Sfogliando i
giornali ritorna il tema del Liceo breve e l'auspicata possibilità di
completare la scuola superiore a 18 anni.
Già tale idea-progetto era nei programmi della "riforma Gelmini" come
si legge su "La Sicilia" del 19 settembre 2008: "Riforma scuola, la
sfida della Gelmini. Novità per tutte le classi, meno ore di lezioni e
superiori con 4 anni".
Sono trascorsi otto anni e tanta acqua è passata sotto i ponti. Facendo
un'attenta riflessione sul come gli studenti nella maggior parte dei
Licei trascorrono l'ultimo anno che dovrebbe essere "curriculare", si
constata che, già dal quarto anno, molti ragazzi, i più volenterosi
cominciano i corsi di preparazione ai test universitari e non si
comprende perche tali competenze le debbano acquisire fuori dalla
scuola e non a scuola con i propri docenti.
L'anno scolastico conclusivo del ciclo di formazione inizia con le
tradizionali giornate di occupazione, gli scioperi, le assemblee
d'istituto e le assemblee sindacali dei professori.
Molti ragazzi dedicano il quinto anno alla preparazione dei test di
selezione universitaria e presso le accademie militari che si svolgono
nei mesi di febbraio, marzo, aprile e, una volta conseguita l'idoneità
e l'ammissione alla Bocconi, alla LUISS, alla Lumsa, all'Università
Cattolica, al Politecnico, al Centro Biomedico, si dedicano allo studio
delle quattro materie di esame senza eccessiva preoccupazione, se non
quella di ottenere d un voto alto per aumentare il punteggio conseguito
nelle prove di ammissione.
A queste legittime e primarie preoccupazioni degli alunni si aggiungono
le pause nel ritmo scolastico, segnate dalla preparazione del viaggio
d'istruzione di fine corso, tanto atteso e meritato a conclusione del
ciclo.
L'ultimo periodo dell'anno si svolge mediante la simulazione dei test
della terza prova e lo studio delle materie sorteggiate per gli esami.
Le interrogazioni sono programmate e la frequenza è alquanto saltuaria.
Tutto il programma e il "curriculare" del quinto anno, quindi, resta
soltanto scritto tra le carte e nei programmi di esame del documento
del 15 maggio, se non c'è stata l'adeguata preparazione negli anni
precedenti.
Nell'attuale architettura del sistema scolastico sono previsti,
infatti, per il primo ciclo d'istruzione: tre bienni con un anno
iniziale (prima elementare) ed un anno ponte conclusivo (terza media),
mentre nel secondo ciclo (scuola secondaria di secondo grado) sono
previsti due bienni ed un anno ponte.
L'impianto dei cinque bienni (3+2) prevede, infatti, che il percorso
formativo possa essere già completato nei quattro anni mentre negli
"anni ponte" si privilegia l'azione orientativa di guida alla scelta
del proseguimento negli studi, in vista della vita professionale
futura.
Concludendo il ciclo di scuola superiore in quattro anni, e conseguendo
la maturità a 18 anni si offre agli studenti una maggiore opportunità e
serenità nella scelta: i più pronti potranno accedere subito
all'Università e agli altri si potrà offrire l'opportunità di svolgere
un "anno zero" di studi universitari con l'opportunità di meglio
maturare il percorso da seguire, acquisendo anche dei punteggi e
crediti spendibili per il proseguimento futuro nei corsi universitari.
Nel progetto sperimentale che alcuni Licei presentano, si prevede la
formazione di una classe di 25 alunni "eccellenti", con la media alta
agli esami di terza media e nelle prove Invalsi e quindi, grazie
all'omogeneità del gruppo classe, si ritiene di rendere più agevole il
lavoro di sviluppo delle competenze nella direzione del potenziamento.
Il corso di studio non assomma, né comprime i programmi, ma consente
uno svolgimento sereno di conoscenza dei contenuti disciplinari,
favorendo una solida preparazione di base, un valido metodo di studio,
lo sviluppo delle competenze di ricerca e di approfondimento,
utilizzando tutti gli strumenti informatici a disposizione.
Oltre alla Lim in classe e alle esercitazioni sui tablet gli studenti a
casa potranno svolgere i compiti e collegati al blog della classe,
potranno avere aiuto e sostegno dai docenti anche a casa e lo studio
sarà potenziato e ampliato.
Il tempo scuola sarà prezioso per l'approfondimento culturale, evitando
i tempi morti delle correzioni, del ripasso, delle verifiche, alle
quali sarà dedicato uno spazio definito.
Le verifiche e la valutazione saranno organizzate sul modello delle
prove Invalsi e dei test a domande a scelta multiple, abituando e
preparando gli studenti alla tecnica dei test selettivi di accesso alle
facoltà universitarie e, una volta acquisita la tecnica, sarà più
agevole superare i test di ammissione.
L'aumento delle ore da 29 a 33 favorirà una maggiore opportunità
d'incontro anche con discipline non curriculari quali il Diritto,
l'Economia, la Finanza, la conoscenza del mondo industriale e
commerciale, consentendo ai ragazzi di aprire gli occhi sul mondo e
cominciare a conoscere la realtà sociale nella quale potersi inserire.
E' questo un percorso formativo che punta sulla qualità e non sulla
quantità degli anni e dei giorni o delle ore (formali) di scuola.
Com'è stato ben detto, il progetto del Liceo in quattro anni prevede
inoltre la necessità di risorse aggiuntive: tutor formativo di guida
alla metodologia dello studio; guida alla scelta orientativa della
facoltà universitaria e della professione; ampliamento dell'offerta
formativa: diritto, economia, finanza, altra lingua straniera.
Queste nuove figure professionali costituiscono la risorsa
indispensabile per la scuola di domani che punta sulla qualità e
sull'efficienza.
Gli esiti positivi delle sperimentazioni già attuale a Milano, e a
Bari, come pure quelle già consolidate con positivi successi
nell'Ontario in Canada, dove il sistema scolastico rivela e documenta
apprezzabili segni di miglioramento e di sviluppo rispetto al
precedente ordinamento, che prevedeva cinque anni d'istruzione
secondaria, confermano la bontà dell'iniziativa sperimentale e quindi
non generalizzabile per tutte le scuole e per tutti gli studenti.
Si auspica che la sperimentazione favorisca tale progettazione,
consentendo una maggiore flessibilità nell'organizzazione scolastica,
superando anche i vincoli contrattuali del personale docente.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it