Non abbiamo mai
preso sul serio le rodomontate di Renzi, le rottamazioni, la
rivoluzione democratica, la nuova politica che spazza via la “casta”
ecc..E’ stata subito palese la smisurata ambizione e presunzione del
Matteo, ottimo allievo di Berlusconi nel cambiare tesi e programmi da
un giorno all’altro in base ad esclusivi criteri di potere: ed avevamo
già verificato l’abisso tra chiacchiere e fatti nella conduzione della
sua città. Dunque, non siamo troppo sorpresi delle pur clamorose
svolte a 180 gradi che lo hanno portato al governo. Piuttosto, sono
sconcertanti i suoi innumerevoli corifei - nei mass media, nel suo
partito, tra i poteri che contano - uniti nel “il fine giustifica i
mezzi” e prodighi di un’indulgenza mai regalata a Berlusconi, malgrado
la svolta, con la quale il puttino ha rinnegato tutta la sua mitologia,
sia stata totale e rapidissima e abbia lasciato a bocca aperta persino
i due milioni di elettori che lo avevano incoronato segretario PD senza
la minima idea del suo programma e solo perché figura bene in TV.
Al governo solo tramite un plebiscito elettorale, collaborando per
l'intanto con “Staisereno” Letta? Col cavolo. Roso dall'ambizione
smisurata e dalla fretta di chi ha puntato tutto sull'immagine, ci
arriva con un accoltellamento di palazzo che manco la peggior DC.
Doveva rottamare la vecchia politica? Ha fatto un governo con il solito
manuale Cencelli, tre posti al NCD, uno a Scelta civica, uno all’Udc e
gli altri ben divisi tra le correnti PD. Non mi farò condizionare dai
poteri forti? Ha trattato i ministri con Draghi, Napolitano, la
Confindustria e le Coop che gli hanno imposto i loro, ed ha sfornato un
Letta-bis senza Letta, con 9 ministri confermati e new entryorrende
come il Padoan, fan dell’austerità alla tedesca pure peggio di
Saccomanni, con lo Sviluppo economico in appalto alla Confindustria e
il Lavoro alle Cooperative “rosse”. Con in più la berlusconiana
promozione di giovanotte-immagine senza “meriti” che non siano
d’estetica e di totale fedeltà al capo, mentre viene cancellato
l’odiato - da Lega e razzisti al seguito - Ministero “negro”.
Ciò malgrado, ci siamo ripromessi di attendere i programmi: e quelli,
almeno per la scuola, stanno già arrivando grazie alle interviste
alla neoministra Stefania Giannini e a Davide Faraone, neo-responsabile
scuola PD e “renziano Doc”. La prima, dopo il rituale “premierò il
merito”, grottesco se detto da un governo del tutto senza meriti,
annuncia che vuole cancellare gli “automatismi”, cioè gli scatti di
anzianità per docenti ed Ata, l’unica forma, miserella, di avanzamento
economico rimasto. Poi, dopo aver promesso di invertire l’immiserimento
dell’istruzione, propone il taglio di un anno di scuola nelle
superiori, cioè una riduzione di spesa e di personale intorno al 20%,
per la felicità di Padoan e di tutti coloro che hanno diminuito negli
ultimi venti anni del 30% gli investimenti nell’istruzione e gli
stipendi di docenti ed Ata; e un taglio anche all’Università, di quel
personale amministrativo “eccessivo” per colpa dei sindacati. Faraone
le fa eco (o le dà la linea), confermando il taglio di un anno di
scuola e proponendo la “necessaria revisione dello stato giuridico” di
docenti ed Ata e il “superamento di alcune rigidità del contratto
nazionale” per portare a compimento la “vera autonomia”, con la quale
Berlinguer lanciò la scuola-azienda che ha prodotto l’attuale scuola-
miseria e scuola-quiz; e che ora per Faraone dovrebbe partorire, dopo
fantasticate stabilizzazioni di precari in massa, le ben più concrete
assunzioni dirette (e licenziamenti) da parte dei presidi.
Dunque, prendendo almeno loro sul serio, sembra prospettarsi un
orizzonte oscuro che smentisce le mirabili promesse del Renzi per il
“rilancio” dell’istruzione come “interesse primario”. Rafforzeremo le
mobilitazioni che abbiamo in corso – inidonei, precari Ata e delle
elementari, quota 96, scuola in carcere, scioperi contro i quiz
Invalsi, Itp, Lsu e Ata pulizie, modelli viventi ecc..- di fronte a
questi primi segnali inquietanti. E visto che le nostre proteste si
svolgeranno spesso davanti al Ministero ora guidato da Giannini, ci
auguriamo che la ministra ne approfitti per farci cambiare idea con i
fatti rispetto a questo primo, inevitabilmente negativo, giudizio.
Piero
Bernocchi portavoce nazionale COBAS
cobas.comitati.di.base.scuola@gmail.com