Il mondo della scuola siciliana saluta il caro Assessore Lino Leanza, che ha guidato la scuola in un difficile momento di crisi occupazionale e si è inventato un progetto che ha dato linfa vitale a numerosi docenti e operatori rimasti ai margini del circuito occupazionale. Il “progetto Leanza”, così com’è stato chiamato, ha dato un boccone di respiro, anche se in seguito alle alterne vicende politiche e cambio d’indirizzo le complicazioni di carattere gestionale, avendo attinto a fondi europei, ha determinato delle sofferenze che perdurano ancora oggi.

Lino Leanza è stato per tanti cittadini catanesi e dell’hinterland un punto fermo di riferimento e nei diversi “abiti” partitici che ha indossato, alcuni da lui stesso confezionati quali “articolo 4” dopo l’aggregazione all’UDC di Casini, ha sempre mantenuto la sua linea politica di amministratore attento alla cosa pubblica.

La scuola democristiana di originaria appartenenza l’ha sempre trovato fedele ai valori dell’uomo, della persona, del cittadino.
Da Maletto a Misterbianco, dove risiedeva con la famiglia, a Catania in Via Ingegnere dove avevo lo studio, punto di aggregazione di tanti amici e amministratori locali delle diverse associazioni che ad esse confluivano. Il lunedì o il sabato mattina, alle 8,30 incontrava gli amici al bar di Via Etnea alta e come si legge sulla stampa, egli “intesseva trame” costruiva rapporti e progettualità operative che l’hanno reso il “direttore d’orchestra dell’ARS”, dove per tanti anni ha frequentato le stanze dei bottoni, “da protagonista” sia durante l’era Cuffaro e sia nel corso della gestione di Raffaele Lombardo, a cui era particolarmente legato quale cofondatore del Movimento per l’autonomia, “eterno numero due”, più volte assessore all’Istruzione e al Lavoro, campo aperto per innovazioni e rinnovamenti della Sicilia che cresce.

La storia politica degli ultimi anni l’ha ritrovato protagonista e forte per un elettorato fedele che ha consentito a Michela Giuffrida di diventare parlamentare europeo e piazza l’avv. Nino Caleca nella giunta Crocetta, dando vita all’ultima sua creatura: “ Sicilia democratica”.
“Qui c’è gente che vuole parlare di cose concrete: i precari, l’acqua, i rifiuti, l’immigrazione… Gente alla quale questa politica non dà risposte”, ripeteva nelle diverse interviste. Un movimento vicino al Pd e al centrosinistra. Lino Leanza nel vecchio Mpa rappresentava l’ala più di centrodestra contrapposta a quella “progressista” che guardava ai democratici capeggiata dall’altro colonnello di Lombardo, Giovanni Pistorio.  Questa scelta è indicativa dell’esprit politique di Leanza “capace di capire prima degli altri quando un’era stava per chiudersi e un’altra si stava aprendo”.

Come testimonia un giornalista che ha seguito le vicende politiche della Sicilia, Lino Leanza teneva il controllo di Sala d’Ercole e guidava i pronostici dell’esito delle votazioni, conoscendo bene l’intreccio dei raggruppamenti partitici e delle diverse correnti.
Il vuoto che lascia nella vita politica si traduce in eredità preziosa, che solo alcuni sapranno cogliere e seguire e speriamo che la tensione al bene comune resti sempre alta tra quanti prestano alla politica la propria opera professionale.

Giuseppe Adernò