Inizia il nuovo
anno scolastico che porterà il marchio della Legge
107/2015 "Riforma del sistema
nazionale d'istruzione e formazione" con l'appellativo di "buona scuola". L'anno scolastico
che si apre a settembre è pieno d'incertezze in quanto l'avvio della
Buona scuola apporta una serie di novità di merito e di metodo nella
vita scolastica e, se possibile, alle vecchie criticità di un sistema
elefantiaco pieno di contraddizioni, somma quelle di una complessa
riforma alle sue battute iniziali.
Mettendo al posto giusto gli aggettivi si potrà anche avere una "scuola buona" o una "scuola alla buona". Tutto dipende
da come si evolveranno gli eventi che annunciano un autunno tempestoso,
dopo la calda estate che ha descritto l'esodo e la "deportazione dei docenti", termini
inappropriati per caratterizzare la mobilità professionale,
l'assegnazione dei posti di ruolo e l'incremento delle cattedre che
farà aumentare di circa sette unità di docenti per ogni scuola.
Il divario tra Nord e Sud si sente ancor di più nel constatare che
nelle scuole del Nord il mercato lavorativo scolastico offre delle
opportunità da cogliere, mentre al Sud la disponibilità dei posti è
ridotta e ciononostante alcuni insistono a voler restare in attesa di
una sistemazione "accomodata"
vicino casa.
Alle contestazioni e richieste di referendum abrogativo della Legge 107
risponde l'urgenza di mettere in atto le riforme e le prime innovazioni
che prevedono la redazione di un piano triennale della progettazione
didattica e l'ottimizzazione delle risorse umane e finanziare che pare
saranno definite in maniera adeguata.
La cultura del merito, l'interazione scuola-lavoro, le prospettive di
miglioramento della didattica anche attraverso la pratica linguistica
(CLIL per tutte le materie) , sono alcuni dei segnali innovativi di una
scuola che cambia.
La legge 107, premiando i singoli docenti, mentre incentiva la
motivazione, introduce una struttura parcellizzata, che potrebbe
degenerare in forme di individualismo e di competitività, non sempre
efficaci per un produttivo lavoro di equipe pedagogica.
L'auspicio di una "scuola che cresce" valorizza le innovazioni e le
incanala verso una didattica efficiente e produttiva di conoscenze e di
competenze per gli studenti, arma vincente e garanzia di successo per
una società da migliorare.
La mission della scuola finalizza il servizio scolastico al "raggiungimento di elevati livelli
culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, attraverso
conoscenze e abilità, generali e specifiche". e non solo le
competenze specifiche necessarie per entrare in azienda.
La formazione scolastica ha, infatti, un respiro più ampio ed una
visione completa che coinvolge in maniera integrale tutta la persona. I
contenuti disciplinari scolastici sono, infatti, il mezzo e non il fine
dell'azione educativa della scuola.
Restano sempre emergenti nell'ottica di una scuola efficace e ed
efficiente le difficoltà economiche, la carenza di strutture,
attrezzature e risorse, mentre la presenza di un maggior numero di
docenti dovrebbe apportare notevoli benefici e che non si riduca il
tutto a "fudda e mala vinnita".
Lo studio e la regolarità delle lezioni sono alla base del successo di
un anno scolastico che, se ben fatto, contribuisce alla formazione
dell'uomo e del cittadino.
Eccessivi scioperi e distrazioni producono una negatività irreversibile
che riesce difficile recuperare e compensare nel tempo.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it