In
questa Quaresima in quarantena tutto ciò non è possibile. Non si riesce
a
formulare espressioni di gioia, di esultanza. Quel “Rallegrati,
Gerusalemme, e voi tutti che l’amate, riunitevi” è
un’esortazione veramente difficile
da realizzare, essendo costretti a stare
in casa, spesso nella solitudine e distaccati dagli altri.
Il
pensiero che anche le solenni liturgie della settimana santa sono
vietate alla
partecipazione dei fedeli, aumenta il senso di tristezza, il disagio,
la
sofferenza spirituale di una pratica religiosa limitata alla preghiera
e alla
Messa a distanza, trasmessa via streaming dai canali internet.
In
questi giorni le immagini della televisione presentano le città
deserte, le
strade e le piazze vuote e anche le chiese sono vuote e tante sono
rimaste con
la porta chiusa, vietate alla preghiera del singolo fedele.
Quest’anno
non si canterà l’Exultet della gioia
che accoglie il Cero pasquale, acceso dal fuoco nuovo e benedetto
durante la
solenne Veglia.
Come
si potrà cantare la gioia se la chiesa del cimitero di Bergamo è piena
di bare
ed è intervenuto l’esercito per traportare in altri cimiteri per la
cremazione
tanti cittadini bergamaschi, morti senza l’abbraccio e il saluto dei
familiari?
Ritornano
efficaci i versi di Quasimodo, che il monumento realizzato
da Giacomo Manzù a Bergamo, in memoria dei
Caduti Partigiani, artisticamente
suggerisce:
“E
come potevamo noi cantare
….fra
i morti abbandonati nelle piazze …
Anche
le nostre cetre
restano appese, oscillanti lievi al triste vento”.
Non ci
sono parole che possano esprimere
l’angoscia di questi
giorni.
Anche
questo è tempo di Dio, tempo di
preghiera e di silenzio.
E’
arrivata la primavera, arriverà anche la
Pasqua, come da calendario, ma il
cuore è triste, confuso schiacciato dall’ombra nera della diffidenza e
della
paura di latenti contagi.
Forse
non tutti sanno che lo slogan, “Tutto andrà bene” che appare sui
balconi e nei messaggi di speranza, fa parte delle rivelazioni della
mistica
inglese Beata Giuliana di Norwich (1342-1416).
Sono,
infatti, parole che il Signore Le dettò
durante le mistiche visioni, ma che oggi si rivelano quanto mai
adeguate per
esprimere un messaggio spirituale
di serenità nell’affrontare questa
difficile prova, con la fiducia e la
certezza
che presto si
uscirà dal triste tunnel, recuperando la
gioia di stare
insieme e l’armonia del vivere quotidiano e
… senza paura di contagio!