Anche la
luna, l'altra sera, ci guardava con occhi ruffiani, e ci
sussurrava parole dolci e incomprensibili, e un leggero venticello
caldo ci convinceva che anche quest'anno è sopraggiunta l'estate, e i
faraglioni di Trezza, da lontano, mormoravano segreti e storie antiche
o forse erano melodie rubate di soppiatto al mare. Chissà se era stata
così anche la notte in cui Bastianazzo perì, perdendo la barca e i
lupini, e i Malavoglia si ritrovarono "poveri e pazzi". E chissà se
qualche pescatore trezzoto ricorda ancora le storie di Padron 'Ntoni e
dei suoi nipoti, distratti da un mondo che stava cambiando "sotto i
loro piedi", per sempre. Ma Aci Trezza, quella sera, sembrava
"fantasticare", e pullulava di ragazze e ragazzi che riempivano i
muretti e le pizzerie, e che erano "distratti" dall'odore di salsedine
e d'estate che inondava il lungomare e le viuzze dell'antico borgo
marinaro. E noi colleghi, "reduci" da un anno scolastico "felicissimo",
celebravamo la fine della scuola! Ma è ancora il caso di "celebrare" la
fine di qualcosa!? Ma io si che avevo da celebrare! Io si! Quella sera
celebravo la serietà, la capacità, la professionalità, la disponibilità
dei tanti bravi colleghi siciliani, ed una "buona scuola", che premia
davvero il "voler fare" e il "saper dare" ai ragazzi e al loro futuro!
E davanti ad una pizza e ad una luna "traditrice" così ho
istoriato i miei cari colleghi:
1 - "Hai dimostrato, tra le sterpaglie e i ciechi labirinti del
Polivalente di San Giovanni La Punta, e della scuola pubblica
italiana, che si può essere bravi insegnanti, educatori, colleghi,
amici, "nipoti", avvocati e signori, con elegante semplicità e allegra
simpatia".
2 - "Ci ricordiamo ancora del tuo intervento al primo Collegio Docenti
di quest'anno, "Sono felice di essere qui con voi", e veramente siamo
stati felici insieme quest'anno, forse il più felice della nostra lunga
carriera scolastica. Che tu possa essere felice sempre e dovunque!".
3 - "Ci piaceva vederti "indaffarata" con il tuo alunno sotto "l'arco
finto della sala docenti", sperando che un altr'anno sarai
"indaffarata" a spiegare alla tua classe il "mito della caverna", di
Platone, a mezzogiorno a prendere il caffè, insieme a Nietzsche e Marx,
che si "danno la mano", e la sera a ragionare con Hegel e Kant, con un
"cielo stellato sopra di te e la legge morale dentro di te".
E alla fine della serata, anche la luna sorrise con beatitudine, i
faraglioni si ricoprirono di gioia e i colleghi raggiunsero i loro
"sogni"... o quasi!
Angelo Battiato
angelo.battiato@istruzione.it