Il seminario, promosso e coordinato dalla consigliera, prof.ssa Lidia Marranca, ha avuto la prestigiosa collaborazione dell'Università di Catania e si è svolto nell'Auditorium "Giancarlo De Carlo" del prestigioso e monumentale Monastero dei Benedettini.
L'attualità del tema in risposta alle nuove emergenze educative e sociali ha coinvolto circa trecento docenti di ogni ordine e grado, genitori ed educatori .
Il seminario, nato da una proposta dell'UCIIM di Catania, è stato accolto e condiviso dal Dipartimento di Scienze Umanistiche dell'Ateneo catanese, coinvolgendo per la trattazione del tema insigni docenti e specialisti del settore, studiosi, rappresentanti del Governo, della Magistratura e della Polizia di Stato.
Nella puntuale introduzione la prof.ssa Lidia Marranca, organizzatrice e moderatrice del Convegno ha messo in luce i punti cardini della problematica educativa, la cui gravità ed infiltrazione nella scuola e nella società richiedono interventi mirati e specialistici.
Come è stato evidenziato nei corso dei saluti introduttivi, la prof.ssa Marina Paino, direttore del Dipartimento ed il dirigente generale della Polizia Di Stato, Giuseppe Gualtieri, questore di Catania hanno focalizzato il compito dell'Università e della scuola per prevenire e contrastare un fenomeno che coinvolge tantissimi giovani e le statistiche evidenziano che in Europa ogni 8 ore si suicida per cyberbullismo un ragazzo di età compresa tra i 14 e i 18 anni.
A tale drammaticità il Governo ha risposto emanando il 17 maggio la legge contenente "Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo".
La prima firmataria del testo è stata la senatrice Elena Ferrara, ex docente di una vittima di cyberbullismo: Carolina Picchio, morta suicida a 14 anni, alla quale la Presidente della Camera Boldrini ha dedicato la legge.
I qualificati relatori hanno contribuito ad approfondire l'argomento trattato in tutte le sue sfaccettature. Si sono alternati la prof.ssa Teresa Sardella, docente di Storia Medievale e di Storia del Cristianesimo, Università di Catania; la prof.ssa Giuseppina Mendorla, docente di Psicologia dello Sviluppo e di Psicologia Dinamica e Clinica dell'Abuso; il dirigente della Polizia Postale di Catania Marcello La Bella; il magistrato della Corte di Appello di Catania, sez. Penale, Anna Maria Gloria Muscarella; Barbara Notarbartolo, psicologa, psicoterapeuta, membro didatta dell'Istituto italiano di Psicanalisi di Gruppo.
Dopo un'analisi storico-culturale del fenomeno della "marginalità" in termini di relazioni sociali ed inter-individuali, sono state analizzate le caratteristiche del bullismo e del cyberbullismo da un punto di vista psicologico con i dati statistici riguardanti il problema sempre più diffuso, senza sottovalutare il ruolo dello spettatore o degli spettatori che rinforzano quello del bullo. È stata messa in luce la centralità della famiglia e della scuola sia per prevenire quanto per far emergere eventuali realtà di bullismo/vittimismo e per la realizzazione di un percorso indirizzato allo sviluppo dell'empatia e dell'inclusione nei giovani.
Internet è un mondo senza confini ed un'immagine postata su un qualsiasi social viene divulgata senza la possibilità di essere tolta. Un aspetto inquietante e molto diffuso è il sexting che consiste nello scambio di video o immagini strettamente legati alla sfera intima personale.
Anche se il cyberbullismo non figura tra i "reati" e comprende "qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, furto di identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione dei dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica", sono stati esaminati i vari tipi di reato che possono essere commessi tramite la rete e i profili di responsabilità penale e civile gravanti sui genitori, sugli insegnanti e sugli istituti scolastici con riferimento anche agli obblighi di vigilanza e di controllo introdotti dalla direttiva MIUR.
Dopo l'analisi della nuova legge sul cyberbullismo è stato evidenziato il bisogno dell'adolescente di entrare in contatto con i coetanei e di essere accettato e come questo bisogno nella rete informatica può trasformarsi fino a raggiungere una deriva persecutoria. Nella rete non vi è un gruppo visibile, ma una massa anonima e sfuggente; i social da semplice strumento di comunicazione possono incidere sui comportamenti e favoriscono l'emergere di aspetti perversi come narcisismo, esibizionismo.
Ecco, quindi, l'azione educativa della scuola, come ha evidenziato la presidente della sezione UCIIM di Catania, Maria Antonietta Baiamonte e la vice presidente Maria Elena Taormina, la quale ha messo in luce le difficoltà di comunicazione e di collaborazione con le famiglie e i genitori, spesso in atteggiamento di superprotezione dei figli e di attacco nei confronti della scuola.
Il preside Giuseppe Adernò, presidente emerito della sezione UCIIM, nel suo breve intervento ha ribadito il compito e la funzione del docente che nel testo normativo del Ministero viene definito "anti bullo", ma sarebbe opportuno che venisse definito "docente esperto in relazione educativa " capace di trasmettere e testimoniare la pedagogia dell'attenzione, del "saper guardare tutti e osservare ciascuno." Il docente educatore e tutor, si prende cura dei suoi studenti, li accompagna, li guida, li sostiene, li protegge, li guarda con gli occhi, li osserva col cuore e risponde ai loro bisogni riservando particolare attenzione, quando come nel caso del bullismo, si rimane coinvolti in una spirale di negatività.
La progettualità formativa dell'UCIIM si invera in puntuali corsi di formazione per i docenti, applicando le regole della pedagogia dell'accoglienza e del rispetto verso tutti e dell'attenzione verso ciascuno.
Questo primo convegno apre la pista al cammino formativo che la sezione UCIIM di Catania intende intraprendere nell'intento di contribuire alla formazione dei docenti per una scuola di qualità.
Giuseppe Adernò