E' proprio questo uno dei messaggi che giunge allo spettatore: un popolo che si ribella alla volontà di un altro che vuole ridurlo a numero e grida il suo disperato bisogno di vita vera.
La storia passa attraverso i singoli e brevi monologhi scritti dagli stessi attori e inframmezzati da versi di Brecht e Quasimodo, che raccontano un evento, un momento di un avvenimento che non può essere dimenticato: la Grande guerra, il "Grande dittatore", la deportazione e la liberazione.
Coinvolgente il finale che ha visto l'interazione tra gli studenti e gli attori che si sono mescolati al pubblico con i loro "cartelli", carichi di pregnanti frasi: "nessuno può togliere ad un uomo la libertà di pensare, la dignità di essere".
E, tra anime vaganti, il teatro diventa metateatro: sono gli studenti stessi a ritrovarsi sul palcoscenico e a gridare "a voce spiegata" parole di libertà e verità.
La storia si fa carne e la scena si chiude con una provocazione ad un incerto presente, che non sia come il passato, ma che diventi, invece, l'occasione per ricordare di non dimenticare.
Un plauso ai giovani talenti esordienti dell'associazione "Buio in sala" che hanno dato il loro contributo alla giornata della memoria, nell'ambito del progetto "Biblioteca", realizzato al Liceo Principe Umberto curato dalle referenti professoresse Messineo, Pometti e Turco V.
Professoresse Longo Daniela e Romano Marina