Il popolo della Scuola
pubblica chiede ai sindacati che hanno indetto i grandi scioperi di
maggio-giugno di convocare una manifestazione nazionale e uno sciopero
generale contro gli effetti nefasti della legge 107 - la cattiva scuola
di Renzi - e per un forte recupero salariale. Proponiamo agli altri
sindacati che il 24 ottobre si svolga a Roma una oceanica
manifestazione nazionale e che lo sciopero della scuola venga
effettuato nella prima parte di novembre, dopo la presentazione della
Legge di stabilità.
Nonostante una straordinaria stagione di lotta del popolo della scuola
pubblica (e in primo luogo di docenti ed Ata con i grandi scioperi del
5, 6 e 12 maggio contro il progetto Renzi e l’Invalsi, e il
plebiscitario blocco degli scrutini dal 3 al 14 giugno, il governo, pur
vacillando ripetutamente, ha infine imposto dittatorialmente la volontà
renziana di disgregare la scuola pubblica, varando la legge 107/2015.
Ma, contrariamente alle previsioni governative, nelle scuole non c’è
stata la resa e l’abbandono del conflitto! In questi giorni nelle
scuole si susseguono enormi assemblee unitarie (su tutte quella
straordinaria di Firenze, con 4000 presenti) che testimoniano la
volontà diffusa di impedire la realizzazione degli effetti nefasti
della legge 107, con particolare riferimento alla grottesca pretesa di
individuare tramite il Comitato di valutazione i “buoni” docenti da
premiare e i “cattivi” da punire, nonché di usare nel Piano triennale i
docenti come tappabuchi, disposti a tutto in quanto assunti e
licenziati per volere sovrano di presidi-padroni, modello Marchionne.
Ma docenti ed Ata segnalano con forza che non si può rinchiudere tale
lotta solo all’interno delle singole scuole e chiedono con insistenza
che i sindacati che hanno condotto lo scontro contro la cattiva scuola
di Renzi negli scioperi di maggio e giugno, riprendano unitariamente le
fila di quell’epico conflitto e diano vita in tempi ragionevolmente
rapidi ad un nuovo e plebiscitario sciopero generale della scuola e ad
una oceanica manifestazione nazionale, ove chiamare a raccolta tutti i
settori popolari a cui sta a cuore la difesa e il miglioramento della
scuola pubblica. Per la verità la richiesta prevalente è stata finora
quella di far coincidere lo sciopero con la manifestazione nazionale.
Ma dobbiamo prendere atto che i cinque sindacati
(Cgil-Cisl-Uil-Snals-Gilda), che insieme a noi hanno convocato gli
scioperi di maggio-giugno, hanno indetto una giornata di mobilitazione
per il 24 ottobre con manifestazioni regionali. Dalle assemblee
unitarie nelle scuole (ma anche da assemblee nazionali come quella
svolta dai Comitati LIP) è venuta non solo la forte pressione per lo
sciopero e la manifestazione nazionale, ma anche la richiesta che ciò
avvenga mantenendo l’unità senza precedenti che ha fatto fare un salto
di qualità alle mobilitazioni: e dunque sarebbe sbagliato contrapporre
a questa data (cade di sabato quando circa la metà dei docenti non
lavora), un’altra ove sia possibile far coincidere sciopero e
manifestazione nazionale.
D’altra parte nella seconda parte di ottobre avremo a disposizione il
testo della Legge di Stabilità, da cui apparirà chiarissimo che, pur
obbligato da una sentenza della Corte Costituzionale a rinnovare il
contratto, il governo non ha alcuna intenzione di restituire neanche
una parte del salario perso (almeno il 20%) nell’ultimo decennio da
docenti ed Ata: ci saranno solo ridicole briciole, in cambio delle
quali Renzi vorrebbe imporre nel contratto l’applicazione normativa
della 107: e dunque la volontà dei lavoratori/trici di recuperare il
maltolto salariale potrà aggiungere altra benzina nella macchina del
conflitto.
Perciò, si può anche impostare la lotta su due giornate, una di
manifestazione nazionale e una di sciopero generale. In tal senso,
proponiamo agli altri sindacati che il 24 ottobre si svolgano non
manifestazioni regionali ma una grandiosa manifestazione nazionale a
Roma, da gestire unitariamente; e che si convochi nella prima parte di
novembre uno sciopero generale della scuola per la cancellazione degli
effetti nefasti della 107 e per un forte recupero salariale per docenti
ed Ata, escludendo l’applicazione della l. 107 nel contratto. Riteniamo
che le date preferibili siano il 6 o il 13 novembre, disposti a
prendere in considerazione altre date, a patto che non si vada oltre la
metà del mese. Attendiamo una risposta, precisando, per chiarezza, che,
qualora non ne ricevessimo in tempi ragionevoli, dovremmo procedere
alla convocazione, pur con la massima disponibilità a rivederne la data
unitariamente.
Ricordiamo che in queste mobilitazioni confluirà sia l’indignazione
degli Ata che, oltre a vedersi togliere posti in organico di diritto e
bloccare l’assunzione dei precari per lasciar posto ai dipendenti delle
Province, non possono essere sostituiti (i bidelli addirittura per 7
giorni, oltre ai docenti per il primo giorno) in caso di assenza; sia
quella dei precari, per nulla “stabilizzati” ma resi “precari
triennali” ricattabili, costretti nel ruolo deprimente di “supplenti
tappabuchi” o addirittura condannati alla disoccupazione malgrado la
nota sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea.
Facciamo dunque appello alle Cinque OO.SS. perché si possa lanciare
insieme la manifestazione nazionale a Roma per il 24 ottobre e lo
sciopero generale nella prima parte di novembre; e nel contempo
invitiamo tutti i lavoratori/trici della scuola, i collettivi e
comitati locali e nazionali - nonché gli studenti che sciopereranno e
manifesteranno già nella prima decade di ottobre – affinché si lavori
congiuntamente per la realizzazione unitaria di questi due momenti
cruciali di lotta.
Piero Bernocchi portavoce nazionale
COBAS