Non è facile da
praticare e non si può imporre per decreto. Non può essere messa in
atto casualmente, senza predisposizione di mezzi, temi, tempi e senza
la
convinta collaborazione dei docenti. L'interdisciplinarità è la messa
in relazione di due o più materie
scolastiche che deve condurre a stabilire tra di loro legami di
complementarità, di cooperazione, di interpretazione, di reciprocità
sotto diversi aspetti, per favorire l'integrazione degli apprendimenti
e dei saperi nella mente degli alunni. Non può essere praticata su ogni
argomento e con approsimazione; se è
a volte difficile rispettare i tempi del singolo piano di
lavoro, immmaginiamo per un po' quello che potrebbe succedere quando più
insegnanti devono tenere il passo in modo da arrivare
unitariamente in tempo, ciascuno per il proprio contributo, a
trattare l'argomento, oggetto di un intervento interdisciplinare.
Le discipine coinvolte in un passaggio interdisciplinare devono
organizzarsi perchè lo svolgimento avvenga in modo razionale e
persuasivo;senza rigore e consapevolezza epistemologica non è possibile
procedere fruttosamente con questo metodo. E il lavoro d'equipe è
neccessario in fase di progettazione e al momento delle verifiche
intermedie e conclusive.
L'interdisciplinarità non è un guazzabuglio di più discipline convocate
a prescindere e forzatamente intorno ad un argomento. E' il metodo a
volte unico con cui un contenuto, un problema, una situazione vengono
affrontati da discipline apparentate dal loro patrimonio
conoscitivo, dai loro procedimenti, dalla loro prossimità
epistemologica. L'interdisciplinarità, quando è ben proposta,
restituisce
la trama delle relazioni che una conoscenza aveva nella realtà delle
cose e che le discipline tendono a separare secondo la propria logica
costitutiva.
"L'interdisciplinarità si iscrive nella prospettiva della
post-modernità;permette una una presa di coscienza della complessità
degli oggetti del sapere, valorizza la pluralità e la diversità dei
saperi e dei metodi. L'interdisciplinarità è l'integrazione e il
dialogo
delle discipline, il loro fattore di coesione" (Ph. Jonnaert)
Non può, pero, essere usata come una clava per delegittimare le
discipline scolastiche, che non sono nate casualmente e che ancora
devono svolgere il proprio mestiere. "Lungi dal costituire la semplice
volgarizzazione di un sapere di partenza;lontano anche dall'essere il
prodotto povero di un sapere "scientifico" o utile sempre
inattingibile, il sapere insegnato (le discipline. . ) deve essere
considerato come una creazione altamente originale, collettiva, spesso
secolare dell'istituzione scolastica in funzione del suo compito
primario, che è quello di insegnare, di trasmettere dei saperi e
dei saper-fare per preparare soggetti adatti alla società" (B.
Scheuwly).
L'interdisciplinarità è la situazione di apprendimento in cui si parte
dal contenuto, dal problema ;non dalle discipline. Ma questo può valere
per una questione e non per un'altra. Non è detto che debba
avvenire sempre.
L'interdisciplinarità non è un bazaar di bizzarrie e di trovate;non è
la dissoluzione delle discipline in una generica brodaglia
interdisciplinare; si tradirebbe il significato più autentico di questa
impostazione, che ha validi fondamenti ed una valenza formativa
rispettabile. Rappresenta per altro un passaggio significativo nelle
abitudini professionali degli insegnanti, ben disposti
all'individualismo e sempre sospettosi dei lavori di gruppo. Non
bisogna, però, farne una questione di moda per ricalcare modelli
professionali prestigiosi come quelli scientifici o aziendali.
E' opportuno, ad ogni buon conto, non farsi molte sulla
praticabilità dell'interdisciplinarità e sulla sua
efficacia;siamo eredi di una storia in cui molti sono stati i tentativi
di unificazione del sapere e nessuno dei quali è andato a buon fine;la
molteplicità dei saperi e dei linguaggi è per certi aspetti
irreversibile. Ma il tentativo va sempre fatto ed è quello che può
fornire elementi di comprensione e di valutazione critica della realtà.
La tensione verso l'unità del sapere fa vedere quali
sono le zone di frontiera tra le varie discipline e il loro
grado di parentela e ci ricorda come la chiusura dentro uno
specifico sapere non crea cultura, non dà intelligenza delle cose. C'è
un'esigenza di oltrepassamento dei saperi particolari per
attingere, come suo orizzonte problematico, l'unità delle cose, che
bisogna sapere coltivare e alla quale dal punto di vista didattico
risponde l'interdisciplinarità.
Per ultimo. Se gli insegnanti nell'attività interdisciplinare fanno
lavoro di gruppo, sarebbe alquanto sorprendente che non lo facessero
anche gli alunni. E questo è un problema aggiuntivo.
prof. Raimondo Giunta