L’introduzione dello
sgravio fino a 3.250 euro l’anno per tre anni per assumere studenti in
formazione permetterà di firmare circa 9.900 contratti nel 2017 e
18.900 l’anno successivo: la stima arriva dal governo, all’indomani del
varo finale della legge di Bilancio che introduce il nuovo bonus per le
imprese.
Come funziona l’incentivo
Nel dettaglio, si tratta di un esonero dal versamento dei complessivi
contributi previdenziali per i datori di lavoro del settore privato in
relazione alle nuove assunzioni con contratto di lavoro a tempo
indeterminato, anche in apprendistato, decorrenti dal 1° gennaio 2017
al 31 dicembre 2018, per un periodo massimo di 36 mesi e nel limite di
un importo di esonero di 3.250 euro su base annua, con esclusione dei
contratti di lavoro domestico e di quelli relativi agli operai del
settore agricolo. L’esonero, ferma restando l’aliquota di computo delle
prestazioni pensionistiche e ad esclusione dei premi e dei contributi
dovuti all’Inail, spetta ai datori di lavoro che assumano, entro sei
mesi dall’acquisizione del titolo di studio, studenti che abbiano
svolto attività di alternanza scuola-lavoro (pari ad almeno il 30% del
periodo complessivo svolto in formazione “on the job”), periodi di
apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma
di istruzione secondaria superiore, il certificato di specializzazione
tecnica superiore o periodi di apprendistato in alta formazione.
Verifica dell’Inps
Spetterà all’Inps provvedere al monitoraggio del numero di contratti
incentivati e delle conseguenti minori entrate contributive. Il
beneficio contributivo è riconosciuto nel limite massimo di spesa di
7,4 milioni di euro per l’anno 2017, di 40,8 milioni di euro per l’anno
2018, di 86,9 milioni di euro per l’anno 2019, di 84 milioni di euro
per l’anno 2020, di 50,7 milioni di euro per l’anno 2021 e di 4,3
milioni di euro per l’anno 2022. Qualora dal monitoraggio delle domande
presentate e accolte emerga il verificarsi di scostamenti, anche in via
prospettica, del numero di domande rispetto alle risorse finanziarie
determinate, l’Inps non prenderà in esame ulteriori domande per
l’accesso allo sgravio.
Claudio Tucci
Il Sole 24 Ore