dal sito del Corriere della Sera
Zil-e Huma Usman, 37 anni, era responsabile degli affari sociali in Punjab Pakistan, donna ministro uccisa da fanatico. Stava per fare un discorso davanti a decine di sostenitori. Il killer: «Allah non vuole che facciano politica»
Era una moglie, una madre e un ministro. Zil-e Huma Usman, responsabile
per gli affari sociali nella provincia pachistana del Punjab, è stata
assassinata ieri nel suo ufficio nella città di Gujranwala, 70 chilometri a nord
del capoluogo Lahore. Stava per fare un discorso davanti a decine di
sostenitori. C'è stato uno sparo. Un proiettile l'ha centrata alla testa. E Huma
è morta poco dopo in ospedale.
Musharraf, al potere dal 1999, ha promesso di governare il Pakistan con
«moderazione illuminata» e di garantire i diritti delle donne. «Alcuni credono
che le donne debbano restare confinate in casa, non uscire mai. Assolutamente
sbagliato», ha detto. E ha assicurato loro il 33% dei seggi nelle elezioni
provinciali, il 22% alla Camera e il 17% al Senato. Ma solo 12 donne pachistane
sulle 72 che occupano oggi ruoli politici sono state scelte dal popolo in
elezioni dirette. Le altre sono state nominate dai partiti nei posti riservati.
«Molti credono tuttora che le donne non debbano far parte della vita pubblica.
La nostra resta una società dominata dagli uomini», dice Munizeh Zuberi,
giornalista del quotidiano Dawn.
L'omicidio di Zil-e Huma segue di pochi giorni un attentato contro la deputata
Sherry Rehman, del partito d'opposizione di Benazir Bhutto. È stata pugnalata
mercoledì a Karachi durante una manifestazione, ma è sopravvissuta. «Un
tentativo di terrorizzare le donne attive in politica — lo hanno definito le
associazioni nazionali dei diritti delle donne — da parte di forze politiche che
promuovono idee contro le donne e la democrazia». C'è chi sostiene ci fossero
dietro l'attentato ragioni politiche, non religiose, ma non è stato provato.
Secondo la polizia l'assassino del ministro Huma avrebbe agito da solo e non fa
parte di alcun partito islamico. Ma era già stato implicato in episodi di
aggressione a donne per questioni di «moralità» e in sei casi di omicidio. «Mai
condannato, per mancanza di prove», ha detto il ministro della Giustizia del
Punjab Raja Basharat. La violenza contro le donne è comune nel Paese: molestie
sessuali nei luoghi pubblici o al lavoro vengono spesso denunciate dai media ma
raramente perseguite dalla polizia, e i delitti d'onore sono frequenti.
Soprattutto nelle zone rurali, ma non solo. Proprio nella città di Gujranwala,
negli ultimi due anni i partiti islamici del Muttahida Majlis e-Amal si sono
opposti alla partecipazione delle donne a una maratona sportiva. Zil-e-Huma
aveva negato che violasse le tradizioni o l'Islam: «Pensano che corriamo in
mutande o pantaloncini, ma indossiamo abiti tradizionali, compreso il shalwar
kameez (pantaloni e camicia lunga, ndr) e il dupatta», aveva detto. E aveva
corso anche lì in prima linea.
Viviana Mazza
21 febbraio 2007