Tutti i sindacati
rappresentativi, chi più chi meno, rivendicano il "grande risultato"
ottenuto che porterà il governo a immettere in ruolo dal
01/09/2015 tutti docenti presenti nelle GaE, senza però attenzionare
bene il problema di moltissimi insegnanti che si troveranno bloccati
per molti anni in una provincia lontana da casa. L'ASA scuola
reputa fortemente negative tali immissioni se non accompagnate da una
revisione delle regole per i trasferimenti e le assegnazioni
provvisorie. Tale piano di immissioni OBBLIGHERA' infatti decine di
migliaia di insegnanti a lasciare la propria famiglia per accettare il
ruolo lontano da casa. Tutti i docenti del CENTRO e SUD Italia che
"volontariamente" hanno voluto, hanno già trasferito lo scorso Maggio
la propria Graduatoria ad Esaurimento al NORD, in una provincia utile
per l'immissione in ruolo! Chi è rimasto nella provincia di residenza,
lo ha fatto coscientemente, preferendo rimanere "insegnante supplente"
ma senza allontanarsi dalla propria famiglia. Una scelta di vita!
"In realtà - ribadisce il Segretario Generale dell'ASA scuola e membro
della segreteria nazionale della Confael Stefano Guarnera - le
immissioni in ruolo prospettate dal Governo favoriranno solamente i
docenti del NORD, gli unici che saranno immessi in ruolo nelle
rispettive province. Ma circa il 70% dei docenti inseriti nelle GaE,
sarà OBBLIGATO, pena il depennamento da tutte le graduatorie, ad
accettare il ruolo in province distanti centinaia di chilometri da
casa! Quest'esodo comporterà un fortissimo indebolimento dei legami
familiari con un sicuro peggioramento delle condizioni sociali. Più di
100.000 famiglie si ritroveranno non solo smembrate, ma anche aggravate
economicamente delle spese legate al mantenimento del docente nella
lontana sede di servizio (vitto, alloggio, luce, gas ...). Se a questo si
aggiunge che per i docenti che accetteranno tale situazione sembra
prospettarsi un lungo periodo di permanenza nella provincia di
immissione in ruolo, allora è chiaro che l'Italia non può che andare
incontro a tempi bui, dove gli insegnanti, già poco motivati dallo
scarso riconoscimento economico e sociale loro riservato, vivranno in
una condizione sempre più frustata, lontani dalla famiglia e dagli
affetti, che di certo non li motiverà nella propria azione educatrice.
L'unica soluzione è rivedere IMMEDIATAMENTE le regole per la mobilità,
sola strada percorribile per rendere accettabile tale piano".
Se tale cambiamento non dovesse avere immediato seguito, si rischia di
creare una problematica sociale che potrebbe persino portare a danni
peggiori di quelli creati finora dalla illecita reiterazione dei
contratti a tempo determinato.
Asascuola.it