E' stato un triste
Natale per la diocesi di Catania che vede spegnersi
la luce di Prospettive, storico settimanale diocesano che dell'aprile
del 1985 è stato un segno, una voce ed una presenza viva di Chiesa
nella comunità catanese. La decisione dell'Arcivescovo e dell'ufficio
diocesano per gli affari economici è dettata da motivi di spesa
economica e a nulla sono valse le proposte, anche se tardive, di alcuni
sacerdoti che si sono dichiarati ad autotassarsi con una quota annua
per mantenere in vita il settimanale della diocesi che ha avuto come
promotore Mons. Antonio Calanna, il quale mise a disposizione della
diocesi le strutture e l'organizzazione dell'ODA per l'avvio del
settimanale, con la benedizione dell'allora arcivescovo Mons
Picchinenna ed in seguito con Mons. Bommarito, che l'ha valorizzato
come "voce della diocesi" sui temi scottanti della morale e della fede.
Il settimanale Prospettive è stato anche palestra formativa per tanti
giovani apprezzati e ora eccellenti giornalisti professionisti, come
Gaetano Pedullà che dopo essere stato direttore tra il 2006 ed il 2007,
de "Il Tempo", ora dirige "La Notizia" giornale IT, un quotidiano
agile, con collaboratori giovani e motivati che riescono a mettere su
un prodotto, sia cartaceo che web, di notevole interesse. Dalla scuola
di Prospettive hanno preso il volo anche Maria Valeria Sanfilippo a
Firenze, Ada Fichera all'Ufficio stampa del Ministero della Difesa,
Francesca Marchese a Londra.
Sono stati 31 anni e 8 mesi di crescita e di sviluppo, sempre puntuale
con i suoi 45 numeri ogni anno, sin dagli inizi con la guida di Padre
Giuffrida, del direttore Piero Isgrò, Giuseppe Di Fazio e poi con Salvo
Nibali, quando i numeri "speciali" per Natale, Pasqua e Sant'Agata,
erano delle preziose antologie di cultura e di tradizioni, ora ben
custodite presso la storica Biblioteca Ursino Recupero dell'Università
di Catania.
Eccellenti firme di docenti universitari (Giovanna Finocchiaro
Chimirri, Salvatore Trovato, Rosario Sapienza, Nino Mirone,
Carmelo La Carrubba, Vittoria Timmonieri, Antonio Blandini,
Salvatore Giuliano, P. Giuffrida, P. Fisichella, Don Antonio
Corsaro, Sara Zappulla Muscarà, Mimmo Azzia, P. Leone
Calambrogio, Giuseppe Luca, Enzo e Salvo Caruso,
Salvatore Latora....) hanno reso Prospettive un giornale di qualità.
Il passaggio dalla Cooperativa Zenia all'amministrazione della Curia ha
segnato il primo cambiamento e poi la successione dei direttori: don
Giuseppe Bruno fino al 2008 e quindi don Giuseppe Longo, i quali
hanno guidato Prospettive, che nel panorama dei 12 settimanali
diocesani della Sicilia e dei 191 settimanali diocesani d'Italia,
aderenti alla FISC (Federazione dei Settimanali Cattolici) ha un posto
di rilievo e di eccellente qualità giornalistica, molto seguito ed
apprezzato negli ambienti vaticani della CEI e Don Giuseppe Longo è
stato per il triennio appena concluso "consulente ecclesiastico"della
FISC.
Preziosa è stata la collaborazione di Vera Cannavò che, sin dal primo
numero ha affinato e perfezionato una professionalità di eccellente e
creativa impaginazione, tanto apprezzata a livello nazionale.
La diffusa crisi della carta stampata che colpisce in maniera
inesorabile le piccole testate ha trovato nei settimanali cattolici una
risposta di positivo sostegno in alcune diocesi per la ferma volontà
dei Vescovi ed in altre, come a Siracusa, per la tenace volontà di
generosi collaboratori.
A Catania è venuto meno il sostegno e la volontà di far vivere
Prospettive.
Con il numero di Natale si chiude la pubblicazione cartacea del
settimanale Prospettive, che potrebbe avere anche altra periodicità e
rimane quella on line con l'auspicio che si possano realizzare
almeno periodicamente dei numeri speciali cartacei a sostegno della
tradizione.
Nel programma di Sant'Agata del 2017 bisognerà forse mettere un
nastrino di lutto per la perdita di Prospettive, un cero spento davanti
San'Agata e un vuoto di buio per la Città.
Nell'editoriale dell'aprile 1987, a firma di Vittoria Timmonieri si
legge: "Catania ha bisogno di Prospettive", voce libera che fa sentire
la voce della gente e si contrappone al degrado che avanza, alla
disattenzione sociale verso i bisogni della gente sia del centro che
delle periferie.
Il settimanale ha mantenuto la sua identità ben definita, e le nuove
aperture anche con ulteriori ausili tecnologici potranno meglio
sostenere il servizio d'informazione e di cultura e non solo religiosa.
La comunicazione dei valori cristiani è spesso osteggiata o velata,
occorre, invece, chiarezza e trasparenza e Prospettive è stato il luogo
adatto, scuola e palestra per allenare lo spirito a non lasciarsi
sopraffare dal male che avanza e dal relativismo che domina sovrano.
Prospettive è stato uno spazio e una voce per le associazioni laicali,
gruppi e movimenti che operano per il bene della Città, che s'impegnano
in servizi di presenza e di testimonianza dei valori cristiani Ora
questa voce viene soffocata, questa lucerna viene messa sotto il moggio.
Avendo collaborato sin dal primo numero al settimanale diocesano,
constato con amarezza e sofferenza come il mondo cattolico diocesano,
sia come singoli che come gruppi, parrocchie e movimenti, vengono ora
privati, proprio nell'anno della Misericordia, di uno strumento
d'informazione, "voce della gente", spazio d'incontro e momento di
dialogo tra il popolo e le istituzioni, strumento che con la
collaborazione di tutti e la fattiva operatività di ciascuno, avrebbe
potuto avere nuovi sviluppi e rinnovati campi d'azione nella ricerca e
della diffusione del bene.
La presenza costante di uno strumento d'informazione in edicola era una
luce che è stata sempre accesa per 31 anni ed ora si vorrebbe
sostituire con la tecnologia dei nuovi media, che costituiscono
certamente un valido supporto, ma non sono per nulla alternativi al
giornale stampato, che si legge e si conserva nel tempo e raggiunge
tutti.
Il 2017 porta già i primi segni della "sfortuna" e ne vedremo nel tempo
le conseguenze.
Chi ha determinato tutto ciò se ne assuma le responsabilità e i danni
che ne riceverà l'immagine della diocesi a livello nazionale e
regionale.
Noi ci abbiamo creduto!
Giuseppe Adernò