Le recenti
dichiarazioni del ministro dell'Istruzione Francesco Profumo hanno
riportato il dibattito su una scuola “più moderna e visionaria”
più vicina al web ed ai nativi digitali. Una scuola che offra il sapere
e le informazioni attraverso strumenti innovativi. E propone il tablet
al posto dei libri di testo, un'unica tavoletta elettronica per
contenere in un centimetro di spessore le migliaia di pagine dei volumi
che accompagnano gli studenti nell'arco della carriera.
In Italia sono numerose le sperimentazioni di Ipad, alcune anche
nella nostra Provincia di Genova. Al Salone dell’educazione ABCD,
svoltosi alla Fiera di Genova lo scorso novembre, l’associazione
DiSAL ha presentato una di queste iniziative promossa dalla
Scuola secondaria 1° grado di Mele, sezione associata
dell'Istituto Comprensivo Voltri-1.
Il progetto è stato avviato nello scorso anno scolastico dall’allora
dirigente reggente ed è proseguito nell’anno corrente con la presidenza
di Silvio Peri.
Ad avere l’idea di partenza è stato l’assessore Mirko Ferrrando
che ha proposto un progetto triennale a partire dal 2011/2012
finanziato dal Comune di Mele, in collaborazione con AMTER S.p.a. e
APPLE Inc., il cui obiettivo è sostenere ed avviare l’utilizzo della
didattica digitale nella Scuola Secondaria 1° grado di Mele. “L’intento
è quello di realizzare ambienti di apprendimento adatti ad un utilizzo
costante e diffuso delle tecnologie nella quotidianità scolastica” ha
detto l’assessore Ferrando nel corso dell’incontro “I tablet iPad2 sono
stati consegnati in comodato d'uso ad ogni alunno (al momento coinvolge
la prima media e progressivamente si estenderà a tutte le tre classi),
che potranno riscattarli al termine del ciclo scolastico ad un costo
molto basso”.
sottolinea che “nelle classi sono presenti le LIM (Lavagna Interattiva
Multimediale), fornite dal MIUR, strumento tecnologico che permette di
mantenere il classico paradigma didattico centrato sulla lavagna,
potenziandolo con la multimedialità e l'opportunità di usare software
didattico in modo collettivo, a tutto ciò si aggiunge la possibilità di
interazione tra LIM e iPad2”.
I docenti hanno accolto la sfida degli Ipad convinti che questo sia uno
strumento agile ed adatto al nostro tempo, ma che non sostituisce il
processo didattico, anzi esige che gli insegnanti si mettano in gioco.
“I ragazzi di oggi utilizzano strumenti tecnologici in molte attività
della loro vita quotidiana: giocano, imparano e parlano usando il
linguaggio digitale.” ha spiegato Monica Devecchi, l’insegnante di
matematica della prima media che svolge la sperimentazione “Gli
adolescenti sono portatori di una nuova cultura nel contesto familiare
ed extra-familiare perché sono abituati a rapportarsi quotidianamente
con una tecnologia complessa e avanzata. Tutto ciò non può essere
ignorato dal mondo della scuola, che deve fare suo questo nuovo
linguaggio per comunicare meglio con gli studenti e offrire una
didattica più efficace”.
Non mancano i problemi: scaricare i libri è un’operazione a volte
complessa e le case editrici non sono sempre preparate. I tablet
funzionano solo con le applicazioni, le app, ma scegliere quelle più
adatte all’apprendimento scolastico e caricarle su tutte le macchine
degli alunni richiede tempo. Utilizzare 25 tablet in classe richiede
una rete adeguata ed un’assistenza tecnica che poche scuole hanno.
“Ma molti sono i punti forti dell’esperienza” sottolinea con entusiasmo
Adelaide Pino, prof. di lettere “L’iPad è veloce e coinvolgente. Ai
ragazzi piace perché permette di produrre qualcosa di loro e così si
sentono protagonisti. Usare i tablet insieme e sistematizzare il lavoro
svolto in classe costringe ad imparare l’ordine e l’organizzazione.
Osservare un adulto che utilizza Internet e lavorare insieme con lui,
li fa maturare nell’uso consapevole della rete che, come per i
loro coetanei, è sempre a loro portata in tutti i momenti della
giornata.” Ma le insegnanti 2.0 concludono che non si sta buttando via
tutta la storia della scuola “Non si deve credere che l’iPad escluda
gli altri strumenti. Gli alunni possiedono e usano libri, penne,
matite, righelli, compassi. Inoltre l’iPad impedisce che l’insegnante
fissi la sua didattica solo su uno strumento, ad esempio il libro di
testo: con il tablet anche il manuale o l’antologia ritrovano il loro
giusto posto, strumenti, testi che non sostituiscono le teste”.
Al termine dell’incontro Disal ha annunciato di aver aperto uno spazio
di dibattito on line sul sito www.disal.it Discutiamo dei tablet
al posto dei libri a scuola per aprire una riflessione su un tema che
potrà avere ampie prospettive nel prossimo futuro.
(da DISAL)
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