"Che la filosofia
del berlusconismo abbia poco a che vedere con l'etica socratica o con
quella kantiana è quasi sicuramente vero, ma sostenere che essa sia
alla base dei fenomeni di bullismo a scuola ci sembra altrettanto fuori
luogo": è severo il giudizio de 'La Tecnica della Scuola' riguardo
quanto espresso oggi dall'on. Antonio Di Pietro (Idv), attraverso il
proprio sito internet, in particolare sul "fenomeno del bullismo".
Per Di Pietro il fenomeno "nelle scuole è figlio di questo modello (il
berlusconismo ndr) basato su un'idea di incolumità e spregiudicatezza".
La redazione del periodico di scuola e formazione giovanile sostiene
che "sarebbe come dire che i modesti risultati in italiano nei test
Invalsi di gran parte degli studenti italiani sono la conseguenza
dell'italiano approssimativo sfoggiato da alcuni parlamentari della
maggioranza e dell'opposizione.
O che certe forme linguistiche disinvolte e un po' volgari che usano i
ragazzi (e non sono loro) sono frutto del malcostume che ormai dilaga
anche nei talk-show televisivi. O che le gazzarre che si verificano a
volte in alcune aule scolastiche sono forme di imitazione dei dibattiti
parlamentari".
"Preso dalla foga polemica - continua la rivista di scuola - questa
volta l'onorevole Di Pietro sembra aver dimenticato alcuni dati di
fatto del tutto inconfutabili: per esempio, dimentica che il fenomeno
del bullismo non ha storia recente e che già alcuni decenni fa
l'argomento era oggetto di studi e ricerche in campo psicologico. E poi
c'è il fatto che il bullismo non è un fenomeno esclusivamente italiano.
Alcune degenerazioni (per esempio il nonnismo nelle caserme) erano
addirittura considerate dall'opinione pubblica forme inevitabili di
'iniziazione' alla vita sociale; ci sono voluti anni (oltre che episodi
gravissimi) prima che anche i più alti gradi dell'esercito si
rendessero conto che certe forse di nonnismo rappresentano veri e
propri reati".
Gli esperti di istruzione ritengono, quindi, che "i politici dovrebbero
fare i politici (e quindi stare in Parlamento 8 ore al giorno per 5
giorni alla settimana per fare leggi giuste o per migliorare quelle che
già ci sono), gli insegnanti dovrebbero insegnare cercando di far
imparare cose utili ai loro studenti (e per fortuna moltissimi di loro
già lo fanno) e così via. L'analisi del bullismo sarebbe forse meglio
lasciarla fare a psicologi e sociologi. Ci pare - conclude La Tecnica
della Scuola - che un politico che si occupa di bullismo ci azzecchi
davvero poco". (TMNews)
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