Paradossalmente aumentare il numero degli insegnanti di sostegno senza tenere conto della loro preparazione e della loro formazione e sballottandoli ogni anno da una scuola all’altra determina nocumento al servizio.
Questo principio di buon senso e di buona gestione, avallato anche dalla normativa, affermato in sede di convocazione dal preside Santo Gagliano della Petrarca di Catania, ha trovato sorda la commissione preposta alle nomine e, cosa ancor più scandalosa e sconcertante, ha trovato contrari gli insegnanti di sostegno presenti che hanno inveito contro il preside Gagliano costringendo quest’ultimo a rivolgersi ai carabinieri per tutelare il diritto dei dirigenti scolastici a rivendicare le loro prerogative nella gestione del personale.
Nell’esprimere ampia e convinta solidarietà al preside Gagliano rivendichiamo con forza il diritto dei dirigenti scolastici di applicare la normativa sulla continuità didattica nei confronti degli insegnanti di sostegno e stigmatizziamo il comportamento di quanti per difendere speciosi interessi personali e di bottega, mandano all’aria o se ne fregano di ogni elementare diritto degli studenti H che sono gli unici ad essere penalizzati da questa insensata girandola.
Chiediamo al Ministro e al dirigente delll’USR di Palermo di dirci perché non si è riusciti a garantire la continuità di servizio per i docenti di sostegno fino al completamento del ciclo in quanto un alunno disabile ha diritto ad avere lo stesso docente specie se si è instaurata una positiva relazione educativa.
I presidi si rivolgono anche alle famiglie degli studenti disabili facendoli riflettere sul fatto che non è tanto la quantità dei docenti di sostegno a risolvere il loro problema bensì la loro preparazione la loro formazione e la persistenza nel posto di lavoro. Protestare solo per un mero incremento numerico del corpo mistico dell’organico di sostegno, come fanno i sindacati del personale della scuola, senza modificare l’impianto normativo e ordinamentale rischia di risultare una protesta sterile.
Salvatore Indelicato
presidente provinciale ANP
Associazione Nazionale Presidi
Dal sito “ La Sicilia “
I ragazzi disabili devono ritrovare i loro docenti
Pinella Leocata
Ieri, alla Pizzigoni, tra gli aspiranti docenti di sostegno, c'è stato anche chi è venuto alle mani. Centinaia di persone costrette in uno spazio inadeguato, con il gran caldo di questi giorni, con la tensione dell'attesa e il timore di non essere tra i fortunati, creano una situazione ad alto rischio. Ma a fare scoppiare la scintilla, con il suo corredo di urla e insulti, è stato, suo malgrado, il preside della Petrarca Santo Gagliano arrivato alla Pizzigoni per difendere i diritti dei suoi ragazzi.
Il drastico taglio degli insegnanti di sostegno - un terzo in meno rispetto all'anno scorso - alla Petrarca è stato ancora più pesante: i docenti erano 13 per 25 ragazzi disabili e adesso alla scuola ne sono stati assegnati 11 per 30 studenti con problemi. Con quel che questo comporta nella gestione del progetto culturale e della programmazione scolastica sperimentata negli anni.
«Ho chiesto di sapere il perché di questo taglio aggiuntivo e di vedere le carte - racconta il preside Gagliano - ma inutilmente. Per levarmi di torno mi hanno dato un insegnante in più, 12 in tutto, 7 dei quali di ruolo e 5 da nominare».
E qui esplode il problema. Il preside si reca alla Pizzigoni e, davanti alla folla esasperata dei docenti di sostegno in attesa dell'assegnazione annuale del posto, solleva un problema di principio che la maggior parte dei presenti non recepisce come tale, ma come un atto di sopraffazione, come il tentativo di scegliersi i docenti, un privilegio rivendicato come un diritto.
E sono volate parole grosse, prima che qualcuno - e si tratta di persone che vogliono fare gli insegnanti! - passasse alle vie di fatto. Così alla Pizzigoni sono arrivati anche i carabinieri che hanno identificato i protagonisti della zuffa.
Un aspetto della vicenda sulla quale il preside Gagliano sorvola dicendo che «non è questo il problema». «Il problema - dice - è se la scuola è una cosa seria o meno. Ho chiesto, sollevando una questione che porterò anche davanti al ministro, che venissero confermati gli insegnanti di sostegno che hanno già lavorato nella mia scuola. Docenti che hanno sperimentato un metodo comune di lavoro, persone che i ragazzi hanno imparato a conoscere e di cui si fidano. Un problema di continuità didattica e di rispetto delle esigenze degli allievi. Ho rivendicato il principio per cui i diritti dei bambini valgono di più della comodità dei docenti dei quali, ovviamente, nessuno metteva in forse il diritto al posto. E del resto il ministro ha annunciato che, dall'anno prossimo, i supplenti verranno riconfermati nelle scuole dove sono. Mi rendo conto che, con la mia posizione, ho scandalizzato tutti, visto che in Italia si va avanti con la graduatoria, ma questa è una follia. Ho posto un problema culturale. Cosa dirò ai bambini che mi chiederanno della loro insegnante? Che è stata spostata altrove perché per qualcuno era più comodo venire in questa scuola di periferia che magari prima aveva evitato?».
Il preside si era appellato alla legge 201 del 2001 secondo la quale le nomine le può fare il preside. «Avrei potuto ritirare la delega per i 5 posti cui ha diritto la mia scuola, ma non l'ho fatto, per motivi di ordine pubblico e perché, in quel contesto, sarebbe sembrato un atto di arroganza. Non so cosa sia stato deciso. So solo che, come sempre, ci rimboccheremo le maniche per andare avanti, ma il problema è serio e va affrontato.
Catania 22.8.08.