La VII Commissione, tenuto conto innanzitutto delle indicazioni emerse nel corso delle audizioni informali di rappresentanti delle associazioni di insegnanti precari svolte dalla commissione cultura nella seduta del 15 giugno 2006; premesso che: il precariato nella scuola ha ormai raggiunto livelli insostenibili che, in assenza di radicali interventi correttivi, sarebbero destinati a crescere ulteriormente, con gravissimo danno sia per i diritti di decine di migliaia di precari, sia per la stessa funzionalità del sistema scolastico pubblico; le dimensioni del fenomeno hanno conosciuto una crescita esponenziale nella passata legis1atura a causa del blocco, totale o parziale, del turn over e delle politica di tagli indiscriminati agli organici del personale portata avanti dal precedente Governo; il numero di immissioni in ruolo programmato dal precedente governo è del tutto insufficiente a garantire le ordinarie esigenze di funzionamento delle istituzioni scolastiche ed è, ancora una volta, di gran lunga inferiore al numero di posti e cattedre resi liberi dai pensionamenti, sia per il prossimo anno scolastico, sia a maggior ragione per quelli successivi, nei quali è previsto l'avvio del pensionamento di una intera generazione di docenti; nella passata legislatura è stata definita - per la prima volta con una legge invece che con un atto amministrativo - una nuova tabella di valutazione dei titoli per la compilazione delle graduatorie permanenti, attualmente in vigore, dalle quali si attinge per il 50 percento delle immissioni in ruolo e per il conferimento delle supplenze; le modifiche introdotte rispetto alle norme fino allora vigenti, limitandosi a quelli dalle conseguenze più pesanti, hanno riguardato: • l'eliminazione del criterio dei nuovi inserimenti in uno scaglione successivo all'ultimo, sostituito da quello dell'inserimento “a pettine" • il raddoppio del punteggio per il servizio prestato nello scuole "di montagna”, degli istituti penitenziari e dello piccole isole; • l' equiparazione del servizio prestato nelle scuole paritarie private a quello delle scuole statali, sia ai fini de1 punteggio, sia ai fini del possesso dei requisiti di servizio, con la conseguente abolizione della quarta fascia (accorpata con la terza); • l'accentuazione della disomogeneità nella valutazione del punteggio d'abilitazione a seconda delle procedure abilitanti seguite, già presente nella normativa precedente, con un trattamento privilegiato degli abilitati SSIS; • la valutazione di master e corsi di perfezionamento, cumulabili fino a raggiungere ben 30 punti, dando il via ad un mercato di titoli non sempre qualificanti con un peso economico notevole per i precari, costretti a conseguirli per non essere scavalcati da altri colleghi. Il risultato di tali interventi è stato un radicale sconvolgimento delle graduatorie che ha reso incerte le aspettative e i diritti di decine e decine di migliaia di docenti precari che per anni, in condizioni di minori tutele salariali e contrattuali, avevano consentito al sistema scolastico di far fronte alle proprie necessità; Considerato che: il ricorso massiccio al lavoro precario nella scuola, sia per i docenti che per il personale ATA, risponde ad una logica di risparmio che, alla luce di una attenta analisi dei valori economici in gioco, in ragione del costo nettamente inferiore del personale neo immesso in ruolo che prenderebbe il posto del personale che va in pensione dopo aver raggiunto i livelli più alti della scala retributiva, si dimostra falsa ed illusoria nei suoi presupposti; occorre invertire questa tendenza puntando decisamente sul superamento del precariato e sulla stabilità degli organici quale premessa per lo sviluppo qualitativo del sistema scolastico pubblico partendo dal principio che le assunzioni fatte sulla base delle attuali graduatorie permanenti sono viziate da profonde ingiustizie e da sostanziale illegittimità e che ciò non può essere riprodotto; occorre altresì, in previsione delle operazioni di conferimento delle supplenze per il prossimo anno scolastico, dare un segnale politico chiaro al vasto e complesso mondo dei precari sugli indirizzi che il governo intende seguire per risolvere i problemi evidenziati in premessa; impegna il governo: 1. ad incrementare significativamente e progressivamente il numero di immissioni in ruolo previsto tenendo conto dei massicci pensionamenti già in atto; 2. in considerazione dei posti vacanti, a predisporre un piano straordinario di assunzioni nell’arco di un triennio intervenendo anche sui criteri di definizione degli organici in relazione alle reali esigenze di funzionamento delle scuole; 3. ad intervenire con un provvedimento che, prima dell’inizio delle operazioni di conferimento delle supplenze per il prossimo anno scolastico, abroghi la lettera h) (raddoppio del punteggio di montagna ecc.) del punto B.3 della tabella di valutazione dei titoli, allegata alla Legge 143/04, nonché elimini la possibilità di valutare master, corsi di perfezionamento o di specializzazione o, almeno, ne limiti fortemente il numero; 4. a predisporre con la massima urgenza un provvedimento che delegifichi la tabella di valutazione e ne riconduca la definizione ad un atto amministrativo e che, fermo restando quanto indicato al punto 3, fissi i riferimenti generali, assumendo il principio che deve essere fortemente valorizzato il servizio prestato sullo specifico insegnamento per il quale si concorre. deputati De Simone, Sasso, Rusconi, Poletti