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Notiziario Sanita') Roma, 24 apr. - L'alcol rappresenta "un rischio
assoluto di mortalita', e' necessario non superare il limite di 10
grammi al giorno, ovvero bere meno di un bicchiere. La prima causa di
mortalita' e' rappresentata proprio dagli incidenti stradali. Si muore
tra le 4 e le 5 di mattina, principalmente il sabato e la domenica. Ma
si muore anche dalle 18 in poi con gli happy hour, gli aperitivi
pomeridiani introdotti per i giovani e per gli anziani, la cui
capacita' di metabolizzare l'alcol diminuisce notevolmente come per gli
adolescenti". Ad affermarlo Emanuele Scafato, direttore
dell'Osservatorio nazionale ed esperto dell'Istituto superiore di
Sanita'. In Italia, inoltre, muoiono "18.000 persone all'anno e al
primo posto come causa c'e' il cancro. È stata dimostrata-precisa
Scafato- una correlazione tra alcol e cancro nel 32% dei maschi e nel
7% delle femmine. Addirittura in Italia il 4, 4% dei decessi per gli
uomini e il 2, 5% di quelli per le donne avviene per neoplasie maligne,
numero che si raddoppia per le neoplasie benigne". L'esperto pero'
ricorda che "l'alcodipendenza e' l'esito finale di una carriera
alcolica che se intercettata puo' contribuire a ridurre i costi
sanitari, perche' l'alcol venduto e' sia fonte di ricchezza che
generatore di tanti costi". Per limitare gli alti rischi
dell'alcol-alcodipendenza "abbiamo sviluppato dei limiti al consumo per
eta' legale e disposizioni su alcol e guida, ma nei trattamenti la
parola alcodipendenza-aggiunge- rimane ancora sconosciuta". Per questo
motivo "bisogna favorire una maggiore conoscenza e consapevolezza dei
rischi legati all'uso e abuso di alcol. Dobbiamo far emergere-
sottolinea l'esperto- in massa i soggetti che richiedono un intervento
medico. Pensiamo che esiste una categoria mai considetata che riguarda
gli heavy drinker, molto vicini all'alcodipendenza". In Europa esiste
una "forte disomogeneita', sia nel fissare i limiti di unita' alcoliche
che nel delineare linne guida. In questa situazione emerge la
necessita' di fare chiarezza fornendo evidenze scientifiche- afferma il
direttore dell'Osservatorio- l'ultima linea guida risale al 2003, ma
nel 2013 ne pubblicheremo una nuova. Dobbiamo considerare almeno tre
regole: mai bere prima dei 18 anni d'eta', le donne non bevano piu di
un bicchiere al giorno cosi' come gli anziani dai 65 anni in su, mentre
gli uomini non superino piu' di due bicchieri al giorno". Secondo
Scafato sono "numerosi i consumatori giornalieri, da un terzo a meta',
dipende dal sesso. In Italia ci sono 815.000 soggetti ad alto rischio e
1.500.000 a medio rischio, che possono essere intercettati dal medico
di medicina generale". Cosi' ai medici viene rivolto un appello
dall'ISS: "È necessario che si formino ed imparino ad utilizzare gli
strumenti utili per realizzare una diagnosi precoce. Solo il 15% dei
soggetti che si reca alle visite riceve una domanda sull'alcol. Eppure
un medico formato puo' catturare, nell'atto della registrazione, il 70%
dei nuovi pazienti e il 97% di quelli che vedra' nelle prossime
visite". Non esiste una stima definita di alcodipendenti in Italia, si
pensa si "attesti sui 58.000 soggetti, un numero in aumento tra gli
under 30. Inoltre-specifica Scafato- il trattamento farmacologico
esiste solo per il 27% dei soggetti. Quindi mentre diminuisce la
percentuale di alcodipendenza aumenta il tasso di ospedalizzazione da
diagnoso alcol attribuibili, facendo salire i costi. Se l'accesso ai
farmaci salisse al 40% degli alcodipendenti si consentirebbe una
diminuzione della mortalita' al 13%". In conclusione cio' che occorre
secondo Scafato e' "intercettare tutti attraverso diagnosi precoci, una
rete di medici di medicina generale e pediatri, un rinnovato sistema di
monitoraggio ed una comunicazione adeguata sui rischi connessi
all'alcol".
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