono
abbastanza confortanti, tranne che per le superiori. La percentuale relativa
agli abbandoni al primo anno (relativa all'anno scolastico 2000/2001) è pari al
12, 8 per cento, a fronte dell'11,3 nazionale. «Il forte numero di abbandoni –
osserva Di Stefano – nella media di secondo grado dimostra che la riforma
dell'istruzione è assolutamente necessaria, se no è poco probabile che si
riescano a raggiungere gli standard europei».
Mariateresa Conti