Noi
ragazzi della quinta C e quinta D, in quest’anno scolastico, stiamo
sperimentando un metodo alternativo di fare ricerche su autori e
personaggi storici o letterari: “le interviste impossibili”. Quest’idea
nasce da una trasmissione radiofonica del 1973, dove uomini di cultura
fingono di intervistare “fantasmi redivivi”, appartenenti ad un’altra
epoca ed è per questo che si definiscono interviste impossibili. Questo
modo di realizzare le ricerche ci ha entusiasmato, perché ci permette
di rendere “viva e vitale” una ricerca, in quanto anche noi siamo
partecipi in modo attivo, anzi “entriamo” anche noi nella ricerca, come
interlocutori del personaggio che intervistiamo. Così, intervistando…
Emilio Salgari ci è sembrato quasi di vivere a Mompracen, insieme a
Sandokan! Questo nuovo modo di studiare ci piace, speriamo di
continuare con queste interviste e di vivere in epoche storiche lontane
dalla nostra, anche questo è un modo per arricchirci nel cammino della
nostra crescita scolastica.
Alunni ed alunne delle classi V C e V D (Circolo Didattico “Teresa di
Calcutta”, Tremestieri Etneo, Plesso Immacolata)
1^ Intervista:
Buonasera gentilissimo Emilio Salgari,
grazie per essere venuto qui alla nostra intervista, so che è inondato
di impegni, soprattutto immaginare avventure fantastiche, ma vogliamo
sapere qualcosa di più su di lei, come iniziò a scrivere?
«Buonasera anche a lei! Allora, io esordii come scrittore nelle
appendici dei giornali, la mia prima opera pubblicata fu un racconto: I
selvaggi della Papuasia, che scrissi all’età di vent’anni».
Quando iniziò a pubblicare racconti
avventurosi?
«Iniziai esattamente dal 1883»
So, carissimo signor Salgari, che lei
è il “padre” di Sandokan. Ci descriva meglio questo personaggio.
«Certamente, Sandokan è un personaggio di vari miei romanzi di
avventura soprannominato “La tigre della Malesia”; è un tipo tra il
pirata e il guerriero ardimentoso, generoso, feroce e cavalleresco che
con la forza, non disgiunta dall’astuzia, riesce a conquistare e
conservare l’impero malese».
Lei quando ha incominciato a scrivere,
aveva un sogno?
«Beh, quasi! Più che un sogno avevo uno scopo, che non era quello di
educare i ragazzi con principi morali o civili, ma di arricchire la
loro fantasia, per questo ho incominciato a scrivere racconti
fantastici di avventura».
Grazie di essere stato così
disponibile, purtroppo il tempo a nostra disposizione è finito, è stato
un vero piacere!
«Grazie a lei per avermi ospitato, anche per me è stato un piacere,
arrivederci».
Arianna Cannavò (Classe 5 C - Plesso
Immacolata)
2^ Intervista
Buon giorno signor Salgari, mi scusi
se la disturbo!
«Ma no, tutt’altro, è un piacere per me che una ragazzina si interessi
alle mie opere».
Lei ha colto nel segno, signore, e
volevo che lei mi aiutasse a scoprire di più su un’opera in
particolare: “La Tigre della Malesia”.
«Il protagonista si chiama “Sandokan” ed è la mia opera più famosa e fa
parte del ciclo “I Pirati della Malesia”. Si tratta di un romanzo
d’avventura. Il libro parla di un pirata soprannominato appunto “Tigre
della Malesia” che smette di praticare la pirateria dopo essersi
innamorato di Marianna, una giovane donna di origine europea. La
incontra dopo essere stato ferito in uno scontro in mare e si
innamorano subito, ma deve scappare per non farsi catturare. Alla fine,
dopo tante avventure, Sandokan riesce a rapirla ed a sposarla ma ha
perso quasi tutti i suoi uomini e la sua isola (dove aveva il suo
covo), quindi dice addio ad assalti e vendette e vive una vita
tranquilla con la sua amata».
Quando fu pubblicato?
«Fu pubblicato nel 1900, ma è ambientato in Malesia nel 1849».
Accidenti! Deve aver venduto tante
copie e di conseguenza deve essersi arricchito molto o mi sbaglio?
«Per quanto la mia opera possa aver riscosso successo, non mi sono
arricchito io, ma gli editori. La povertà è stata un elemento costante
della mia vita».
Mi pare che non ci sia più niente da
aggiungere! Grazie mille di averci dedicato del tempo, è stato un vero
piacere leggere i suoi romanzi d’avventura!
«Si figuri, il piacere è stato tutto mio».
Maria Elena Pititto (Classe V sez. C
- Plesso Immacolata)