Approvati gli ultimi 5
decreti attuativi – Adesso via libera ai contratti … ma i soldi dove
sono? – I numeri degli statali – Il primo commento di Cgil (Martini),
Cisl (Bernava) e Uil (Foccillo)
Gli ultimi 5 decreti attuativi (16 erano già chiusi) della riforma
della P.a. firmata Marianna Madia sono stati approvati dal Consiglio
dei Ministri, in via preliminare.
Il nuovo Statuto prevede:
- lotta all’assenteismo con sanzioni,
- visite fiscali trasferite all’Inps,
- lotta ai “furbetti del cartellino”, ai “malati del lunedì e dei fine
settimana, soprattutto con ponti) e licenziamenti più facili e rapidi,
I numeri degli statali
I dipendenti pubblici sono
3.252.959, con una retribuzione media di 34.348 euro/anno. I comparti
più numerosi sono: scuola con 1.038606 addetti, sanità: 663.793,
autonomie locali: 472.523, corpi di polizia: 313.987, forze armate:
187.388, ministeri: 157.808, università con 101.793 addetti, agenzie
fiscali: 52.570, vigili del fuoco: 33.139, enti di ricerca con 20.810,
magistratura: 10.588, accademie: 9.365, enti di ricerca: 20.810,
presidenza: 2.209, autorità indipendente: 2.085, prefetti: 1.232,
diplomatici: 933, penitenziaria: 349.
- nuova valutazione delle prestazioni con eliminazione delle “gabbie”
della legge Brunetta,
- misurazione delle performance attraverso gli “Obiettivi della
Repubblica” (nel triennio, chi riceve 3 valutazioni negative potrà
essere licenziato),
- armonizzazione tra i salari dei comparti (con graduale convergenza e
risorse proporzionalmente minori in caso di retribuzioni più alte),
- contrattazione aperta,
- superamento del precariato (assunzioni previste: 50 mila),
- assunzioni agganciate al fabbisogno (nei concorsi entrano inglese e
tetto al numero degli idonei) e sblocco progressivo del turn over, oggi
fermo al 25% della spesa per il personale cessato durante l’anno
precedente (potranno effettuare le assunzioni solo le Regioni e le
Città Metropolitane che hanno i conti in ordine),
Il primo commento di Cgil, Cisl
e Uil
"Con l'approvazione in
Consiglio dei Ministri del Testo Unico del Pubblico impiego si è
conclusa una prima fase. Ora chiediamo alla ministra Madia di
proseguire al più presto il confronto per completare quelle parti che
abbiamo ritenuto insufficienti perché siamo convinti della scelta di
puntare sulla contrattazione e su nuove relazioni sindacali. Era questo
il cuore dell'accordo del 30 novembre su cui si era impegnato il
Governo", così in una nota unitaria i segretari confederali di Cgil,
Cisl e Uil, Franco Martini, Maurizio Bernava e Antonio Foccillo.
"Per iniziare realmente la fase
dei rinnovi dei contratti pubblici chiediamo al Governo di inviare
immediatamente la direttiva all'Aran, come già annunciato dalla
ministra Madia, in modo che si possano avviare le trattative per la
definizione dei contratti di circa tre milioni di lavoratori pubblici".
"Condividiamo alcuni obiettivi
come l'avvio del superamento del precariato, lo sblocco della
contrattazione di secondo livello, l'inizio del riequilibrio fra legge
e contratto ed una prima apertura sulle materie da devolvere alla
contrattazione".
- domicilio elettronico,
- silenzio-assenso per le amministrazioni;
- per gli statali rimarranno le tutele del vecchio articolo 18 dello
Statuto dei lavoratori (in caso di illegittimo licenziamento il
dipendente pubblico non riceverà soltanto un indennizzo come previsto
oggi per i lavoratori privati dopo l’approvazione del job act, ma dovrà
essere reintegrato nel posto di lavoro),
- gli utenti della P.a. potranno valutare i dipendenti comunicandolo
direttamente all’Organismo indipendente di valutazione (i risultati
delle rilevazioni dovranno essere pubblicati sul sito Intener
dell’amministrazione interessata),
e poi altri interventi su: documento unico per le autovetture, sostegno
agli enti di ricerca, scure sulle partecipate, riordino della dirigenza
Asi e trasformazione delle Autorità portuali in Autorità di sistema con
taglio di ben 9 Autorità, che passano d 24 a 15 e governante più snella.
La ministra Madia ha anche affermato che è pronta a dare la direttiva
all’Aran per il percorso formale per riaprire la stagione contrattuale,
anche se va completato lo stanziamento per l’anno 2018 che potrà
avvenire solo con la prossima legge di Bilancio. E la situazione non è
piaciuta molto a Cgil, Cisl e Uil che, comunque, chiedono di procedere
rapidamente con la direttiva all’Aran e all’avvio delle trattative.
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