Come una furia entrano
all’Ipsia «Lombardini» di viale Trento Trieste. Aprono le porte delle
classi in cerca dei ragazzini che hanno litigato con loro figlio. Sono
il padre e la madre di un 14enne che qualche giorno fa ha discusso per
futili motivi con un coetaneo e con un 19enne di colore. Il personale
della scuola cerca di fermare i genitori. Il padre sferra due schiaffoni al preside e
a un insegnante, mandandoli entrambi all’ospedale, mentre la
mamma spintona una professoressa. È
stato necessario l’intervento di tre Volanti della polizia per calmarli.
«Per me è stato un vero shock, non tanto per il dolore degli
schiaffi, quanto per il gesto in sè». Valerio Messori, preside
dell’Ipsia «Lombardini» e dell’Itis «Nobili» ieri mattina alle 8 ha
sentito urlare nei corridoi della scuola. È uscito dall’ufficio per
capire cosa stava succedendo e si è trovato davanti un padre e una
madre esagitati. «Non riuscivo a capire cosa volessero quei genitori —
continua il preside — ma non mi piaceva che facessero quella
sceneggiata davanti ai ragazzi. Così ho proposto loro di venire a
parlare nel mio ufficio. Mi hanno chiesto chi ero, ho risposto “Il
predide” e il padre mi ha dato uno schiaffo». Subito è stata chiamato
il 113. «I genitori erano completamente alterati — spiega Messori —
Hanno schiaffeggiato un altro insegnante e spintonato una
professoressa».
È andato in ospedale.
«Sia io, sia l’insegnante, siamo andati al pronto soccorso per
controlli».
Come sta?
«Ho un po’ male al collo, forse per il movimento brusco per tentare,
invano, di evitare la sberla. Devo prendere degli antidolorifici. Poi
mi sembra che l’occhio si stia gonfiando. Ma, ripeto, la cosa grave è
il gesto in sè».
Un genitore che picchia preside e insegnanti...
«Sì. Se la famiglia arriva a fare un gesto di questo tipo, mi chiedo
qual è il messaggio che diamo ai ragazzi».
Allo scontro hanno assistito molti alunni?
«Certo, non appena hanno sentito le urla sono usciti tutti in corridoio
a vedere cosa stava succedendo. Mi dispiace molto che abbiano visto
questa scena, dovremmo tornare sull’argomento».
In che modo?
«Abbiamo intenzione di fare un’assemblea in palestra a cui
parteciperanno tutti gli alunni dell’istituto per ragionare su quello
che è successo. Vorrei aprire una riflessione sul comportamento
corretto da tenere».
E nei confronti dei genitori e dei ragazzi coinvolti nella lite ha
intenzione di prendere qualche provvedimento?
«Sicuramente sporgerò querela contro i genitori. Non deve rimanere
impunito un atto del genere. Poi, quando verrà chiarito il motivo della
disputa, potremmo decidere quali provvedimenti scolastici adottare per
i ragazzi».
Lei conosce questi genitori?
«No. So che loro figlio frequenta la prima. In ogni caso, se c’era
qualcosa che non andava, potevano venirmelo a dire. Io sono sempre a
scuola e tutti gli alunni sanno che sono aperto al dialogo».
Ma la ritengono responsabile per la lite in cui è rimasto coinvolto
loro figlio?
«Questo piacerebbe saperlo anche a me».
di SABRINA PIGNEDOLI (
da http://www.ilrestodelcarlino.it)
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