Con
sentenza n. 3630 del 10 febbraio 2017, la Corte di Cassazione ha
affermato la legittimità del licenziamento per giusta causa di un
dipendente che, in malattia, lavorava nell’azienda di famiglia:
l’accertamento era avvenuto tramite una agenzia investigativa privata.
In passato la Cassazione (Cass. da ultimo, n. 18507/2016) aveva
giustificato il recesso soltanto nella ipotesi in cui l’attività
lavorativa avesse pregiudicato o ritardato la guarigione. Con questa
sentenza la Cassazione fa proprio l’indirizzo sposato dalla Corte di
Appello che aveva ritenuto grave il comportamento del lavoratore che
aveva violato l’obbligo di diligenza, osservando che la condotta del
lavoratore va valutata complessivamente “senza limitarsi alla sola
considerazione dell’incidenza dell’attività lavorativa sui tempi di
guarigione“.
Per quel che riguarda le indagini svolte da un istituto investigativo
privato la Corte ritiene legittime le indagini “anche in ragione del
solo sospetto o della mera ipotesi che illeciti siano in corso di
esecuzione“.
Dottrina per il
lavoro