Auspici di un anno
sereno e meno gravoso dei precedenti, ma le premesse non sono
incoraggianti! - Non sarà un anno facile quello che si avvia oggi nelle
scuole, per via delle tante incertezze e delle tante incognite su più
fronti, dato che ad un anno dall’entrata in vigore della legge 107,
tutti i problemi della scuola non solo non si sono risolti, ma, per
certi versi, sembrano aggravati!
Se da un lato le immissioni in ruolo hanno creato lavoro, dall’altro
hanno determinato concrete criticità che, per dirla tutta, si potevano
benissimo evitare se il Governo e il Miur avessero colto i segnali di
ansia e preoccupazione previsionale espresse dai Sindacati e che
l’Amministrazione ha voluto imprudentemente ignorare, pur nella totale
incompetenza a gestire quel complesso sistema di mobilità
organizzato con regole nuove mescolate a quelle vecchie, che ha fatto
flop, ed i 4-5mila casi di conciliazione piovuti sui tavoli degli
Uffici Territoriali e del Miur sono una solare realtà.
Nonostante la chiamata diretta, con tutte le sue “perle” che abbiamo
puntualmente denunziato in questo periodo, molte classi sono senza
docenti e c’è il rischio che al primo suono della campanella, nelle
varie Regioni, si registrino tanti buchi vuoti perché alle scuole non
sono arrivati i docenti curriculari e meno che mai sono arrivati quelli
richiesti col potenziamento. Dopo l’ammucchiata dell’anno scorso, con
un romanesco “volemose bene” pur di partire, s’era detto, ed erano
state date assicurazioni, che quest’anno le richieste avanzate dalle
scuole sarebbero state soddisfatte. Invece non è stato vero: così anche
quest’anno i docenti di Diritto sono finiti ovunque, al pari di quelli
di Filosofia e Storia, come pure i professori di Musica ed anche di
Stenodattilografia.
Anche il tanto deprecato concorsone, è stato gestito alla meno peggio,
in nome di un “cambiamento” annunciato, ma che non c’è stato (dalle
prove scritte computer based alla lezione simulata orale!) e che
abbiamo raccontato con dovizia di particolari che in questa nota non
giova più richiamare.
Nonostante i numeri globali del reclutamento, quest’anno – se tutto va
bene – solo la metà dei vincitori sarà in cattedra e per il resto
(compreso infanzia e primaria) se ne parlerà l’anno prossimo.
Parimenti con la chiamata flop, con cattedre e posti scoperti e con
l’anno che inizia come sempre, e con sempre più precari in cattedra,
perché con buona pace della Ministra e del suo staff, non solo il
concorsone non ha eliminato la “supplenzite” renziana, ma non neppure
azzerato le GaE e le GM, come era stato millantato da tanti!
In questa analisi non possiamo dimenticare i docenti sbattuti ovunque
nel Paese e nonostante le migliaia di conciliazioni accolte, secondo la
logica del “prendere o lasciare” (dando la colpa all’algoritmo
impazzito e non alle teste che hanno modellizzato il sistema!) e il
personale Ata, sempre meno presenti nelle scuole nonostante le recenti
assunzioni programmate che non hanno risolto anni ininterrotti di tagli
e blocco del turn over.
Ma soprattutto ci preme parlare di sicurezza e delle responsabilità
dirette dei Ds e degli RSPP delle scuole. Sarà perché gli ultimi
drammatici eventi sismici hanno fatto salire a dismisura l’asticella
dell’attenzione, sarà che le più recenti indagini ricognitive su tutto
il Bel Paese, hanno evidenziato aree di criticità diffuse e ad alto
rischio da Nord a Sud, sta di fatto che l’anno scolastico non può
iniziare oltre che con le sue patologie comuni, anche con il patema
sicurezza, pur sapendo anche che gli interventi possono pure andare
avanti ove necessario ed urgente, ma purché siano fatti e regola
d’arte, della qual cosa non sempre, a quanto pare, c’è assoluta
certezza!
Da corollario, a parte il bonus premiale mal digerito da parte dei
docenti, per talune scelte non proprio democratiche adottate dai Ds,
registriamo la proroga al 15 settembre del bonus professionale e ci
congratuliamo (si fa per dire!) con il Miur per la tempestività (solo
il 30 agosto scorso) con cui ha fornito indicazioni e tabelle di
rendicontazione!
Quanto al resto, è solo routine e Docenti e Dirigenti sanno bene, per
mestiere, come ammortizzare colpi e contraccolpi, purché siano
prevedibili, perché altrimenti il sistema va in tilt. E non è detto che
qualcuno non ci marci pure nell’enfatizzare le cose che non vanno,
piuttosto che ridurne l’impatto negativo adottando buon senso e
discernimento.
Un passaggio breve, ma significativo, anche per gli Uffici Scolastici
Regionali e gli Uffici Territoriali. Scontato che parlare di collasso
forse è esagerato, ma l’Amministrazione centrale deve fare presto
chiarezza e dire se intende ridurli ad uffici terminali di viale
Trastevere, ovvero dare loro la possibilità di essere uffici vitali e
propulsivi per la promozione culturale e professionale del territorio a
livello regionale e provinciale. In ogni caso, non crediamo si possa
andare avanti ancora molto senza concorsi per la copertura dei posti
vacanti e senza una chiara definizione di ruoli e funzioni per tutti,
per non parlare delle complesse azioni negoziali e/o di piena
rappresentanza che non può essere soffocata (limitata, se si vuole!)
fra mille carte e impegni oltre ogni limite.
Chiudiamo queste brevi riflessioni sull’anno che entra accennando
all’annunciato concorso a posti per Dsga e al prossimo concorso per Ds,
il cui bando dovrebbe essere imminente, sperando che il numero dei
posti disponibili sia tale da azzerare le reggenze già dall’anno
venturo.
Un pensiero va anche alla valutazione dei Ds che preferiremmo venisse
incardinata nella valutazione del sistema scuola nel suo complesso.
Niente contro la valutazione, s’intende, ma certamente fra cose che non
vanno, RAV e PTOF per ogni stagione e per tutte le salse nostrane, e
responsabilità dirette e indirette dei Ds, prima di azzardare
premialità e merito (e quindi denaro fresco che non guasta!) sarebbe
stato il caso di parlare di nuovo contratto, sia per la parte normativa
che per la parte economica, fermo da anni, al pari di quello del
restante personale della scuola e di tutto il Pubblico impiego. Né a
quanto pare, la ripresa negoziale prevista per questo mese, darà frutti
utili, stante l’arroccamento governativo sulle poste già note: 300
milioni per il rinnovo dei contratti per tutto il Pubblico impiego
(circa 3,5 milioni di lavoratori), contro i 3 miliardi di euro chiesti
dalle OO.SS. solo per il personale della scuola!
Tuttavia, oggi 1° settembre, è d’uopo essere ottimisti e sperare –
anche se i segnali non sono positivi – che l’anno che verrà sia meno
gravoso e meno pesante di quelli precedenti.
Auguri di buon anno a tutti, anche a nome del Cerip ed a titolo
personale. Ninni Bonacasa
Ceripnews.it