Erano
anni che non mettevo un po' d'ordine nella vecchia cantina di
casa mia. A furia di conservare tutto s'era riempita sino
all'inverosimile e non c'era più spazio neanche per muoversi o per
cercare qualcosa. E chi si ricordava più delle tante cose che v'erano
conservate! C'andavamo di tanto in tanto, solamente per prendere il
vino dalla piccola botte, l'aceto dalla damigiana, o l'olio dalla
vecchia giara della nonna. Poi, per altro, quasi nessuno c'andava più,
nessuno ci metteva piede da tempo immemorabile. Ed erano tante, troppe
le cose accatastate alla rinfusa, con quel "vizio" che abbiamo sempre
avuto noi in famiglia di conservare tutto, "savva 'a pezza ppi quannu
veni 'u puttusu", soleva sempre dire mia mamma, forse per voler
"giustificare" questo nostro strano "vizio".
E lei, per prima, aveva l'abitudine di conservare in quel luogo di
tutto e di più, stoffe, panni, scampoli, abiti dismessi di tutti i
componenti della famiglia, rimanenze di tessuti, ritagli di federa,
pezzi di antichi centrini, prodotti di merceria, sagome di costumi di
carnevale di mio fratello, lenzuola della nonna, coperte, cuttunati,
rimanenze di vestiti militari di mio zio, bottoni di tutte le misure e
di tutti i colori, e poi ancora mille cianfrusaglie varie. Io, invece,
per conto mio, avevo conservato tutti i libri della mia "lunghissima"
carriera scolastica, gli abbecedari delle elementari, i libri, le
antologie, gli atlanti, i quaderni, gli appunti, le fotocopie, i diari
scolastici "con dedica", i libretti per le giustificazioni, e poi i
giornali degli avvenimenti più importanti della storia d'Italia e del
mondo, dalla morte di Papa Paolo VI, al rapimento di Aldo Moro,
dall'elezione di Karol Wojtyla alla Cattedra di San Pietro, alla
prematura scomparsa del compianto papa Luciani, e poi i ritagli dei
quotidiani delle notizie paesane, della travagliata storia di
Misterbianco, dei risultati elettorali degli ultimi decenni, e poi
ancora volantini, manifesti, dépliant, i giornali che narravano della
mia fulminea "carriera politica" e delle tante iniziative culturali
realizzate nel corso degli anni.
E poi c'erano nascosti, sotto montagne di polvere, i microfoni,
l'impianto fonico e gli altoparlanti usati per le tante campagne
elettorali, e le vecchie bandiere con il simbolo della "Quercia". E
tant'altro ancora. E mio padre, cosa conservava? Tutti i suoi arnesi da
lavori, logori dal tempo e dalla fatica, zappe, zappette, falce, pale,
tridente, cacciaviti, bulloni, tubi da cento, pompa e moto pompa,
cassette di legno e di plastica per la raccolto delle olive, e poi
bottiglie e bottiglioni, bilance e bilancine, panari e sacchi di juta.
Sotto un anfratto scorsi persino il grande ritratto di Stalin, ricevuto
in "dono", in fretta e furia, dai dirigenti della sezione del PCI del
mio paese, che se ne stava in "buona compagnia" con i ritratti dei miei
nonni materni, i "numi tutelari" della nostra famiglia.
Cosa si saranno detti!? Bo!? Chi mai lo saprà! E poi, ancora sedie,
sgabelli, sedie a sdraio, trespoli in ferro, scale di legno, mobili
vecchi! Insomma, come diciamo dalle nostre parti,... c'era 'u beni 'i
diu! Proprio una gran confusione! Ed io ho "sacrificato" l'intera
estate, le sospirate vacanze estive, "nascosto" come un topo nella
cantina, per sbarattari, per cercare di sistemare, di ordinare, di
conservare le cose che ritenevo utili e interessanti, e di buttare in
discarica tutto il resto.
Forse, in cuor mio, tra tutto quel "manicomio" chissà quali tesori,
quali oggetti di valore, quali beni preziosi volevo trovare! Chissà
cosa cercavo,... chissà cosa fantasticavo! Ma ad un tratto, scaminannu
sotto una catasta impolverata di vecchi abbecedari di scuola mi
ritrovai improvvisamente tra le mani una busta rossiccia, rosicchiata
agli angoli dal tempo e dai topi, con in bella mostra il timbro
dell'istituto dove avevo passato gli anni spensierati dell'adolescenza,
indirizzata a mia mamma. Così con le mani tremolanti dalla curiosità e
dall'emozione la aprii con cura per non danneggiarla, e lessi: "La S.
V. è convocata per il Consiglio di Classe, in qualità di rappresentante
dei genitori della classe...". Mia mamma "rappresentante di classe"!?
E chi se lo ricordava più che lei era stata la rappresentante dei
genitori della mia classe!? Quanta emozione ho provato! Era forse
questo il tesoro che avevo tanto cercato!? L'amore di un genitore che
si traduce in impegno, dedizione, partecipazione, corresponsabilità per
seguire da vicino il proprio ragazzo, per aiutarlo a crescere; dare
tutto il proprio tempo al figlio per accompagnarlo nella crescita,
nella formazione e nell'educazione in "sinergia" con la scuola, la più
importante "fonte" d'istruzione e d'educazione della società.
E ad un tratto mi sovvennero le "elezioni per il rinnovo degli organi
collegiali" che si svolgono ogni anno nelle mie classi, disertati,
quando va bene, dai trequarti dei genitori degli alunni, trascurati
come un "rito" noioso, o peggio, come qualcosa di fastidioso, comunque
un inutile perditempo per tutti. E all'improvviso mi sovvenne la poesia
"Il tesoro", di Giovanni Pascoli, che mia mamma "teneva a mente" dai
tempi delle elementari e che mi recitava spesso, e ogni volta si
commuoveva, fin quasi alla fine dei suoi giorni:
"C'era una volta un vecchio / contadino / che aveva un suo campetto e
la sua / marra / e tre figlioli. / Giunto al lumicino, / volle i suoi
tre figlioli accanto al / letto. / «Ragazzi - disse - vado al mio
destino / ma vi lascio un tesoro: è nel / campetto». / E non poté dir
altro, o non volle. / A mente i figli tennero il suo detto. / Quando fu
morto, quelli il piano, il / colle / vangano, vangano, vangano; invano
/ voltano al sole e tritano le zolle: / niente! Ma, pel raccolto,
quando il / grano / vinse i granai, lo videro il tesoro / che aveva
detto il vecchio; era in lor / mano, / era la vanga dalla punta d'oro".
Era proprio questo il vero tesoro che tanto avevo cercato quest'estate
tra le "cianfrusaglie" della mia cantina!
Questo il bene più grande per un figlio, "era la vanga dalla punta
d'oro". E tutto l'amore d'una mamma.
Angelo Battiato
angelo.battiato@istruzione.it