La bozza di
decreto, che era stata frettolosamente presentata poco dopo
l'insediamento al MIUR della nuova "squadra", ci aveva raggelati.
Ancora una volta il Governo, come il precedente, disconosceva le
specificità dei docenti precari delle Graduatorie d'Istituto, il loro
status di precari con anni di servizio alle spalle, i loro titoli, la
loro necessità strutturale nel sistema scolastico nazionale, che mai
come quest'anno ha utilizzato i precari delle suddette graduatorie per
permettere alla scuola di reggersi e di garantire un regolare servizio.
Nonostante i fallimenti nel reclutamento e nelle fasi del concorso
2016, tutt'ora in atto, il nuovo Governo non aveva arretrato di un
passo... Molto chiare sono sempre state le intenzioni del Governo e
della maggioranza che lo sostiene: mantenere il punto su quelli che
erano i pilastri delle 107.
Nonostante le specificità della categoria, dovevamo entrare a forza nel
nuovo sistema di reclutamento, facendo i conti con la spada di Damocle
del vincolo dei tre anni di servizio come limite massimo per la stipula
dei contratti a tempo determinato, come la legge 107 ha stabilito, in
totale contrasto con le direttive europee contro lo sfruttamento del
precariato. Inutile ricordare che c'è stata una levata di scudi contro
quella bozza ma, visto l'iter di approvazione della 107 stessa, quando
tutte le proposte e i rilievi del mondo della scuola e delle
associazioni sono cadute nel vuoto, non restava che combattere
strenuamente per tentare di portare a casa il miglior risultato
possibile, senza rischiare di vanificare gli sforzi impiegati e di
perdere una opportunità.
Grazie alla sinergia consolidata con il Mida precari e al lavoro
instancabile e disinteressato dei suoi coordinatori, siamo riusciti nel
miracolo: tutte le proposte portate all'attenzione delle commissioni
parlamentari e della Ministra sono state accolte. Il perché è molto
semplice: sono state messe sul tavolo proposte di buon senso, che
miravano ad essere ritenute accoglibili, pena un nuovo fallimento. Il
principio fondamentale alla base della nostra proposta, che ha permesso
di aprire una breccia, è stato espresso dalla gradualità del processo
di stabilizzazione, stabilita da una valutazione non selettiva che
permetterà, in un arco contenuto di tempo, di assorbire per la scuola
secondaria la seconda fascia di istituto. Per la III fascia, dove
permangono le maggiori contraddizioni in presenza di titoli validi
all'insegnamento e nessuna possibilità di essere considerati
adeguatamente da buona parte del mondo politico, una soluzione
similare, ma limitatamente a chi ha almeno tre anni di servizio non
continuativi, parametro migliorato rispetto a quello definito per
l'accesso ai PAS.
Detto in altre parole, abbiamo cercato una strada percorribile,
contrariamente a tante altre organizzazioni che, pur con argomentazioni
valide, proponevano soluzioni che non sarebbero mai state accolte,
aprendo in campo alla possibilità che passassero norme più restrittive
e selettive, come la maggioranza parlamentare voleva. Tra i decreti
approvati, l'unico ad aver accolto le proposte delle associazioni è
quello che definisce la fase transitoria e di questo siamo fieri.
Abbiamo ricevuto ogni sorta di accusa e di offesa ma siamo convinti che
non si poteva sperare in un provvedimento migliore e che i nostri
sforzi comuni permetteranno di aggiungere, agli altri, un grande
risultato, forse il più significativo di tutti.
Migliaia di docenti esclusi dal reclutamento della 107, umiliati da un
concorso vergognoso, potranno avere una possibilità concreta. Questo
risultato non potrà essere messo in discussione. Per tutte le altre
contraddizioni e disattenzioni, tra cui l'impossibilità di abilitarsi
subita dai docenti di III fascia, ci saranno altre sedi di lotta.
Valeria Bruccola, Coordinatrice
Nazionale Adida